Questo lavoro ha evidenziato che lo status quaestionis relativo all'Encomio a Policrate (P. Oxy. 1790) è tutt'altro che statico. L'impostazione comparativa della ricerca ha messo in luce che, in particolare, ancora molti problemi relativi all'interpretazione del contenuto e alla classificazione dell'opera sono irrisolti. La scoperta di questo frammento ha dunque contribuito ad indirizzare nuovamente le attenzioni degli studiosi verso un autore che conosciamo solo per mezzo di pochi e brevi testi frammentari. L'Encomio a Policrate costituisce una testimonianza importantissima per poter giudicare l'operato di Ibico sotto un nuovo punto di vista, tralasciando il luogo comune che lo associa ai soli frammenti a contenuto pederotico. L'opera, dietro ad una simulata semplicità, si rivela originale e complessa ma è stata troppo spesso compresa male e sottovalutata. La rivendicazione del diritto a una ispirazione ¿profana¿, il trattamento parodico dell'epica e la disinvoltura retorica fanno di Ibico un poeta anticonformista che aprirà la strada alla rivoluzione della lirica pindarica del V secolo. I 48 versi del componimento riportano il lettore ai tragici giorni della guerra di Troia, ma il poeta premette subito che non sarà questo il tema del suo canto. Bandito ogni argomento luttuoso con l'espediente retorico della praeteritio, Ibico ritaglia uno spazio in cui celebrare gli eroi greci e troiani che si distinguono per l'irrangiungibile bellezza e di cui non vengono menzionate le virtù guerriere. Il verso finale celebra il committente Policrate, tiranno di Samo, che grazie a questo carme potrà ricevere una gloria immortale pari a quella degli stessi eroi dell'epos e pari a quella che ha già ottenuto lo stesso Ibico grazie alla sua valentia poetica.

L'Encomio a Policrate di Ibico (P.Oxy. 1790): introduzione, traduzione e commento.

CHIAVELLI, MARTA
2010/2011

Abstract

Questo lavoro ha evidenziato che lo status quaestionis relativo all'Encomio a Policrate (P. Oxy. 1790) è tutt'altro che statico. L'impostazione comparativa della ricerca ha messo in luce che, in particolare, ancora molti problemi relativi all'interpretazione del contenuto e alla classificazione dell'opera sono irrisolti. La scoperta di questo frammento ha dunque contribuito ad indirizzare nuovamente le attenzioni degli studiosi verso un autore che conosciamo solo per mezzo di pochi e brevi testi frammentari. L'Encomio a Policrate costituisce una testimonianza importantissima per poter giudicare l'operato di Ibico sotto un nuovo punto di vista, tralasciando il luogo comune che lo associa ai soli frammenti a contenuto pederotico. L'opera, dietro ad una simulata semplicità, si rivela originale e complessa ma è stata troppo spesso compresa male e sottovalutata. La rivendicazione del diritto a una ispirazione ¿profana¿, il trattamento parodico dell'epica e la disinvoltura retorica fanno di Ibico un poeta anticonformista che aprirà la strada alla rivoluzione della lirica pindarica del V secolo. I 48 versi del componimento riportano il lettore ai tragici giorni della guerra di Troia, ma il poeta premette subito che non sarà questo il tema del suo canto. Bandito ogni argomento luttuoso con l'espediente retorico della praeteritio, Ibico ritaglia uno spazio in cui celebrare gli eroi greci e troiani che si distinguono per l'irrangiungibile bellezza e di cui non vengono menzionate le virtù guerriere. Il verso finale celebra il committente Policrate, tiranno di Samo, che grazie a questo carme potrà ricevere una gloria immortale pari a quella degli stessi eroi dell'epos e pari a quella che ha già ottenuto lo stesso Ibico grazie alla sua valentia poetica.
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