This thesis aims to explore in depth the Italian Constitution and in particular the "Economic Constitution". Specifically, in this work have been touched two key points: the first describes the birth of the Constitution and the related purposes of the constituent assembly, trying to describe the social and economic context in which it was written, the second point instead describes the evolution of social and economic context from 1948 to the present day and as there have been several attempts at reform by various intellectuals as well as governments including the last and actual governement of the legislature Berlusconi. I have told of how the Economic Constitution and in our case the art. 41, is perhaps the part paid to the rights of the Constitution, the one that best detects the signs of aging, especially because is the result of the post-fascist and therefore a result of compromise between left-wing ideologies, the social doctrine of Catholicism and economic liberalism. The constitutional debate has thus produced a mixed economic system in which economic initiative and private ownership of means of production, living with a State-owned enterprises and state participation in economic life, so far as to provide that certain assets are considered strategic for the development of country, can be ¿stolen¿ from private or reserved to the State originally and then with the use of official authority directly reduce economic and social inequalities existing among the citizens. During these sixty years, changes have occurred so deep as to disturb the economic systems, in particular the advancing of the process of European integration and the italian's entry in European monetary union has engraved in depth on the sovereignty of the state in economic matters. To conclude we can say that compared to 1948 are profoundly changed all the fundamental elements of the economic context in which the Constitution was written and it would seem only natural to make an update; recent attempt, not without big controversy, was that of the actual Berlusconi government which says that without reform, freedom of enterprise would remain forever a dream, hostage to a state meddlers and bureaucrats.
COSTITUZIONE ECONOMICA, ARTICOLO 41 E PROSPETTIVE DI RIFORMA. Il presente lavoro di tesi si propone di esplorare in modo approfondito la Costituzione italiana ed in particolare la ¿Costituzione economica¿. Nello specifico, in tale lavoro sono stati toccati due punti fondamentali: il primo descrive la nascita della Costituzione Economica ed i relativi traguardi che con essa l'assemblea costituente intendeva raggiungere, cercando di descrivere il contesto sociale ed economico in cui la stessa si è formata, il secondo punto invece espone l'evoluzione dello stesso contesto dal lontano 1948 fino ai giorni nostri e di come ci siano state diverse proposte di riforma da parte di intellettuali nonché governi tra cui quello dell'ultima ed attuale legislatura Berlusconi. Si narra infatti di come la Costituzione economica e nel nostro caso l'art. 41 è forse, della parte della Costituzione dedicata ai diritti, quella che più rileva i segni del tempo, soprattutto perché frutto del periodo post fascista e quindi conseguenza del compromesso tra ideologie di sinistra, dottrina sociale del cattolicesimo e liberismo economico. Il dibattito costituente ha così prodotto un sistema economico misto in cui iniziativa economica e proprietà privata dei mezzi di produzione convivono con imprese in mano pubblica e partecipazione dello Stato alla vita economica, fino al punto di prevedere che determinate attività, considerate strategiche per lo sviluppo del Paese, possano essere sottratte ai privati o riservate originariamente allo Stato, il tutto con lo scopo di ridurre le diseguaglianze di ordine economico e sociale esistenti di fatto tra i cittadini. Nel corso di questi sessant'anni sono intervenute novità così profonde da sconvolgere il quadro al cui interno si sviluppano i processi economici, in particolare l'avanzare del processo di integrazione europea e l'adesione dell'Italia all'Unione monetaria europea hanno inciso in profondità sulla sovranità in materia economica dello Stato. Alla luce delle considerazioni svolte si giunge alla conclusione che rispetto al 1948 sono profondamente cambiati tutti gli elementi fondamentali del contesto nel quale la Costituzione economica è stata redatta e sembrerebbe quindi naturale procedere ad un suo aggiornamento; recente tentativo, non privo di ampie polemiche, è stato quello dell'attuale governo Berlusconi secondo la quale, senza una riforma, la libertà d'impresa rimarrà per sempre una chimera, ostaggio di uno Stato ficcanaso e burocrata.
COSTITUZIONE ECONOMICA, ARTICOLO 41 E PROSPETTIVE DI RIFORMA.
RAGUSA, DANIELE
2010/2011
Abstract
COSTITUZIONE ECONOMICA, ARTICOLO 41 E PROSPETTIVE DI RIFORMA. Il presente lavoro di tesi si propone di esplorare in modo approfondito la Costituzione italiana ed in particolare la ¿Costituzione economica¿. Nello specifico, in tale lavoro sono stati toccati due punti fondamentali: il primo descrive la nascita della Costituzione Economica ed i relativi traguardi che con essa l'assemblea costituente intendeva raggiungere, cercando di descrivere il contesto sociale ed economico in cui la stessa si è formata, il secondo punto invece espone l'evoluzione dello stesso contesto dal lontano 1948 fino ai giorni nostri e di come ci siano state diverse proposte di riforma da parte di intellettuali nonché governi tra cui quello dell'ultima ed attuale legislatura Berlusconi. Si narra infatti di come la Costituzione economica e nel nostro caso l'art. 41 è forse, della parte della Costituzione dedicata ai diritti, quella che più rileva i segni del tempo, soprattutto perché frutto del periodo post fascista e quindi conseguenza del compromesso tra ideologie di sinistra, dottrina sociale del cattolicesimo e liberismo economico. Il dibattito costituente ha così prodotto un sistema economico misto in cui iniziativa economica e proprietà privata dei mezzi di produzione convivono con imprese in mano pubblica e partecipazione dello Stato alla vita economica, fino al punto di prevedere che determinate attività, considerate strategiche per lo sviluppo del Paese, possano essere sottratte ai privati o riservate originariamente allo Stato, il tutto con lo scopo di ridurre le diseguaglianze di ordine economico e sociale esistenti di fatto tra i cittadini. Nel corso di questi sessant'anni sono intervenute novità così profonde da sconvolgere il quadro al cui interno si sviluppano i processi economici, in particolare l'avanzare del processo di integrazione europea e l'adesione dell'Italia all'Unione monetaria europea hanno inciso in profondità sulla sovranità in materia economica dello Stato. Alla luce delle considerazioni svolte si giunge alla conclusione che rispetto al 1948 sono profondamente cambiati tutti gli elementi fondamentali del contesto nel quale la Costituzione economica è stata redatta e sembrerebbe quindi naturale procedere ad un suo aggiornamento; recente tentativo, non privo di ampie polemiche, è stato quello dell'attuale governo Berlusconi secondo la quale, senza una riforma, la libertà d'impresa rimarrà per sempre una chimera, ostaggio di uno Stato ficcanaso e burocrata.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/113264