Il mio lavoro segue una semplice traiettoria: iniziando con i cenni storici della crisi del passato, prosegue con la trattazione della recente crisi mondiale, che ha investito prima gli Stati Uniti e successivamente tutto il mondo, soffermandosi in particolar modo sui fattori che l'hanno causata; infine trattando la situazione economica dell'Italia, colpita anch'essa nell'estate del 2007. Nella prima parte ho voluto esaminare le crisi più importanti, che hanno fatto capolinea nella storia e le diverse caratteristiche che hanno assunto nel corso dei decenni; nella storia si sono susseguiti numerosi episodi di boom, bolla e declino; in particolar modo c'è una stretta relazione tra capitalismo e crisi, a cominciare dalla bolla dei tulipani nell'Olanda del '600, continuando con la bolla della Compagnia dei Mari del Sud del 1720, passando alla prima crisi di livello globale nel 1825, al ¿Panico dei banchieri¿ del 1907, alla Grande Depressione degli anni '30 e infine alle numerose crisi che hanno colpito i mercati emergenti e le economie industrializzate dagli anni '80 in poi. La maggior parte delle crisi, analizzate nella parte storica, hanno seguito un medesimo copione: alcune hanno avuto inizio con boom dei prezzi, seguito dallo scoppio di una bolla; altre volte le bolle vengono associate a un accumulo di debito elevato, dovuto ai prestiti presi dagli investitori per speculare sul boom; spesso queste sono accompagnate da una crescita smisurata dell'offerta di credito, dovuta ad un regolamentazione o ad una vigilanza troppo permissiva o ad una politica monetaria espansiva. Indipendentemente dalla maniera in cui il boom ha origine, tutto l'interesse speculativo si concentra su un'attività che diventa ambita; potrebbe trattarsi di speculazione nei mercati azionari, piuttosto che residenziali o immobiliari. La crisi recente, nata nel mercato immobiliare, ha seguito lo stesso copione delle precedenti crisi; proprio per questo ci sono economisti, tra cui Nouriel Roubini, autore del libro su cui mi sono più volte soffermata lungo la stesura della tesi, che ritengono che le crisi si possono prevedere con anticipo, quindi evitarne gli effetti disastrosi che comportano. Nella seconda parte, ho voluto soffermare l'attenzione sulle origini della recente crisi, che ha colpito gli Stati Uniti, quindi sulle principali cause che hanno portato al declino l'economia mondiale. Le cause sono molteplici: le innovazioni finanziarie, ovvero una nuova tipologia del sistema dei prestiti bancari; la cartolarizzazione, con la quale venivano trasformati i mutui in titoli obbligazionari e venduti a terzi; l'elevato rischio morale assunto dagli intermediari finanziari; la deregolamentazione; l'utilizzo della leva finanziaria; la grande quantità di liquidità e molte altre. La crisi iniziata nel 2007 negli Stati Uniti, divenne di portata mondiale; per questo ho deciso di dedicare l'ultimo capitolo alla situazione economica italiana, evidenziando i problemi che caratterizzano il nostro paese.

Crisi economiche e bolle finanziarie

MARTIN, MARTINA
2009/2010

Abstract

Il mio lavoro segue una semplice traiettoria: iniziando con i cenni storici della crisi del passato, prosegue con la trattazione della recente crisi mondiale, che ha investito prima gli Stati Uniti e successivamente tutto il mondo, soffermandosi in particolar modo sui fattori che l'hanno causata; infine trattando la situazione economica dell'Italia, colpita anch'essa nell'estate del 2007. Nella prima parte ho voluto esaminare le crisi più importanti, che hanno fatto capolinea nella storia e le diverse caratteristiche che hanno assunto nel corso dei decenni; nella storia si sono susseguiti numerosi episodi di boom, bolla e declino; in particolar modo c'è una stretta relazione tra capitalismo e crisi, a cominciare dalla bolla dei tulipani nell'Olanda del '600, continuando con la bolla della Compagnia dei Mari del Sud del 1720, passando alla prima crisi di livello globale nel 1825, al ¿Panico dei banchieri¿ del 1907, alla Grande Depressione degli anni '30 e infine alle numerose crisi che hanno colpito i mercati emergenti e le economie industrializzate dagli anni '80 in poi. La maggior parte delle crisi, analizzate nella parte storica, hanno seguito un medesimo copione: alcune hanno avuto inizio con boom dei prezzi, seguito dallo scoppio di una bolla; altre volte le bolle vengono associate a un accumulo di debito elevato, dovuto ai prestiti presi dagli investitori per speculare sul boom; spesso queste sono accompagnate da una crescita smisurata dell'offerta di credito, dovuta ad un regolamentazione o ad una vigilanza troppo permissiva o ad una politica monetaria espansiva. Indipendentemente dalla maniera in cui il boom ha origine, tutto l'interesse speculativo si concentra su un'attività che diventa ambita; potrebbe trattarsi di speculazione nei mercati azionari, piuttosto che residenziali o immobiliari. La crisi recente, nata nel mercato immobiliare, ha seguito lo stesso copione delle precedenti crisi; proprio per questo ci sono economisti, tra cui Nouriel Roubini, autore del libro su cui mi sono più volte soffermata lungo la stesura della tesi, che ritengono che le crisi si possono prevedere con anticipo, quindi evitarne gli effetti disastrosi che comportano. Nella seconda parte, ho voluto soffermare l'attenzione sulle origini della recente crisi, che ha colpito gli Stati Uniti, quindi sulle principali cause che hanno portato al declino l'economia mondiale. Le cause sono molteplici: le innovazioni finanziarie, ovvero una nuova tipologia del sistema dei prestiti bancari; la cartolarizzazione, con la quale venivano trasformati i mutui in titoli obbligazionari e venduti a terzi; l'elevato rischio morale assunto dagli intermediari finanziari; la deregolamentazione; l'utilizzo della leva finanziaria; la grande quantità di liquidità e molte altre. La crisi iniziata nel 2007 negli Stati Uniti, divenne di portata mondiale; per questo ho deciso di dedicare l'ultimo capitolo alla situazione economica italiana, evidenziando i problemi che caratterizzano il nostro paese.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/113249