Lo studio delle politiche sociali e assistenziali durante il periodo fascista in Italia permette di comprendere in maniera più approfondita le dinamiche e le strategie del regime per ottenere il consenso popolare. Il fascismo ha spesso utilizzato la politica sociale come strumento di propaganda per legittimarsi agli occhi del popolo. Le politiche del regime fascista, nello specifico quelle in materia di invalidità e previdenza, hanno avuto un impatto duraturo sulla struttura del welfare italiano. L’analisi di questo periodo aiuta a tracciare l’evoluzione del sistema di sicurezza e a comprendere come particolari istituzioni e pratiche siano state influenzate o fondate in quel periodo. L’obiettivo principale di questa tesi è quello di analizzare gli interventi legislativi tra inizio e metà del XX secolo, concentrandosi sulle loro applicazioni e sui loro benefici. Il lavoro si è svolto partendo dalla fine della Prima guerra mondiale con l’analisi dei sostegni erogati a favore degli invalidi di guerra per poi proseguire con l’esame di due leggi fondamentali, la legge n.603 del 21 aprile 1919 e la legge 1312 del 21 agosto 1921. Dopo un breve excursus del periodo storico del fascismo ci si dedica al tema della previdenza, andando ad analizzare i pilastri del sistema di protezione sociale fascista. Dalla nascita dell’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale alle varie tipologie di assicurazioni come quella contro gli infortuni sul lavoro o le malattie professionali. Per concludere si tratterà della stretta relazione tra invalidità e tubercolosi e soprattutto il ruolo importante che la propaganda ha avuto in questo periodo di crisi sanitaria.

Invalidità e previdenza dalla Prima guerra mondiale al Fascismo

BERTONE, GIORGIA
2023/2024

Abstract

Lo studio delle politiche sociali e assistenziali durante il periodo fascista in Italia permette di comprendere in maniera più approfondita le dinamiche e le strategie del regime per ottenere il consenso popolare. Il fascismo ha spesso utilizzato la politica sociale come strumento di propaganda per legittimarsi agli occhi del popolo. Le politiche del regime fascista, nello specifico quelle in materia di invalidità e previdenza, hanno avuto un impatto duraturo sulla struttura del welfare italiano. L’analisi di questo periodo aiuta a tracciare l’evoluzione del sistema di sicurezza e a comprendere come particolari istituzioni e pratiche siano state influenzate o fondate in quel periodo. L’obiettivo principale di questa tesi è quello di analizzare gli interventi legislativi tra inizio e metà del XX secolo, concentrandosi sulle loro applicazioni e sui loro benefici. Il lavoro si è svolto partendo dalla fine della Prima guerra mondiale con l’analisi dei sostegni erogati a favore degli invalidi di guerra per poi proseguire con l’esame di due leggi fondamentali, la legge n.603 del 21 aprile 1919 e la legge 1312 del 21 agosto 1921. Dopo un breve excursus del periodo storico del fascismo ci si dedica al tema della previdenza, andando ad analizzare i pilastri del sistema di protezione sociale fascista. Dalla nascita dell’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale alle varie tipologie di assicurazioni come quella contro gli infortuni sul lavoro o le malattie professionali. Per concludere si tratterà della stretta relazione tra invalidità e tubercolosi e soprattutto il ruolo importante che la propaganda ha avuto in questo periodo di crisi sanitaria.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/113101