According to the Groundswell report of the World Bank by 2050 there will be about 216 million people forced to migrate within their countries, this if timely action is not taken to combat climate change of an anthropic nature. Then we will briefly analyse the causes and consequences of climate change and especially how this can be a driver of migration or affect those already existing. The migration of people, as well as their immobility, depends on choices that can be voluntary or forced, and often depend on different factors such as economic ones, social, legal etc. We will therefore try to make an overview of this phenomenon and highlight the fact that to date, within the debate on the subject, there is still much confusion about the designation of climate migrant. Various definitions will be analysed. We will then proceed with a deepening of international law on climate migration, going to see what are the safeguards that the various treaties recognize to migrants of this type. There will also be the Teitiota case and the 2018 Court of Cassation decision on a climate migration case. Internal and international migration will be analysed. As for the first, we will talk about Internal displaced persons and what are the main causes that drive people to migrate, such as drought, floods and the construction of large infrastructure that produce the phenomenon of so-called land grabbing. It will be noted that internal migration leads to greater numbers than international migration and that it is also a measure of adaptation to climate change. Internal migration involves moving people between different rural areas or from the countryside to cities, thus aggravating situations of overcrowding and social injustice. A specific case of internal migration to a country will also be analysed. With regard to international migration, it will be pointed out what are the main migratory and regional routes, with particular reference to the Balkan route, which involved Turkey as a country of arrival or transit for millions of refugees, especially Syrians. Later it will be the great drought, which involved the area of the MENA countries from 2006 to 2010, and which has exacerbated the living conditions of many people, also acting as a catalyst for the so-called Arab Springs. In Syria, in particular, the social unrest resulting from difficult climatic and economic conditions, due to unsuccessful harvests and the increase in basic prices, have led to a series of protests against the regime of al-Assad which culminated in the outbreak of a civil war. It is therefore intended to make a reconstruction of the most important events that have marked the ongoing war, with a deepening on the second phase of the conflict in which, the control of strategic resources, such as water and oil by ISIS, has triggered a migration crisis, first internally, towards the main urban centers of the country, thus aggravating the already precarious conditions, and then towards neighbouring countries, in particular towards Turkey. ​

Secondo il report Groundswell della World Bank entro il 2050 ci saranno circa 216 milioni di persone costrette a migrare all’interno dei propri Paesi, questo se non si intraprendono azioni tempestive per contrastare il cambiamento climatico di natura antropica. Quindi si analizzeranno brevemente le cause e le conseguenze del cambiamento climatico e soprattutto come questo possa costituire un driver delle migrazioni oppure incidere su quelli già esistenti. La migrazione delle persone, così come la loro immobilità, dipende da scelte che possono essere volontarie o forzate, e spesso dipendono da diversi fattori come quelli economici, sociali, giuridici etc. Si cercherà quindi di fare una panoramica di questo fenomeno e di evidenziare il fatto che ad oggi, all’interno del dibattito in materia, ci sia ancora molta confusione sulla designazione del migrante climatico. Si analizzeranno quindi diverse definizioni. Si procederà poi con un approfondimento del diritto internazionale in materia di migrazioni climatiche, andando a vedere quali sono le tutele che i vari trattati riconoscono ai migranti di questo tipo. Si vedranno anche il caso Teitiota e la decisione della Corte di cassazione del 2018 su un caso di migrazione climatica. Si andranno ad analizzare le migrazioni interne ai paesi e quelle internazionali. Per quanto riguarda le prime si parlerà di Internal displaced persons e di quali siano le principali cause che spingono le persone a migrare, come siccità, alluvioni e la costruzione di grandi infrastrutture che producono il fenomeno del cosiddetto land grabbing. Si noteranno come le migrazioni interne comportano numeri maggiori di quelle internazionali e di come queste avvengano anche come misura di adattamento verso i cambiamenti climatici. Le migrazioni interne riguardano spostamenti di persone tra le diverse aree rurali o dalle campagne verso le città, aggravando così situazioni di sovraffollamento e ingiustizia sociale. Verrà inoltre analizzato un caso specifico di migrazione interna ad un paese. A proposito delle migrazioni internazionali si andranno a sottolineare quali siano le principali rotte migratorie e regionali, con un particolare riferimento a quella balcanica, che ha visto coinvolta la Turchia come paese di arrivo o di transito per milioni di rifugiati, soprattutto siriani. Successivamente si tratterà della grande siccità, che ha coinvolto l’area dei Paesi MENA dal 2006 circa al 2010, e che ha inasprito le condizioni di vita di molte persone, fungendo anche da catalizzatore per le cosiddette Primavere arabe. In Siria, in particolare, i disordini sociali conseguenti a condizioni climatiche ed economiche difficili, dovute a raccolti infruttuosi e all’aumento dei prezzi di prima necessità, hanno portato ad una serie di proteste condotte contro il regime di al-Assad che sono culminate con lo scoppio della guerra civile. Si intende quindi fare una ricostruzione dei più importanti avvenimenti che hanno segnato la guerra ancora in corso, con un approfondimento sulla seconda fase del conflitto in cui, il controllo di risorse strategiche, come quelle idriche e petrolifere da parte dell’ISIS, ha innescato una crisi migratoria prima interna, verso i principali centri urbani del Paese aggravandone così le condizioni già precarie, e poi verso i paesi vicini, in particolare verso la Turchia. ​

Cambiamento climatico e migrazioni: prospettive della prossima crisi globale

FRANCESCHINI, AMBRA
2023/2024

Abstract

Secondo il report Groundswell della World Bank entro il 2050 ci saranno circa 216 milioni di persone costrette a migrare all’interno dei propri Paesi, questo se non si intraprendono azioni tempestive per contrastare il cambiamento climatico di natura antropica. Quindi si analizzeranno brevemente le cause e le conseguenze del cambiamento climatico e soprattutto come questo possa costituire un driver delle migrazioni oppure incidere su quelli già esistenti. La migrazione delle persone, così come la loro immobilità, dipende da scelte che possono essere volontarie o forzate, e spesso dipendono da diversi fattori come quelli economici, sociali, giuridici etc. Si cercherà quindi di fare una panoramica di questo fenomeno e di evidenziare il fatto che ad oggi, all’interno del dibattito in materia, ci sia ancora molta confusione sulla designazione del migrante climatico. Si analizzeranno quindi diverse definizioni. Si procederà poi con un approfondimento del diritto internazionale in materia di migrazioni climatiche, andando a vedere quali sono le tutele che i vari trattati riconoscono ai migranti di questo tipo. Si vedranno anche il caso Teitiota e la decisione della Corte di cassazione del 2018 su un caso di migrazione climatica. Si andranno ad analizzare le migrazioni interne ai paesi e quelle internazionali. Per quanto riguarda le prime si parlerà di Internal displaced persons e di quali siano le principali cause che spingono le persone a migrare, come siccità, alluvioni e la costruzione di grandi infrastrutture che producono il fenomeno del cosiddetto land grabbing. Si noteranno come le migrazioni interne comportano numeri maggiori di quelle internazionali e di come queste avvengano anche come misura di adattamento verso i cambiamenti climatici. Le migrazioni interne riguardano spostamenti di persone tra le diverse aree rurali o dalle campagne verso le città, aggravando così situazioni di sovraffollamento e ingiustizia sociale. Verrà inoltre analizzato un caso specifico di migrazione interna ad un paese. A proposito delle migrazioni internazionali si andranno a sottolineare quali siano le principali rotte migratorie e regionali, con un particolare riferimento a quella balcanica, che ha visto coinvolta la Turchia come paese di arrivo o di transito per milioni di rifugiati, soprattutto siriani. Successivamente si tratterà della grande siccità, che ha coinvolto l’area dei Paesi MENA dal 2006 circa al 2010, e che ha inasprito le condizioni di vita di molte persone, fungendo anche da catalizzatore per le cosiddette Primavere arabe. In Siria, in particolare, i disordini sociali conseguenti a condizioni climatiche ed economiche difficili, dovute a raccolti infruttuosi e all’aumento dei prezzi di prima necessità, hanno portato ad una serie di proteste condotte contro il regime di al-Assad che sono culminate con lo scoppio della guerra civile. Si intende quindi fare una ricostruzione dei più importanti avvenimenti che hanno segnato la guerra ancora in corso, con un approfondimento sulla seconda fase del conflitto in cui, il controllo di risorse strategiche, come quelle idriche e petrolifere da parte dell’ISIS, ha innescato una crisi migratoria prima interna, verso i principali centri urbani del Paese aggravandone così le condizioni già precarie, e poi verso i paesi vicini, in particolare verso la Turchia. ​
ITA
According to the Groundswell report of the World Bank by 2050 there will be about 216 million people forced to migrate within their countries, this if timely action is not taken to combat climate change of an anthropic nature. Then we will briefly analyse the causes and consequences of climate change and especially how this can be a driver of migration or affect those already existing. The migration of people, as well as their immobility, depends on choices that can be voluntary or forced, and often depend on different factors such as economic ones, social, legal etc. We will therefore try to make an overview of this phenomenon and highlight the fact that to date, within the debate on the subject, there is still much confusion about the designation of climate migrant. Various definitions will be analysed. We will then proceed with a deepening of international law on climate migration, going to see what are the safeguards that the various treaties recognize to migrants of this type. There will also be the Teitiota case and the 2018 Court of Cassation decision on a climate migration case. Internal and international migration will be analysed. As for the first, we will talk about Internal displaced persons and what are the main causes that drive people to migrate, such as drought, floods and the construction of large infrastructure that produce the phenomenon of so-called land grabbing. It will be noted that internal migration leads to greater numbers than international migration and that it is also a measure of adaptation to climate change. Internal migration involves moving people between different rural areas or from the countryside to cities, thus aggravating situations of overcrowding and social injustice. A specific case of internal migration to a country will also be analysed. With regard to international migration, it will be pointed out what are the main migratory and regional routes, with particular reference to the Balkan route, which involved Turkey as a country of arrival or transit for millions of refugees, especially Syrians. Later it will be the great drought, which involved the area of the MENA countries from 2006 to 2010, and which has exacerbated the living conditions of many people, also acting as a catalyst for the so-called Arab Springs. In Syria, in particular, the social unrest resulting from difficult climatic and economic conditions, due to unsuccessful harvests and the increase in basic prices, have led to a series of protests against the regime of al-Assad which culminated in the outbreak of a civil war. It is therefore intended to make a reconstruction of the most important events that have marked the ongoing war, with a deepening on the second phase of the conflict in which, the control of strategic resources, such as water and oil by ISIS, has triggered a migration crisis, first internally, towards the main urban centers of the country, thus aggravating the already precarious conditions, and then towards neighbouring countries, in particular towards Turkey. ​
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