L’obiettivo di questa Tesi è esplorare il fenomeno delle migrazioni contemporanee attraverso la prospettiva della Decrescita. Si vogliono mostrare i modi in cui dalla rivoluzione industriale in avanti ci siano stati dei grandi cambiamenti nei processi migratori. Infatti a partire dalla fine del settecento circa, con i grandi progressi tecnico scientifici ancora oggi in corso, le migrazioni sono cambiate sia sotto l’aspetto quantitativo, sia per la loro natura e le loro caratteristiche, influendo sulle scelte delle popolazioni più deprivate, che abitano territori svantaggiati, di spostarsi dal luogo in cui vivono per cercare un nuovo luogo della Terra in cui insediarsi. In particolar modo si vuole mostrare come la società industriale e soprattutto post-industriale abbia prodotto in maniera indiretta le cause che inducono le nuove migrazioni, come ad esempio il surriscaldamento globale che ormai senza ombra di dubbio possiamo dire essere di natura antropica, e che negli ultimi decenni ha creato grandi problemi e preoccupazioni obbligando scienziati e organizzazioni internazionali a pensare e cercare soluzioni per il futuro, o l’accaparramento delle risorse energetiche da parte di multinazionali o stati ad industrializzazione avanzata, o l’esternalizzazione dei rischi e degli effetti collaterali di questo modo di produzione. La scelta di eseguire questo studio utilizzando le lenti della Decrescita, nasce da un personale e datato interesse per essa e dalla curiosità di utilizzare una metodologia di ricerca che esca dalla visione economica propria dell’occidente - e quindi della società industriale - che guarda al fenomeno soltanto nell’ottica di costi/benefici o al massimo paternalista dove raggiunge il suo culmine con l’espressione di uso comune aiutiamoli a casa loro. Questa indagine passa al vaglio critico la società industriale, interrogandosi sulle possibilità che il modello economico dominante sia la causa che spinge le persone a migrare, costringendo le persone ad adattarsi ad un sistema che premia la produttività ai fini della crescita economica, spesso a scapito della qualità della vita e della sostenibilità ambientale. Lo stesso modello al quale possono anche essere imputate le cause delle caratteristiche uniche delle migrazioni nell’era contemporanea, che si distinguono nettamente da quelle del passato sia per la loro dimensione quantitativa che per le motivazioni che le alimentano e sempre più le forzano, come i fattori politici, sociali o ambientali. Seppure si procederà ad un breve riassunto per avere un punto di partenza, questo studio non vuole spiegare in maniera completa ed esaustiva l’intero pensiero della Decrescita nelle sue diverse correnti e interpretazioni - per le quali si rimanda alla bibliografia specifica – ma vuole estrapolarne alcuni principi utili per poter guardare al fenomeno delle migrazioni, non come problema da risolvere all’interno della società industriale, ma come conseguenza fisiologica e necessaria della stessa. Il concetto di Decrescita non nasce di per sé come metodo di analisi delle migrazioni, ma la sua critica al modo di produzione industriale e al predominio della visione economica nelle relazioni, porta con sé una visione complessiva del sistema di adattamento della società umana. Infatti la piena maturità del pensiero decrescente avviene proprio nello stesso momento in cui le migrazioni hanno incrementato la propria portata, caratterizzandosi come spostamenti di popolazioni prevalentemente da
DECRESCITA E MIGRAZIONI Analisi critica delle politiche di sviluppo
PUTIGNANO, MARCO
2023/2024
Abstract
L’obiettivo di questa Tesi è esplorare il fenomeno delle migrazioni contemporanee attraverso la prospettiva della Decrescita. Si vogliono mostrare i modi in cui dalla rivoluzione industriale in avanti ci siano stati dei grandi cambiamenti nei processi migratori. Infatti a partire dalla fine del settecento circa, con i grandi progressi tecnico scientifici ancora oggi in corso, le migrazioni sono cambiate sia sotto l’aspetto quantitativo, sia per la loro natura e le loro caratteristiche, influendo sulle scelte delle popolazioni più deprivate, che abitano territori svantaggiati, di spostarsi dal luogo in cui vivono per cercare un nuovo luogo della Terra in cui insediarsi. In particolar modo si vuole mostrare come la società industriale e soprattutto post-industriale abbia prodotto in maniera indiretta le cause che inducono le nuove migrazioni, come ad esempio il surriscaldamento globale che ormai senza ombra di dubbio possiamo dire essere di natura antropica, e che negli ultimi decenni ha creato grandi problemi e preoccupazioni obbligando scienziati e organizzazioni internazionali a pensare e cercare soluzioni per il futuro, o l’accaparramento delle risorse energetiche da parte di multinazionali o stati ad industrializzazione avanzata, o l’esternalizzazione dei rischi e degli effetti collaterali di questo modo di produzione. La scelta di eseguire questo studio utilizzando le lenti della Decrescita, nasce da un personale e datato interesse per essa e dalla curiosità di utilizzare una metodologia di ricerca che esca dalla visione economica propria dell’occidente - e quindi della società industriale - che guarda al fenomeno soltanto nell’ottica di costi/benefici o al massimo paternalista dove raggiunge il suo culmine con l’espressione di uso comune aiutiamoli a casa loro. Questa indagine passa al vaglio critico la società industriale, interrogandosi sulle possibilità che il modello economico dominante sia la causa che spinge le persone a migrare, costringendo le persone ad adattarsi ad un sistema che premia la produttività ai fini della crescita economica, spesso a scapito della qualità della vita e della sostenibilità ambientale. Lo stesso modello al quale possono anche essere imputate le cause delle caratteristiche uniche delle migrazioni nell’era contemporanea, che si distinguono nettamente da quelle del passato sia per la loro dimensione quantitativa che per le motivazioni che le alimentano e sempre più le forzano, come i fattori politici, sociali o ambientali. Seppure si procederà ad un breve riassunto per avere un punto di partenza, questo studio non vuole spiegare in maniera completa ed esaustiva l’intero pensiero della Decrescita nelle sue diverse correnti e interpretazioni - per le quali si rimanda alla bibliografia specifica – ma vuole estrapolarne alcuni principi utili per poter guardare al fenomeno delle migrazioni, non come problema da risolvere all’interno della società industriale, ma come conseguenza fisiologica e necessaria della stessa. Il concetto di Decrescita non nasce di per sé come metodo di analisi delle migrazioni, ma la sua critica al modo di produzione industriale e al predominio della visione economica nelle relazioni, porta con sé una visione complessiva del sistema di adattamento della società umana. Infatti la piena maturità del pensiero decrescente avviene proprio nello stesso momento in cui le migrazioni hanno incrementato la propria portata, caratterizzandosi come spostamenti di popolazioni prevalentemente daFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/112810