Giulia Turatello (matr. 818084) Supervisor: Prof. Guido Menato; Tutor: Dott.ssa Bianca Masturzo "Fetal bradycardia at the second stage of labor and neonatal acidemia in a low-risk obstetric population" BACKGROUND. The 2nd stage of labor is a critical time, often associated with lower oxygen levels and a greater risk of developing neonatal acidemia, which can cause severe neurological sequelae in children. Cardiotocography was introduced in labor wards to identify variations in the fetal heart rate (FHR) potentially linked to low oxygen levels, to intervene swiftly with appropriate obstetric measures. Prolonged FHR decelerations and bradycardia are known to be significant indications of fetal distress. Nonetheless, CTG monitoring still does not represent a reliable method of preventing hypoxic damage in the fetus. OBJECTIVE. The present study aims at quantifying the patient-specific risk of neonatal acidemia as a function of the duration of specific CTG abnormalities seen during the 2nd stage of labor, given the length of said 2nd stage. PATIENTS AND METHODS. A multicenter observational prospective study was conducted on 106 pregnant women at term who underwent continuous CTG monitoring during labor; each recruited patient showed FHR decelerations > 5 minutes or fetal bradycardia > 10 minutes in the 2nd stage of labor. Umbilical cord blood gas analyses were performed in every case immediately after birth. The posterior risk of neonatal acidemia (pH ≤ 7.10) was obtained by combining the background risk of acidemia in the general population and the likelihood ratio derived from the duration of abnormally low FHR. The background risk of acidemia was calculated in a retrospective cohort of 13108 pregnant women with normal CTG traces; such risk has then been stratified according to 2nd stage duration (from 1 to 180 minutes). RESULTS. The mean risk of pH ≤ 7.10 in the general obstetric population was 3.2%, ranging from 2.3% to 7.9% from 1 to 180 minutes of duration of the 2nd stage. The pH decrement was 0.2 units per hour in the 2nd stage of labor. Among patients with CTG anomalies during the 2nd stage, 59 out of 106 cases developed neonatal acidemia (55.6%). The duration of fetal decelerations and bradycardia was longer in acidemic vs non-acidemic neonates (14±8.5 vs 8.9±4.2 minutes, respectively; p-value<0.001). The risk of neonatal acidemia associated with specific CTG abnormalities was 5.03% with decelerations > 5 minutes, 6.40% with bradycardia of 11-15 minutes, 12.33% with bradycardia of 15-20 and 35.30% with bradycardia >20 minutes. The pH decrease was 0.01 units per 2 minutes of abnormal fetal heart rate reduction. CONCLUSIONS. There is a direct correlation between the risk of neonatal pH ≤ 7.10, the duration of specific CTG abnormalities (FHR decelerations > 5 minutes and bradycardia > 10 minutes) and the amount of time spent in the 2nd stage of labor. The maximum risk is associated with extended FHR decreases occurring late in the 2nd stage of prolonged labors.

Giulia Turatello (matr. 818084) Relatore: Prof. Guido Menato; Correlatore: Dott.ssa Bianca Masturzo "Bradicardia fetale nel secondo stadio del travaglio ed acidemia neonatale in una popolazione ostetrica a basso rischio" BACKGROUND. Il 2° stadio del travaglio è un momento critico, spesso associato a minore ossigenazione fetale ed aumentato rischio di sviluppo di acidemia neonatale, la quale può condurre a gravi sequele neurologiche nel neonato. La cardiotocografia (CTG) si è affermata nelle sale parto al fine di individuare variazioni della frequenza cardiaca fetale (FCF) potenzialmente correlate a ridotta ossigenazione, così da poter procedere tempestivamente con gli adeguati interventi ostetrici. Il tradizionale utilizzo della metodica tuttavia, pur identificando nelle decelerazioni prolungate e negli episodi di bradicardia fetale segni cruciali di compromissione, presenta ancora un’accuratezza non ottimale nella prevenzione del danno ipossico. OBIETTIVI. Il presente lavoro mira a quantificare il rischio individuale di acidemia neonatale in funzione della durata delle anomalie CTG rilevate durante il 2° stadio del travaglio, tenendo in considerazione la durata dello stadio stesso. PAZIENTI E METODI. È stato condotto uno studio osservazionale prospettico multicentrico su 106 pazienti gravide a termine sottoposte a monitoraggio CTG continuo durante il travaglio; tutte le donne arruolate hanno mostrato decelerazioni della FCF > 5 minuti o bradicardia fetale > 10 minuti nel 2° stadio del travaglio. È stata eseguita in tutti i casi una emogasanalisi cordonale immediatamente dopo la nascita. Il rischio di acidemia neonatale (pH ≤ 7.10) è stato ricavato dalla combinazione del valore di rischio basale di acidemia nella popolazione generale ed il likelihood ratio di acidemia calcolato a partire dalla durata delle anomalie CTG registrate. Il rischio basale di acidemia è stato derivato da un campione reclutato retrospettivamente di 13108 donne incinte con CTG normale; tale rischio è stato poi stratificato in base alla durata del 2° stadio del travaglio (da 1 a 180 minuti). RISULTATI. Il rischio medio di pH ≤ 7.10 nella popolazione ostetrica generale è risultato pari a 3.2%, con variazioni comprese tra 2.3% per 1 minuto di durata del 2° stadio del travaglio a 7.9% per 180 minuti di durata. Per ogni ora trascorsa nel 2° stadio, si osserva un decremento del pH neonatale di 0.2 punti. Nel gruppo di studio con anomalie CTG nel 2° stadio, 59/106 casi hanno sviluppato acidemia neonatale (55.6%). La durata delle decelerazioni e della bradicardia è risultata maggiore tra i neonati acidemici rispetto a quelli con pH nella norma (14±8.5 vs 8.9 ±4.2 minuti rispettivamente; p-value<0.001). Il rischio di acidemia neonatale in presenza di anomalie CTG è risultato pari a 5.03% per decelerazioni > 5 minuti, 6.40% per bradicardia della durata di 11-15 minuti, 12.33% per bradicardia tra 15 e 20 minuti e 35.30% per bradicardia > 20 minuti. Il valore di pH diminuisce di 0.01 unità per ogni 2 minuti di frequenza cardiaca fetale ridotta. CONCLUSIONI. Il rischio di pH neonatale ≤ 7.10 è direttamente proporzionale alla durata di specifiche anomalie CTG (decelerazioni > 5 minuti e bradicardia > 10 minuti) ed al tempo trascorso nel 2° stadio del travaglio. Il rischio è massimo in presenza di riduzioni prolungate della FCF insorgenti nella fase terminale di travagli con secondo stadio di lunga durata.

Bradicardia fetale nel secondo stadio del travaglio ed acidemia neonatale in una popolazione ostetrica a basso rischio

TURATELLO, GIULIA
2020/2021

Abstract

Giulia Turatello (matr. 818084) Relatore: Prof. Guido Menato; Correlatore: Dott.ssa Bianca Masturzo "Bradicardia fetale nel secondo stadio del travaglio ed acidemia neonatale in una popolazione ostetrica a basso rischio" BACKGROUND. Il 2° stadio del travaglio è un momento critico, spesso associato a minore ossigenazione fetale ed aumentato rischio di sviluppo di acidemia neonatale, la quale può condurre a gravi sequele neurologiche nel neonato. La cardiotocografia (CTG) si è affermata nelle sale parto al fine di individuare variazioni della frequenza cardiaca fetale (FCF) potenzialmente correlate a ridotta ossigenazione, così da poter procedere tempestivamente con gli adeguati interventi ostetrici. Il tradizionale utilizzo della metodica tuttavia, pur identificando nelle decelerazioni prolungate e negli episodi di bradicardia fetale segni cruciali di compromissione, presenta ancora un’accuratezza non ottimale nella prevenzione del danno ipossico. OBIETTIVI. Il presente lavoro mira a quantificare il rischio individuale di acidemia neonatale in funzione della durata delle anomalie CTG rilevate durante il 2° stadio del travaglio, tenendo in considerazione la durata dello stadio stesso. PAZIENTI E METODI. È stato condotto uno studio osservazionale prospettico multicentrico su 106 pazienti gravide a termine sottoposte a monitoraggio CTG continuo durante il travaglio; tutte le donne arruolate hanno mostrato decelerazioni della FCF > 5 minuti o bradicardia fetale > 10 minuti nel 2° stadio del travaglio. È stata eseguita in tutti i casi una emogasanalisi cordonale immediatamente dopo la nascita. Il rischio di acidemia neonatale (pH ≤ 7.10) è stato ricavato dalla combinazione del valore di rischio basale di acidemia nella popolazione generale ed il likelihood ratio di acidemia calcolato a partire dalla durata delle anomalie CTG registrate. Il rischio basale di acidemia è stato derivato da un campione reclutato retrospettivamente di 13108 donne incinte con CTG normale; tale rischio è stato poi stratificato in base alla durata del 2° stadio del travaglio (da 1 a 180 minuti). RISULTATI. Il rischio medio di pH ≤ 7.10 nella popolazione ostetrica generale è risultato pari a 3.2%, con variazioni comprese tra 2.3% per 1 minuto di durata del 2° stadio del travaglio a 7.9% per 180 minuti di durata. Per ogni ora trascorsa nel 2° stadio, si osserva un decremento del pH neonatale di 0.2 punti. Nel gruppo di studio con anomalie CTG nel 2° stadio, 59/106 casi hanno sviluppato acidemia neonatale (55.6%). La durata delle decelerazioni e della bradicardia è risultata maggiore tra i neonati acidemici rispetto a quelli con pH nella norma (14±8.5 vs 8.9 ±4.2 minuti rispettivamente; p-value<0.001). Il rischio di acidemia neonatale in presenza di anomalie CTG è risultato pari a 5.03% per decelerazioni > 5 minuti, 6.40% per bradicardia della durata di 11-15 minuti, 12.33% per bradicardia tra 15 e 20 minuti e 35.30% per bradicardia > 20 minuti. Il valore di pH diminuisce di 0.01 unità per ogni 2 minuti di frequenza cardiaca fetale ridotta. CONCLUSIONI. Il rischio di pH neonatale ≤ 7.10 è direttamente proporzionale alla durata di specifiche anomalie CTG (decelerazioni > 5 minuti e bradicardia > 10 minuti) ed al tempo trascorso nel 2° stadio del travaglio. Il rischio è massimo in presenza di riduzioni prolungate della FCF insorgenti nella fase terminale di travagli con secondo stadio di lunga durata.
Fetal bradycardia at the second stage of labor and neonatal acidemia in a low-risk obstetric population
Giulia Turatello (matr. 818084) Supervisor: Prof. Guido Menato; Tutor: Dott.ssa Bianca Masturzo "Fetal bradycardia at the second stage of labor and neonatal acidemia in a low-risk obstetric population" BACKGROUND. The 2nd stage of labor is a critical time, often associated with lower oxygen levels and a greater risk of developing neonatal acidemia, which can cause severe neurological sequelae in children. Cardiotocography was introduced in labor wards to identify variations in the fetal heart rate (FHR) potentially linked to low oxygen levels, to intervene swiftly with appropriate obstetric measures. Prolonged FHR decelerations and bradycardia are known to be significant indications of fetal distress. Nonetheless, CTG monitoring still does not represent a reliable method of preventing hypoxic damage in the fetus. OBJECTIVE. The present study aims at quantifying the patient-specific risk of neonatal acidemia as a function of the duration of specific CTG abnormalities seen during the 2nd stage of labor, given the length of said 2nd stage. PATIENTS AND METHODS. A multicenter observational prospective study was conducted on 106 pregnant women at term who underwent continuous CTG monitoring during labor; each recruited patient showed FHR decelerations > 5 minutes or fetal bradycardia > 10 minutes in the 2nd stage of labor. Umbilical cord blood gas analyses were performed in every case immediately after birth. The posterior risk of neonatal acidemia (pH ≤ 7.10) was obtained by combining the background risk of acidemia in the general population and the likelihood ratio derived from the duration of abnormally low FHR. The background risk of acidemia was calculated in a retrospective cohort of 13108 pregnant women with normal CTG traces; such risk has then been stratified according to 2nd stage duration (from 1 to 180 minutes). RESULTS. The mean risk of pH ≤ 7.10 in the general obstetric population was 3.2%, ranging from 2.3% to 7.9% from 1 to 180 minutes of duration of the 2nd stage. The pH decrement was 0.2 units per hour in the 2nd stage of labor. Among patients with CTG anomalies during the 2nd stage, 59 out of 106 cases developed neonatal acidemia (55.6%). The duration of fetal decelerations and bradycardia was longer in acidemic vs non-acidemic neonates (14±8.5 vs 8.9±4.2 minutes, respectively; p-value<0.001). The risk of neonatal acidemia associated with specific CTG abnormalities was 5.03% with decelerations > 5 minutes, 6.40% with bradycardia of 11-15 minutes, 12.33% with bradycardia of 15-20 and 35.30% with bradycardia >20 minutes. The pH decrease was 0.01 units per 2 minutes of abnormal fetal heart rate reduction. CONCLUSIONS. There is a direct correlation between the risk of neonatal pH ≤ 7.10, the duration of specific CTG abnormalities (FHR decelerations > 5 minutes and bradycardia > 10 minutes) and the amount of time spent in the 2nd stage of labor. The maximum risk is associated with extended FHR decreases occurring late in the 2nd stage of prolonged labors.
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