The thesis project attempts to use the ingredients of geography expounded by Von Humboldt and synthesized by Farinelli, suggestion, reflective analysis, and synthetic representation, to construct a geographic activity to bring pupils closer to their own territory and especially to the river landscape of the Stura of Nole. Starting from a story, invented to capture pupils' interest, some activities related to personal emotions and subjective representations were developed to help children enter inside the design and generate an authentic educational question; in a second moment the real didactic with consequent learning is developed. Exploration and analysis of the river landscape were in some cases anticipated and always followed by brainstorming and collective discussions, then we connected to more purely analytical activities, such as map drawing, written texts, interviews and the creation of a model. Field trips and in-depth classroom activities became the tools for attempting to move away from the idea of geography as a mnemonic and descriptive study and reach a level of personal reworking and understanding of what surrounds us all. The children themselves become “expert teachers” during the outing with their parents. And the parents in seeing their children in this unexpected role are moved, the landscape almost becomes emotional and functional relationship education, brought to the media record as affectivity education. This demonstrates the effectiveness of landscape as a mediator for inclusion. Indeed, starting from a geographical cue, pupils refine their spatial, artistic, writing and collaborative skills to the point of collectively reflecting and discussing conscious and responsible citizenship and environmental protection.
Il progetto della tesi tenta di utilizzare gli ingredienti della geografia esposti da Von Humboldt e sintetizzati da Farinelli, suggestione, analisi riflessiva e rappresentazione sintetica, per costruire un’attività geografica che avvicini gli alunni al proprio territorio ed in particolare al paesaggio fluviale della Stura di Nole. Partendo da un racconto, inventato per catturare l’interesse degli alunni, si sono sviluppate alcune attività collegate alle emozioni personali e alle rappresentazioni soggettive per aiutare i bambini ad entrare dentro la progettazione e a generare una domanda educativa autentica; in un secondo momento viene sviluppata la vera didattica con conseguente apprendimento. L’esplorazione e l’analisi del paesaggio fluviale sono state in alcuni casi anticipate e sempre seguite da brainstorming e discussioni collettive, successivamente ci si è collegati ad attività più prettamente analitiche, quali il disegno di mappe, i testi scritti, le interviste e la creazione di un plastico. Le uscite sul terreno e le attività di approfondimento in classe sono diventate gli strumenti per tentare di allontanarsi dall’idea di geografia come studio mnemonico e descrittivo e raggiungere un livello di rielaborazione personale e di comprensione di quello che circonda tutti noi. I bambini diventano loro stessi “insegnanti esperti” durante l’uscita con i genitori. Ed i genitori nel vedere i loro figli in questo ruolo inatteso si commuovono, il paesaggio diviene quasi educazione alla relazione emotiva e funzionale, portata alla cronaca mediatica come educazione all’affettività. Questo a dimostrazione dell’efficacia del paesaggio come mediatore per l’inclusione. Infatti, partendo da uno spunto geografico gli alunni affinano le loro competenze spaziali, artistiche, di scrittura e di collaborazione fino a riflettere e discutere collettivamente di cittadinanza consapevole e responsabile e di salvaguardia dell’ambiente.
Di là dal fiume e tra i bambini: il paesaggio come mediatore per l'inclusione. Sperimentazione sulla Stura di Nole
PECCHIO CHIARIGLIONE, FABIANA
2023/2024
Abstract
Il progetto della tesi tenta di utilizzare gli ingredienti della geografia esposti da Von Humboldt e sintetizzati da Farinelli, suggestione, analisi riflessiva e rappresentazione sintetica, per costruire un’attività geografica che avvicini gli alunni al proprio territorio ed in particolare al paesaggio fluviale della Stura di Nole. Partendo da un racconto, inventato per catturare l’interesse degli alunni, si sono sviluppate alcune attività collegate alle emozioni personali e alle rappresentazioni soggettive per aiutare i bambini ad entrare dentro la progettazione e a generare una domanda educativa autentica; in un secondo momento viene sviluppata la vera didattica con conseguente apprendimento. L’esplorazione e l’analisi del paesaggio fluviale sono state in alcuni casi anticipate e sempre seguite da brainstorming e discussioni collettive, successivamente ci si è collegati ad attività più prettamente analitiche, quali il disegno di mappe, i testi scritti, le interviste e la creazione di un plastico. Le uscite sul terreno e le attività di approfondimento in classe sono diventate gli strumenti per tentare di allontanarsi dall’idea di geografia come studio mnemonico e descrittivo e raggiungere un livello di rielaborazione personale e di comprensione di quello che circonda tutti noi. I bambini diventano loro stessi “insegnanti esperti” durante l’uscita con i genitori. Ed i genitori nel vedere i loro figli in questo ruolo inatteso si commuovono, il paesaggio diviene quasi educazione alla relazione emotiva e funzionale, portata alla cronaca mediatica come educazione all’affettività. Questo a dimostrazione dell’efficacia del paesaggio come mediatore per l’inclusione. Infatti, partendo da uno spunto geografico gli alunni affinano le loro competenze spaziali, artistiche, di scrittura e di collaborazione fino a riflettere e discutere collettivamente di cittadinanza consapevole e responsabile e di salvaguardia dell’ambiente.File | Dimensione | Formato | |
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