The purpose of this thesis is to analyze the translation of taboo language in audiovisual products, with a particular focus on the rendition of vulgar language in Italian dubbing, as dubbing is the most widely used audiovisual translation’s modality in Italy. The translation of swearwords in Italian dubbing has been the subject of discussion in the last twenty years, as it has been observed that dialogue translators often resort to repetitive linguistic solutions that are too faithful to the original language, thus compromising the naturalness of the product for the Italian audience. The purpose of this study is, therefore, to assess whether there is still an excessive use of translational routines—fixed and repetitive formulas—and whether these are still perceived by Italians as unnatural linguistic expressions, typical of “dubbese”. To this end, the dialogues of the first season of nine television series, distributed over the past decade on various streaming platforms, were examined: Peaky Blinders, Fleabag, After Life, Red Oaks, The End of the Fucking World, Sex Education, Euphoria, Ted Lasso, and Heartbreak High. For each series, all vulgar terms and expressions found in the original English version were transcribed, along with their corresponding translations in the dubbed version; cases of omission, attenuation, and addition were also highlighted. Subsequently, the terms were categorized and analyzed based on their semantic field. Finally, a sociolinguistic questionnaire was administered to a group of 70 young adults to evaluate their perception of the linguistic solutions adopted in the dubbing of the television series analyzed in this thesis.
Il presente elaborato si propone di analizzare la traduzione del turpiloquio nei prodotti audiovisivi; in particolar modo, si è deciso di focalizzare l’attenzione sulla resa del linguaggio volgare nel doppiaggio italiano, essendo la modalità di traduzione audiovisiva più utilizzata nella penisola. La traduzione del turpiloquio nel doppiaggio italiano è stata spesso oggetto di discussione nell’ultimo ventennio, in quanto è stato osservato che gli adattatori dialoghisti ricorrono spesso a soluzioni linguistiche ripetitive e troppo fedeli alla lingua originale, compromettendo così la naturalezza del prodotto per il pubblico italiano. Lo scopo del presente elaborato è, dunque, valutare se ancora oggi si assista a un utilizzo eccessivo di routines traduttive – formule fisse e ripetitive – e se esse siano ancora percepite dagli italiani come formule linguistiche innaturali, tipiche del “doppiaggese”. A tale scopo, sono stati esaminati i dialoghi filmici della prima stagione di 9 serie televisive distribuite nell’ultimo decennio sulle diverse piattaforme streaming, ovvero Peaky Blinders, Fleabag, After Life, Red Oaks, The End of the Fucking World, Sex Education, Euphoria, Ted Lasso e Heartbreak High. Per ogni serie televisiva sono stati trascritti tutti i termini e le espressioni volgari riscontrati nella versione originale in lingua inglese, e i relativi traducenti adottati nella versione doppiata; sono stati inoltre evidenziati i casi di omissione, di attenuazione e di aggiunta. I termini sono stati, in seguito, suddivisi e analizzati in base al campo semantico di appartenenza. Infine, è stato somministrato un questionario sociolinguistico sul turpiloquio a un gruppo di 70 giovani adulti, per valutare la loro percezione riguardo le soluzioni linguistiche adottate nel doppiaggio delle serie televisive analizzate nella tesi.
«Bada a come cazzo parli»: analisi sociolinguistica del turpiloquio nel doppiaggio italiano.
CUSENZA, CARLOTTA
2023/2024
Abstract
Il presente elaborato si propone di analizzare la traduzione del turpiloquio nei prodotti audiovisivi; in particolar modo, si è deciso di focalizzare l’attenzione sulla resa del linguaggio volgare nel doppiaggio italiano, essendo la modalità di traduzione audiovisiva più utilizzata nella penisola. La traduzione del turpiloquio nel doppiaggio italiano è stata spesso oggetto di discussione nell’ultimo ventennio, in quanto è stato osservato che gli adattatori dialoghisti ricorrono spesso a soluzioni linguistiche ripetitive e troppo fedeli alla lingua originale, compromettendo così la naturalezza del prodotto per il pubblico italiano. Lo scopo del presente elaborato è, dunque, valutare se ancora oggi si assista a un utilizzo eccessivo di routines traduttive – formule fisse e ripetitive – e se esse siano ancora percepite dagli italiani come formule linguistiche innaturali, tipiche del “doppiaggese”. A tale scopo, sono stati esaminati i dialoghi filmici della prima stagione di 9 serie televisive distribuite nell’ultimo decennio sulle diverse piattaforme streaming, ovvero Peaky Blinders, Fleabag, After Life, Red Oaks, The End of the Fucking World, Sex Education, Euphoria, Ted Lasso e Heartbreak High. Per ogni serie televisiva sono stati trascritti tutti i termini e le espressioni volgari riscontrati nella versione originale in lingua inglese, e i relativi traducenti adottati nella versione doppiata; sono stati inoltre evidenziati i casi di omissione, di attenuazione e di aggiunta. I termini sono stati, in seguito, suddivisi e analizzati in base al campo semantico di appartenenza. Infine, è stato somministrato un questionario sociolinguistico sul turpiloquio a un gruppo di 70 giovani adulti, per valutare la loro percezione riguardo le soluzioni linguistiche adottate nel doppiaggio delle serie televisive analizzate nella tesi.File | Dimensione | Formato | |
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