L'obiettivo di questa tesi è quello di mettere a confronto due strutture che, per certi versi, hanno una storia simile: il Forte di Exilles, situato in Valle di Susa, e il Forte di Bard, situato all'imbocco della Valle d'Aosta. Sorti entrambi come castelli medievali a controllo di un tratto strategico della strada, subirono nel corso dei secoli parecchi assedi e vennero più volte rasi al suolo e poi ricostruiti. Il parallelismo tra le due fortezze permette di formulare alcune considerazioni sul recupero e sul futuro di queste grandi opere d'arte militare, individuando le differenze nell'utilizzo di queste come attrattive turistiche. Conservare la memoria storica del passato è un obiettivo della massima importanza; ma il recupero strutturale e funzionale di questi enormi complessi costa alla comunità una quantità incredibile di denaro. È pertanto opportuno, una volta terminati i lavori di recupero e restauro, che queste strutture vengano utilizzate a scopo turistico, in modo che vi sia un'efficace ricaduta sul territorio, per l'immagine, l'economia e la popolazione del luogo in cui sorgono le strutture, così da giustificare coi fatti lo stanziamento di tanto denaro pubblico. Perché questo avvenga è necessario che i forti non diventino solo ¿musei di se stessi¿, ma che al loro interno vengano organizzati eventi, mostre, concerti, convegni, in modo tale da portare sempre più persone a conoscenza di queste strutture, e diventare così promotrici e vetrine delle valli, della popolazione e del territorio in cui sono situate. Non dimentichiamo, inoltre, la loro potenzialità didattica: tra le mura di queste strutture è infatti possibile far nascere laboratori e spazi didattici utili a far conoscere la nostra storia, oltre che il nostro territorio. La prima parte del mio lavoro è incentrato sul Forte di Exilles: dopo una breve sintesi delle tappe storiche più significative che l'hanno interessato, si passa a descrivere il processo di recupero che ha trasformato il Forte da struttura con scopo prevalentemente difensivo ad attrazione turistica; viene poi esaminata nel dettaglio l'organizzazione e la gestione del Forte, affidata a una specifica associazione preposta alla gestione e valorizzazione della struttura. Prima di passare alla parte conclusiva, inerente ai progetti futuri di utilizzo del Forte, è stata riportata una panoramica inerente al ¿tipo di turista¿ che frequenta il Forte, ricostruita grazie alle preziose informazioni fornite oralmente da Cristina Natta Soleri, responsabile della consulenza tecnica per il Forte di Exilles. Nella seconda parte viene invece trattato, con lo stesso ordine di argomenti, il Forte di Bard, per il quale mi è stato molto più facile reperire le informazioni necessarie, grazie alla cortese disponibilità delle persone collocate al punto accoglienza e a tutto lo staff in generale. Per quanto riguarda il profilo del ¿turista tipo¿, per esempio, il mio lavoro è stato facilitato dal fatto che l'associazione Forte di Bard ha dedicato molta attenzione a questo argomento, somministrando per diversi anni un questionario ai visitatori al termine della loro visita. In questo modo gli amministratori hanno potuto disporre di elementi utili sia per la gestione dei servizi erogati che per la definizione degli obiettivi futuri. E i risultati non sono mancati, come vedremo.

Due strutture apparentemente simili ma in realtà molto differenti: i Forti di Exilles e Bard a confronto.

DOSIO, CRISTINA
2009/2010

Abstract

L'obiettivo di questa tesi è quello di mettere a confronto due strutture che, per certi versi, hanno una storia simile: il Forte di Exilles, situato in Valle di Susa, e il Forte di Bard, situato all'imbocco della Valle d'Aosta. Sorti entrambi come castelli medievali a controllo di un tratto strategico della strada, subirono nel corso dei secoli parecchi assedi e vennero più volte rasi al suolo e poi ricostruiti. Il parallelismo tra le due fortezze permette di formulare alcune considerazioni sul recupero e sul futuro di queste grandi opere d'arte militare, individuando le differenze nell'utilizzo di queste come attrattive turistiche. Conservare la memoria storica del passato è un obiettivo della massima importanza; ma il recupero strutturale e funzionale di questi enormi complessi costa alla comunità una quantità incredibile di denaro. È pertanto opportuno, una volta terminati i lavori di recupero e restauro, che queste strutture vengano utilizzate a scopo turistico, in modo che vi sia un'efficace ricaduta sul territorio, per l'immagine, l'economia e la popolazione del luogo in cui sorgono le strutture, così da giustificare coi fatti lo stanziamento di tanto denaro pubblico. Perché questo avvenga è necessario che i forti non diventino solo ¿musei di se stessi¿, ma che al loro interno vengano organizzati eventi, mostre, concerti, convegni, in modo tale da portare sempre più persone a conoscenza di queste strutture, e diventare così promotrici e vetrine delle valli, della popolazione e del territorio in cui sono situate. Non dimentichiamo, inoltre, la loro potenzialità didattica: tra le mura di queste strutture è infatti possibile far nascere laboratori e spazi didattici utili a far conoscere la nostra storia, oltre che il nostro territorio. La prima parte del mio lavoro è incentrato sul Forte di Exilles: dopo una breve sintesi delle tappe storiche più significative che l'hanno interessato, si passa a descrivere il processo di recupero che ha trasformato il Forte da struttura con scopo prevalentemente difensivo ad attrazione turistica; viene poi esaminata nel dettaglio l'organizzazione e la gestione del Forte, affidata a una specifica associazione preposta alla gestione e valorizzazione della struttura. Prima di passare alla parte conclusiva, inerente ai progetti futuri di utilizzo del Forte, è stata riportata una panoramica inerente al ¿tipo di turista¿ che frequenta il Forte, ricostruita grazie alle preziose informazioni fornite oralmente da Cristina Natta Soleri, responsabile della consulenza tecnica per il Forte di Exilles. Nella seconda parte viene invece trattato, con lo stesso ordine di argomenti, il Forte di Bard, per il quale mi è stato molto più facile reperire le informazioni necessarie, grazie alla cortese disponibilità delle persone collocate al punto accoglienza e a tutto lo staff in generale. Per quanto riguarda il profilo del ¿turista tipo¿, per esempio, il mio lavoro è stato facilitato dal fatto che l'associazione Forte di Bard ha dedicato molta attenzione a questo argomento, somministrando per diversi anni un questionario ai visitatori al termine della loro visita. In questo modo gli amministratori hanno potuto disporre di elementi utili sia per la gestione dei servizi erogati che per la definizione degli obiettivi futuri. E i risultati non sono mancati, come vedremo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/112682