L’istituzione di un Servizio sanitario nazionale (SSN) nel 1978 costituisce uno dei momenti più importanti nella definizione degli assetti e delle politiche della Repubblica italiana. Con il Trattato di Maastricht del 1993 gli obiettivi di salute sono divenuti parte integrante delle politiche sociali europee, il che ha prodotto un particolare interesse verso i temi della prevenzione, dell’informazione e dell’educazione sanitaria. Ed è a partire dal 2000 che le strategie di sanità pubblica e di prevenzione sanitaria hanno subito un ulteriore rafforzamento in ambito internazionale, principalmente a seguito delle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), della Commissione europea, del Consiglio e del Parlamento europei, che hanno stimolato l’adozione di iniziative, azioni e misure ispirate a principi di Evidence Based Prevention. Il fabbisogno sanitario italiano, ossia il livello complessivo delle risorse del Servizio sanitario nazionale al cui finanziamento concorre lo Stato, viene determinato annualmente dalla legge statale. Il fabbisogno sanitario nella sua componente “indistinta” è finanziato dalle seguenti fonti: - Entrate proprie delle aziende del Servizio sanitario nazionale, in un importo definito in seguito ad un’intesa fra Stato e Regioni; - Fiscalità generale delle Regioni: imposta regionale sulle attività produttive – IRAP, nella componente di gettito destinata al finanziamento della sanità, e addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF. - Compartecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano: tali enti compartecipano al finanziamento sanitario fino a concorrenza del fabbisogno non soddisfatto delle fonti descritte nei punti precedenti, tranne la Regione Sicilia, per la quale l’aliquota di compartecipazione è fissata dal 2009 nella misura del 49,11 per cento del suo fabbisogno sanitario; - Bilancio dello Stato: esso finanzia il fabbisogno sanitario non coperto dalle altre fonti di finanziamento attraverso la compartecipazione all’imposta sul valore aggiunto – IVA, le accise sui carburanti e attraverso il Fondo sanitario nazionale. La composizione del finanziamento del SSN è evidenziata nei cosiddetti “riparti” proposti dal Ministero della Salute sui quali si raggiunge un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e che sono in seguito recepiti con propria delibera dal Comitato interministeriale per la programmazione economica – CIPE. Le Regioni assegnano, in base a determinati parametri, le risorse finanziarie alle aziende, che le utilizzano per garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni di loro competenza previste dal Livelli essenziali di assistenza (LEA). Le manovre finanziarie del Governo apportano le modifiche ai livelli di finanziamento a carico dello Stato. Il sistema sanitario può essere analizzato attraverso il tradizionale approccio economico (domanda, offerta, finanziamento, forme di concorrenza, spesa) e secondo una logica sistemica (modelli istituzionali e di governance, logiche d funzionamento, performance) che aiuta a comprendere e valutare le riforme sanitarie attuate negli ultimi trent’anni. È certo che il sistema sanitario italiano sia pubblico, nel suo insieme, ma la presenza di privato è comunque considerevole.
Il riparto del fabbisogno sanitario nazionale tra nuovi criteri e attuazioni incompiute
VRUSHI, ALESSIA
2023/2024
Abstract
L’istituzione di un Servizio sanitario nazionale (SSN) nel 1978 costituisce uno dei momenti più importanti nella definizione degli assetti e delle politiche della Repubblica italiana. Con il Trattato di Maastricht del 1993 gli obiettivi di salute sono divenuti parte integrante delle politiche sociali europee, il che ha prodotto un particolare interesse verso i temi della prevenzione, dell’informazione e dell’educazione sanitaria. Ed è a partire dal 2000 che le strategie di sanità pubblica e di prevenzione sanitaria hanno subito un ulteriore rafforzamento in ambito internazionale, principalmente a seguito delle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), della Commissione europea, del Consiglio e del Parlamento europei, che hanno stimolato l’adozione di iniziative, azioni e misure ispirate a principi di Evidence Based Prevention. Il fabbisogno sanitario italiano, ossia il livello complessivo delle risorse del Servizio sanitario nazionale al cui finanziamento concorre lo Stato, viene determinato annualmente dalla legge statale. Il fabbisogno sanitario nella sua componente “indistinta” è finanziato dalle seguenti fonti: - Entrate proprie delle aziende del Servizio sanitario nazionale, in un importo definito in seguito ad un’intesa fra Stato e Regioni; - Fiscalità generale delle Regioni: imposta regionale sulle attività produttive – IRAP, nella componente di gettito destinata al finanziamento della sanità, e addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche – IRPEF. - Compartecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano: tali enti compartecipano al finanziamento sanitario fino a concorrenza del fabbisogno non soddisfatto delle fonti descritte nei punti precedenti, tranne la Regione Sicilia, per la quale l’aliquota di compartecipazione è fissata dal 2009 nella misura del 49,11 per cento del suo fabbisogno sanitario; - Bilancio dello Stato: esso finanzia il fabbisogno sanitario non coperto dalle altre fonti di finanziamento attraverso la compartecipazione all’imposta sul valore aggiunto – IVA, le accise sui carburanti e attraverso il Fondo sanitario nazionale. La composizione del finanziamento del SSN è evidenziata nei cosiddetti “riparti” proposti dal Ministero della Salute sui quali si raggiunge un’intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni e che sono in seguito recepiti con propria delibera dal Comitato interministeriale per la programmazione economica – CIPE. Le Regioni assegnano, in base a determinati parametri, le risorse finanziarie alle aziende, che le utilizzano per garantire ai cittadini l’erogazione delle prestazioni di loro competenza previste dal Livelli essenziali di assistenza (LEA). Le manovre finanziarie del Governo apportano le modifiche ai livelli di finanziamento a carico dello Stato. Il sistema sanitario può essere analizzato attraverso il tradizionale approccio economico (domanda, offerta, finanziamento, forme di concorrenza, spesa) e secondo una logica sistemica (modelli istituzionali e di governance, logiche d funzionamento, performance) che aiuta a comprendere e valutare le riforme sanitarie attuate negli ultimi trent’anni. È certo che il sistema sanitario italiano sia pubblico, nel suo insieme, ma la presenza di privato è comunque considerevole.File | Dimensione | Formato | |
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