Questo elaborato analizza la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul caso Lapunov contro Russia. Il caso, presentato alla Corte EDU il 24 maggio 2019, risulta ad oggi l’unico ricorso di una vittima per arresti illegittimi, violenze e torture avvenute nella Federazione Russa, in particolare in Cecenia, nei confronti di uomini omosessuali a partire dal 2017. Le prime a porre l’attenzione su questi avvenimenti, rinominati “gay purges”, sono state due giornaliste di Novaya Gazeta che il 1 aprile 2017 denunciano queste discriminazioni. La questione è stata ripresa da molteplici testate giornalistiche occidentali e anche da ONG ed organizzazioni internazionali come il Consiglio d’Europa, l’Unione Europea e l’OSCE. Il richiedente, nel 2017, denuncia di aver vissuto in prima persona le discriminazioni e le violenze, con una detenzione illegittima di due settimane sulla base del suo orientamento sessuale. Nell’analisi della sentenza del caso in esame risulta necessario approfondire la situazione unica riguardante la Federazione Russa. Infatti il 16 marzo 2022, in seguito alle tensioni geopolitiche ed a seguito all’aggressione all’Ucraina, il Paese russo viene espulso dal Consiglio d’Europa e conseguentemente anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’espulsione pone diverse questioni rispetto il futuro dei trattati, in particolare per la convenzione della CEDU ed anche sul futuro di tutti i ricorsi pendenti presso la Corte EDU.
Caso Lapunov contro Russia davanti alla Corte EDU in seguito all’espulsione della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa
FERRERO, NICOLÒ
2023/2024
Abstract
Questo elaborato analizza la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sul caso Lapunov contro Russia. Il caso, presentato alla Corte EDU il 24 maggio 2019, risulta ad oggi l’unico ricorso di una vittima per arresti illegittimi, violenze e torture avvenute nella Federazione Russa, in particolare in Cecenia, nei confronti di uomini omosessuali a partire dal 2017. Le prime a porre l’attenzione su questi avvenimenti, rinominati “gay purges”, sono state due giornaliste di Novaya Gazeta che il 1 aprile 2017 denunciano queste discriminazioni. La questione è stata ripresa da molteplici testate giornalistiche occidentali e anche da ONG ed organizzazioni internazionali come il Consiglio d’Europa, l’Unione Europea e l’OSCE. Il richiedente, nel 2017, denuncia di aver vissuto in prima persona le discriminazioni e le violenze, con una detenzione illegittima di due settimane sulla base del suo orientamento sessuale. Nell’analisi della sentenza del caso in esame risulta necessario approfondire la situazione unica riguardante la Federazione Russa. Infatti il 16 marzo 2022, in seguito alle tensioni geopolitiche ed a seguito all’aggressione all’Ucraina, il Paese russo viene espulso dal Consiglio d’Europa e conseguentemente anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’espulsione pone diverse questioni rispetto il futuro dei trattati, in particolare per la convenzione della CEDU ed anche sul futuro di tutti i ricorsi pendenti presso la Corte EDU.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/112548