Il diritto ha storicamente trascurato le questioni di genere e anzi ha contribuito a perpetuare disuguaglianze, riflettendo gli stereotipi propri della società patriarcale. Solo negli ultimi decenni si è assistito ad un graduale ma significativo avanzamento verso l'affermazione di un diritto internazionale di genere che ha avuto un impatto tangibile sulle gender policies degli Stati, sollecitando questi ultimi ad implementarle e renderle effettive. In questo lavoro, attraverso l’analisi della recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) nei confronti dell’Italia in materia di violenza domestica, in particolare delle sentenze Landi c. Italia, De Giorgi c. Italia e M.S. c. Italia, si evidenzia il contributo del sistema CEDU nel contrasto alla violenza di genere a livello internazionale. Infatti, l’interpretazione gender sensitive innovativa della Corte EDU ha consentito di elaborare sul piano giuridico, degli obblighi internazionali in capo agli Stati, in materia di prevenzione, protezione e repressione sulla violenza di genere. Inoltre, l’adozione della Convenzione di Istanbul da parte del Consiglio d’Europa con l’apposito meccanismo di controllo, il Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), hanno rappresentato un passo fondamentale per la tutela delle donne contribuendo, grazie anche alle basi poste dalla Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDEAW), ad ampliare e completare il quadro normativo internazionale in questo campo. Nello specifico, dalle sentenze prese in esame si constata che la Corte EDU ha elaborato un test di dovuta diligenza per stabilire la responsabilità degli Stati riguardo alla violenza domestica perpetrata da privati e, sebbene le sentenze non forniscano indicazioni specifiche in merito, tale test si basa sulla Convenzione di Istanbul, che sempre più costituisce un’importante chiave di lettura della Convenzione CEDU. Nonostante la presenza di un quadro normativo internazionale idoneo, il fenomeno della violenza di genere ed in particolare della violenza domestica non accenna a diminuire. Pertanto, partendo dalle indicazioni della Convenzione di Istanbul, è necessario, non solo infliggere pene congrue in caso di violenza avvenuta, ma anche predisporre percorsi integrati che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali in grado di ridurre il rischio che accadano atti di violenza contro le donne. La violenza di genere dev’essere considerata un problema internazionale globale che richiede l’attivazione di interventi a livello nazionale rivolti alla prevenzione e all’educazione di genere.

La recente giurisprudenza della Corte EDU nei confronti dell'Italia in materia di violenza domestica

NOLIS, CARLA
2023/2024

Abstract

Il diritto ha storicamente trascurato le questioni di genere e anzi ha contribuito a perpetuare disuguaglianze, riflettendo gli stereotipi propri della società patriarcale. Solo negli ultimi decenni si è assistito ad un graduale ma significativo avanzamento verso l'affermazione di un diritto internazionale di genere che ha avuto un impatto tangibile sulle gender policies degli Stati, sollecitando questi ultimi ad implementarle e renderle effettive. In questo lavoro, attraverso l’analisi della recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) nei confronti dell’Italia in materia di violenza domestica, in particolare delle sentenze Landi c. Italia, De Giorgi c. Italia e M.S. c. Italia, si evidenzia il contributo del sistema CEDU nel contrasto alla violenza di genere a livello internazionale. Infatti, l’interpretazione gender sensitive innovativa della Corte EDU ha consentito di elaborare sul piano giuridico, degli obblighi internazionali in capo agli Stati, in materia di prevenzione, protezione e repressione sulla violenza di genere. Inoltre, l’adozione della Convenzione di Istanbul da parte del Consiglio d’Europa con l’apposito meccanismo di controllo, il Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO), hanno rappresentato un passo fondamentale per la tutela delle donne contribuendo, grazie anche alle basi poste dalla Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDEAW), ad ampliare e completare il quadro normativo internazionale in questo campo. Nello specifico, dalle sentenze prese in esame si constata che la Corte EDU ha elaborato un test di dovuta diligenza per stabilire la responsabilità degli Stati riguardo alla violenza domestica perpetrata da privati e, sebbene le sentenze non forniscano indicazioni specifiche in merito, tale test si basa sulla Convenzione di Istanbul, che sempre più costituisce un’importante chiave di lettura della Convenzione CEDU. Nonostante la presenza di un quadro normativo internazionale idoneo, il fenomeno della violenza di genere ed in particolare della violenza domestica non accenna a diminuire. Pertanto, partendo dalle indicazioni della Convenzione di Istanbul, è necessario, non solo infliggere pene congrue in caso di violenza avvenuta, ma anche predisporre percorsi integrati che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali in grado di ridurre il rischio che accadano atti di violenza contro le donne. La violenza di genere dev’essere considerata un problema internazionale globale che richiede l’attivazione di interventi a livello nazionale rivolti alla prevenzione e all’educazione di genere.
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