L'obiettivo della tesi è anche rappresentato dalla comprensione della misura in cui il sistema della moda veloce rappresenti un modello imitabile da altre aziende e quindi una risorsa per il sistema produttivo italiano. La forte propensione a utilizzare reti di fornitura locali, siano esse di produzione o di servizi, rende particolarmente interessante questo aspetto anche in termini di politica economica, perché dimostrerebbe che il tessile-abbigliamento italiano, ancora una volta e in modo non scontato, è riuscito a ritagliarsi uno spazio sul mercato. La procedura di analisi adottata ha permesso di raccogliere e di interpretare dati di bilancio e arrivare così ad una prima stima del sistema fast fashion italiano. La moda veloce italiana fattura circa 2.500 milioni di euro che rappresentano circa l'11% del fatturato complessivo dell'abbigliamento uomo e donna di cui circa il 70% realizzato sul mercato interno. Ovviamente questo dato è una media di realtà molto diverse tra loro, ma rispecchia in modo fedele la tendenza che queste aziende hanno di concentrare lo sviluppo, soprattutto su un mercato a loro vicino e che quindi conoscono bene. La rete di subfornitura consiste in 2.500 aziende subfornitrici per un totale di circa 20.000 addetti; questi numeri si riferiscono però ai subfornitori diretti con i quali le aziende committenti costruiscono delle vere e proprie partnership produttive e con i quali hanno rapporti stabili nel tempo. Rappresentano in un certo senso il numero minimo di subfornitori che le imprese committenti devono avere per poter produrre una gamma di prodotti sufficientemente ampia e articolata. La composizione delle aziende con le quali vengono stretti rapporti di partnership si orienta proprio si orienta proprio con la logica di disporre di tutte le filiere produttive e di tutta la capacità produttiva necessarie per soddisfare la produzione stagionale. Occorre però tenere presente che, oltre alla rete di subfornitura diretta, le aziende committenti spesso integrano le filiere stabilmente attivate con nuove reti, in grado di offrire prodotti o accessori richiesti dalle tendenze commerciali del momento. Del resto gli stessi subfornitori spesso non sono i terminali ultimi della commessa: a loro volta agiscono tramite la loro rete di fornitura per specifiche fasi o per integrare la loro capacità produttiva interna. In termini di performance le aziende che hanno adottato il modello fast fashion hanno ottenuto negli ultimi anni risultati superiori a quelli della media settoriale. Risultato riscontrabile anche tra le aziende italiane. Se si prendono in considerazione gli anni 2002-2010 i tassi di crescita annui del valore delle vendite sono paragonabili a quelli dei colossi internazionali del fast fashion. Le aziende del panel crescono in un momento congiunturale difficile per i consumi interni e in anni caratterizzati dalla forte presenza di competitors. Ma questi sono gli anni in cui le im prese della moda veloce hanno saputo trovare nuove risorse competitive innovando il tradizionale modello del pronto moda, da cui quasi tutte arrivano, rispetto alle proprie caratteristiche e al proprio segmento di riferimento. Analogamente i confronti con altre aziende scelte nel settore tessile abbigliamento e nel solo settore abbigliamento, mostrano come queste hanno un migliore rapporto tra EBITDA e valore delle vendite e che la loro redditività cresce a ritmi superiori.

La revisione dei processi aziendali nel modello fast fashion: alcuni spunti di riflessione

CACCESE, ILENIA
2009/2010

Abstract

L'obiettivo della tesi è anche rappresentato dalla comprensione della misura in cui il sistema della moda veloce rappresenti un modello imitabile da altre aziende e quindi una risorsa per il sistema produttivo italiano. La forte propensione a utilizzare reti di fornitura locali, siano esse di produzione o di servizi, rende particolarmente interessante questo aspetto anche in termini di politica economica, perché dimostrerebbe che il tessile-abbigliamento italiano, ancora una volta e in modo non scontato, è riuscito a ritagliarsi uno spazio sul mercato. La procedura di analisi adottata ha permesso di raccogliere e di interpretare dati di bilancio e arrivare così ad una prima stima del sistema fast fashion italiano. La moda veloce italiana fattura circa 2.500 milioni di euro che rappresentano circa l'11% del fatturato complessivo dell'abbigliamento uomo e donna di cui circa il 70% realizzato sul mercato interno. Ovviamente questo dato è una media di realtà molto diverse tra loro, ma rispecchia in modo fedele la tendenza che queste aziende hanno di concentrare lo sviluppo, soprattutto su un mercato a loro vicino e che quindi conoscono bene. La rete di subfornitura consiste in 2.500 aziende subfornitrici per un totale di circa 20.000 addetti; questi numeri si riferiscono però ai subfornitori diretti con i quali le aziende committenti costruiscono delle vere e proprie partnership produttive e con i quali hanno rapporti stabili nel tempo. Rappresentano in un certo senso il numero minimo di subfornitori che le imprese committenti devono avere per poter produrre una gamma di prodotti sufficientemente ampia e articolata. La composizione delle aziende con le quali vengono stretti rapporti di partnership si orienta proprio si orienta proprio con la logica di disporre di tutte le filiere produttive e di tutta la capacità produttiva necessarie per soddisfare la produzione stagionale. Occorre però tenere presente che, oltre alla rete di subfornitura diretta, le aziende committenti spesso integrano le filiere stabilmente attivate con nuove reti, in grado di offrire prodotti o accessori richiesti dalle tendenze commerciali del momento. Del resto gli stessi subfornitori spesso non sono i terminali ultimi della commessa: a loro volta agiscono tramite la loro rete di fornitura per specifiche fasi o per integrare la loro capacità produttiva interna. In termini di performance le aziende che hanno adottato il modello fast fashion hanno ottenuto negli ultimi anni risultati superiori a quelli della media settoriale. Risultato riscontrabile anche tra le aziende italiane. Se si prendono in considerazione gli anni 2002-2010 i tassi di crescita annui del valore delle vendite sono paragonabili a quelli dei colossi internazionali del fast fashion. Le aziende del panel crescono in un momento congiunturale difficile per i consumi interni e in anni caratterizzati dalla forte presenza di competitors. Ma questi sono gli anni in cui le im prese della moda veloce hanno saputo trovare nuove risorse competitive innovando il tradizionale modello del pronto moda, da cui quasi tutte arrivano, rispetto alle proprie caratteristiche e al proprio segmento di riferimento. Analogamente i confronti con altre aziende scelte nel settore tessile abbigliamento e nel solo settore abbigliamento, mostrano come queste hanno un migliore rapporto tra EBITDA e valore delle vendite e che la loro redditività cresce a ritmi superiori.
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