L’inquinamento atmosferico rappresenta un fattore di rischio per la salute dell’uomo causando, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la morte di circa 3 milioni di persone ogni anno a livello globale. Nel 2021 l’OMS ha pubblicato la revisione delle Linee guida sulla qualità dell’aria abbassando i valori limite degli inquinanti atmosferici ed in particolar modo quelli del particolato (PM), rispetto alla precedente pubblicazione del 2005 ed anche per tale motivo in Europa è in corso un aggiornamento della legislazione in materia. Il PM è una complessa miscela di composti differenti, in grado di causare effetti sull’uomo (es. malattie cardiovascolari e tumori), la caratterizzazione chimico-analitica dei singoli composti adsorbiti sul PM, come ad esempio metalli e idrocarburi policiclici aromatici, non risulta sempre sufficiente per valutare la sua presenza in ambiente e i possibili effetti sulla salute. Una caratterizzazione biologica attraverso test in vitro a breve termine permette di effettuare un’analisi, prendendo in considerazione anche i possibili effetti di tipo sinergici e antagonisti delle varie sostanze. Il presente lavoro si inserisce all’interno di un progetto di ricerca più ampio che vede la collaborazione tra il Laboratorio di Igiene ambientale del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino e ARPA Piemonte, che vuole porre le basi scientifiche per identificare delle nuove metriche di valutazione dell’inquinamento atmosferico basate sull’effetto biologico del PM e non solo sulla sua composizione chimica e di massa, che possano essere d’aiuto alle reti di monitoraggio a tutela della salute collettiva. Scopo dello studio è stata l’analisi biologica del PM10 campionato in due siti della rete di monitoraggio di ARPA Piemonte (background urbano- Torino e background suburbano- Cavallermaggiore) nel periodo estivo (giugno 2023) e in quello invernale (gennaio 2024). Gli estratti organici di PM10 sono stati testati, a diverse concentrazioni, sulle cellule BEAS-2B per valutarne la citotossicità (test WST-1) e il potenziale ossidativo (test DCFDA). In generale i risultati hanno evidenziato, un maggior effetto citotossico e un maggior potenziale ossidativo per i campioni del sito urbano rispetto a quello suburbano, sia per quanto riguarda il periodo estivo sia per quello invernale, inoltre per entrambi i siti il periodo invernale ha un effetto maggiore. Inoltre le analisi di correlazione tra gli effetti biologici degli estratti invernali del PM10 nei due siti di campionamento e la caratterizzazione chimica del PM10 stesso hanno evidenziato significatività considerando la gravimetria e la quota di nitrato di ammonio, enfatizzando l’importanza della componente secondaria del PM10 e della miscela nel suo complesso nel generare effetti biologici. L’utilizzo dei test biologici a breve termine è un strumento fondamentale per definire la tossicità specifica del PM e per fornire informazioni utili alla costruzione di un indice di tossicità del PM che possa essere impiegato come metrica evoluta rispetto all’attuale standard gravimetrico, a tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo.

Metriche biologiche per il monitoraggio del Particolato atmosferico nella Regione Piemonte.

CAMATTI, NOEMI
2023/2024

Abstract

L’inquinamento atmosferico rappresenta un fattore di rischio per la salute dell’uomo causando, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la morte di circa 3 milioni di persone ogni anno a livello globale. Nel 2021 l’OMS ha pubblicato la revisione delle Linee guida sulla qualità dell’aria abbassando i valori limite degli inquinanti atmosferici ed in particolar modo quelli del particolato (PM), rispetto alla precedente pubblicazione del 2005 ed anche per tale motivo in Europa è in corso un aggiornamento della legislazione in materia. Il PM è una complessa miscela di composti differenti, in grado di causare effetti sull’uomo (es. malattie cardiovascolari e tumori), la caratterizzazione chimico-analitica dei singoli composti adsorbiti sul PM, come ad esempio metalli e idrocarburi policiclici aromatici, non risulta sempre sufficiente per valutare la sua presenza in ambiente e i possibili effetti sulla salute. Una caratterizzazione biologica attraverso test in vitro a breve termine permette di effettuare un’analisi, prendendo in considerazione anche i possibili effetti di tipo sinergici e antagonisti delle varie sostanze. Il presente lavoro si inserisce all’interno di un progetto di ricerca più ampio che vede la collaborazione tra il Laboratorio di Igiene ambientale del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche dell’Università di Torino e ARPA Piemonte, che vuole porre le basi scientifiche per identificare delle nuove metriche di valutazione dell’inquinamento atmosferico basate sull’effetto biologico del PM e non solo sulla sua composizione chimica e di massa, che possano essere d’aiuto alle reti di monitoraggio a tutela della salute collettiva. Scopo dello studio è stata l’analisi biologica del PM10 campionato in due siti della rete di monitoraggio di ARPA Piemonte (background urbano- Torino e background suburbano- Cavallermaggiore) nel periodo estivo (giugno 2023) e in quello invernale (gennaio 2024). Gli estratti organici di PM10 sono stati testati, a diverse concentrazioni, sulle cellule BEAS-2B per valutarne la citotossicità (test WST-1) e il potenziale ossidativo (test DCFDA). In generale i risultati hanno evidenziato, un maggior effetto citotossico e un maggior potenziale ossidativo per i campioni del sito urbano rispetto a quello suburbano, sia per quanto riguarda il periodo estivo sia per quello invernale, inoltre per entrambi i siti il periodo invernale ha un effetto maggiore. Inoltre le analisi di correlazione tra gli effetti biologici degli estratti invernali del PM10 nei due siti di campionamento e la caratterizzazione chimica del PM10 stesso hanno evidenziato significatività considerando la gravimetria e la quota di nitrato di ammonio, enfatizzando l’importanza della componente secondaria del PM10 e della miscela nel suo complesso nel generare effetti biologici. L’utilizzo dei test biologici a breve termine è un strumento fondamentale per definire la tossicità specifica del PM e per fornire informazioni utili alla costruzione di un indice di tossicità del PM che possa essere impiegato come metrica evoluta rispetto all’attuale standard gravimetrico, a tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo.
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