L’oggetto della mia tesi è l’approfondimento di una patologia assai diffusa a livello globale, la cheratosi attinica. La cheratosi attinica è una forma precancerosa molto comune, che può generare tumori cutanei solitamente non appartenenti alla famiglia dei melanomi. La sua comparsa è dovuta all’esposizione prolungata alle radiazioni ultraviolette in assenza di schermi o con una protezione solare inadeguata. Le radiazioni causano delle mutazioni nel DNA delle cellule cutanee, portando alla formazione di cellule mutate, atipiche, che con alta probabilità evolveranno nel tempo in tumori. La patologia colpisce prevalentemente gli individui di sesso maschile over 40, di etnia caucasica, di origine anglosassone. L’insorgenza della cheratosi attinica è influenzata da fattori di rischio immodificabili (geni, sesso, età, fototipo, area geografica) e modificabili (fumo di sigaretta, ambiente, attività lavorativa, stile di vita). Le lesioni si manifestano in particolare nelle zone corporee più esposte al sole come viso, dorso delle mani, cuoio capelluto e si suddividono in diverse tipologie: corno cutaneo, cheratosi lichenoide, pigmentata e cheilite attinica. Nella prevenzione, la fotoprotezione topica è una delle strategie più usate per evitare che la cheratosi insorga e per prevenire una possibile trasformazione in forme tumorali. I prodotti solari utilizzati contengono filtri fisici o filtri organici e sono disponibili anche dispositivi medici contenenti fotoliasi (un enzima con azione riparatrice del DNA) abbinata a filtri UV ad alta protezione. Inoltre, per ridurre l’incidenza della patologia, è consigliabile attuare una dieta sana e assumere vitamine (A, C, D, E) e probiotici e limitare l’esposizione solare nelle ore più calde. Nell’elaborato mi sono concentrata sulle terapie disponibili. La scelta della terapia più idonea dipende dalla tipologia di lesioni presenti. I trattamenti si suddividono in due categorie: quelli mirati sulla singola lesione e quelli che agiscono sul campo di cancerizzazione. La prima tipologia rappresenta la modalità di cura di prima linea, impiegata nelle lesioni isolate e consiste, principalmente, in terapie fisiche (crioterapia, terapia laser, curettage e chirurgia) o che prevedono l’applicazione cutanea di preparati a base di colchicina. Se le lesioni non rispondono alla terapia di prima linea, si adottano i trattamenti secondari diretti sul campo di cancerizzazione. Essi hanno la particolarità di agire sulla lesione cheratosica e sulla zona circostante, in modo da prevenire una possibile comparsa di carcinoma delle cellule squamose (SCC) o delle cellule basali (BCC). Inoltre, i trattamenti secondari si suddividono in trattamenti topici (es. imiquimod, 5-fluorouracile, ingenolo mebutato ecc.) e in quelli in cui è previsto l’intervento di uno specialista (es. terapia fotodinamica e peeling chimico). Nella pratica clinica è emerso un aumento dell’efficacia terapeutica complessiva in caso di approccio combinato, per esempio abbinando la crioterapia alla somministrazione cutanea di 5-fluorouracile. Attualmente si stanno anche sperimentando nuovi farmaci, come ad esempio il dobesilato di potassio e l’atezolizumab. Nonostante esistano trattamenti efficaci, è cruciale agire per prevenire l’insorgenza della malattia, in primis attraverso la fotoprotezione fin dall’età infantile. Per raggiungere questo obiettivo devono essere attuate delle adeguate campagne informative rivolte alla popolazione.
Cheratosi attinica: cause, diagnosi e strategie di prevenzione e di trattamento
MAGGIORE, LAURA
2023/2024
Abstract
L’oggetto della mia tesi è l’approfondimento di una patologia assai diffusa a livello globale, la cheratosi attinica. La cheratosi attinica è una forma precancerosa molto comune, che può generare tumori cutanei solitamente non appartenenti alla famiglia dei melanomi. La sua comparsa è dovuta all’esposizione prolungata alle radiazioni ultraviolette in assenza di schermi o con una protezione solare inadeguata. Le radiazioni causano delle mutazioni nel DNA delle cellule cutanee, portando alla formazione di cellule mutate, atipiche, che con alta probabilità evolveranno nel tempo in tumori. La patologia colpisce prevalentemente gli individui di sesso maschile over 40, di etnia caucasica, di origine anglosassone. L’insorgenza della cheratosi attinica è influenzata da fattori di rischio immodificabili (geni, sesso, età, fototipo, area geografica) e modificabili (fumo di sigaretta, ambiente, attività lavorativa, stile di vita). Le lesioni si manifestano in particolare nelle zone corporee più esposte al sole come viso, dorso delle mani, cuoio capelluto e si suddividono in diverse tipologie: corno cutaneo, cheratosi lichenoide, pigmentata e cheilite attinica. Nella prevenzione, la fotoprotezione topica è una delle strategie più usate per evitare che la cheratosi insorga e per prevenire una possibile trasformazione in forme tumorali. I prodotti solari utilizzati contengono filtri fisici o filtri organici e sono disponibili anche dispositivi medici contenenti fotoliasi (un enzima con azione riparatrice del DNA) abbinata a filtri UV ad alta protezione. Inoltre, per ridurre l’incidenza della patologia, è consigliabile attuare una dieta sana e assumere vitamine (A, C, D, E) e probiotici e limitare l’esposizione solare nelle ore più calde. Nell’elaborato mi sono concentrata sulle terapie disponibili. La scelta della terapia più idonea dipende dalla tipologia di lesioni presenti. I trattamenti si suddividono in due categorie: quelli mirati sulla singola lesione e quelli che agiscono sul campo di cancerizzazione. La prima tipologia rappresenta la modalità di cura di prima linea, impiegata nelle lesioni isolate e consiste, principalmente, in terapie fisiche (crioterapia, terapia laser, curettage e chirurgia) o che prevedono l’applicazione cutanea di preparati a base di colchicina. Se le lesioni non rispondono alla terapia di prima linea, si adottano i trattamenti secondari diretti sul campo di cancerizzazione. Essi hanno la particolarità di agire sulla lesione cheratosica e sulla zona circostante, in modo da prevenire una possibile comparsa di carcinoma delle cellule squamose (SCC) o delle cellule basali (BCC). Inoltre, i trattamenti secondari si suddividono in trattamenti topici (es. imiquimod, 5-fluorouracile, ingenolo mebutato ecc.) e in quelli in cui è previsto l’intervento di uno specialista (es. terapia fotodinamica e peeling chimico). Nella pratica clinica è emerso un aumento dell’efficacia terapeutica complessiva in caso di approccio combinato, per esempio abbinando la crioterapia alla somministrazione cutanea di 5-fluorouracile. Attualmente si stanno anche sperimentando nuovi farmaci, come ad esempio il dobesilato di potassio e l’atezolizumab. Nonostante esistano trattamenti efficaci, è cruciale agire per prevenire l’insorgenza della malattia, in primis attraverso la fotoprotezione fin dall’età infantile. Per raggiungere questo obiettivo devono essere attuate delle adeguate campagne informative rivolte alla popolazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/111703