Il fitorisanamento può rappresentare un approccio per ridurre l’inquinamento di Paesi come Africa e Brasile? Nel mio elaborato ho voluto indagare possibili soluzioni di bonifica di terreni inquinati basate sull’utilizzo di piante che estraggono i metalli pesanti dal suolo tramite le radici. Ho dapprima presentato le diverse tipologie di fitorisanamento riportando esempi di piante che possano essere considerate idonee per questo tipo di applicazione e che siano in grado di svilupparsi in ambienti contaminati, caratterizzati quindi da condizioni piuttosto proibitive. Il fitorisanamento è economicamente vantaggioso in quanto presenta costi relativamente contenuti, la sfida da affrontare riguarda però la biomassa raccolta e l’obiettivo è quello di evitare di reintrodurre gli inquinanti estratti. Uno dei possibili campi di applicazione di questa tecnica riguarda suoli inquinati in seguito ad attività estrattive, eseguite con tecnologie artigianali, intensive e non rispettose dell’ambiente, generando inoltre cumuli di scarti e rifiuti non correttamente smaltiti ed anzi abbandonati nell’ambiente circostante, con conseguente contaminazione di suolo, acque superficiali e sotterranee, flora e fauna. Nel mio elaborato ho anche esposto come questo approccio si coniughi con le legislazioni attualmente vigenti nei paesi considerati. Ho infine introdotto la fitoestrazione anche come possibile incentivo per l’economia locale: i metalli estratti possono essere rimessi in commercio, rappresentando pertanto una fonte di profitto per le popolazioni locali, mentre le biomasse vegetali utilizzate possono costituire una materia prima utilizzabile per la generazione di energia sfruttabile da parte di industrie e municipalità.

Fitorisanamento: una possibile alternativa per ridurre l’inquinamento degli stati africani sub-sahariani e del Brasile dovuto allo sfruttamento di miniere e risorse naturali

BURDESE, CHIARA
2023/2024

Abstract

Il fitorisanamento può rappresentare un approccio per ridurre l’inquinamento di Paesi come Africa e Brasile? Nel mio elaborato ho voluto indagare possibili soluzioni di bonifica di terreni inquinati basate sull’utilizzo di piante che estraggono i metalli pesanti dal suolo tramite le radici. Ho dapprima presentato le diverse tipologie di fitorisanamento riportando esempi di piante che possano essere considerate idonee per questo tipo di applicazione e che siano in grado di svilupparsi in ambienti contaminati, caratterizzati quindi da condizioni piuttosto proibitive. Il fitorisanamento è economicamente vantaggioso in quanto presenta costi relativamente contenuti, la sfida da affrontare riguarda però la biomassa raccolta e l’obiettivo è quello di evitare di reintrodurre gli inquinanti estratti. Uno dei possibili campi di applicazione di questa tecnica riguarda suoli inquinati in seguito ad attività estrattive, eseguite con tecnologie artigianali, intensive e non rispettose dell’ambiente, generando inoltre cumuli di scarti e rifiuti non correttamente smaltiti ed anzi abbandonati nell’ambiente circostante, con conseguente contaminazione di suolo, acque superficiali e sotterranee, flora e fauna. Nel mio elaborato ho anche esposto come questo approccio si coniughi con le legislazioni attualmente vigenti nei paesi considerati. Ho infine introdotto la fitoestrazione anche come possibile incentivo per l’economia locale: i metalli estratti possono essere rimessi in commercio, rappresentando pertanto una fonte di profitto per le popolazioni locali, mentre le biomasse vegetali utilizzate possono costituire una materia prima utilizzabile per la generazione di energia sfruttabile da parte di industrie e municipalità.
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