L'obiettivo di questa tesi è quello di inquadrare, da un punto di vista stilistico e cronologico, quattro frammenti di dipinti murali strappati, attualmente conservati all'interno dei depositi del Museo Civico d'arte Antica di Torino: tale studio è preliminare al futuro intervento di restauro che verrà effettuato all'interno del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Le quattro opere sono accomunate dal fatto di essere appartenute all'avvocato Andrea Falcone ed essere state donate al Museo Civico nel 1898: purtroppo non si hanno informazioni sull'edificio da cui sono state strappate, né sulle modalità attraverso le quali il donatore ne sia entrato in possesso. In un caso come questo, in cui la ricerca di informazioni tra le fonti di archivio ha aiutato solo parzialmente a far luce sull'originaria collocazione dell'opera, l'ausilio della storia dell'arte è stato fondamentale per tentare di ricostruire la provenienza, la storia e l'ambito di produzione dei frammenti: di fatto, questo tipo di studio riqualifica l'opera e ne consente una corretta lettura, anche se l'oggetto non si trova più nel proprio contesto originario.In vista dell'intervento di restauro, lo studio stilistico deve essere affiancato da un'analisi della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione dell'opera, condotta anche mediante l'ausilio di indagini multispettrali e di analisi chimiche e biologiche. Il primo frammento, rappresentante San Giovanni Battista e due devoti, è stato attribuito da Giovanni Romano al pittore Bartolonus da Novaria, un artista poco conosciuto rispetto ad altre personalità del tardogotico novarese (come le famiglie di pittori Cagnola, De Bosis, De Campo), ma il cui corpus di opere attribuite si sta notevolmente ampliando, tanto da poter porre questi artisti in posizione paritaria. L'opera conservata nel Museo Civico di Torino rappresenta un'ulteriore occasione di studio della tecnica esecutiva dell'artista: pertanto, nonostante la sua frammentarietà, si tratta di un manufatto di grande importanza. Lo studio preliminare della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione è seguito da una prima ipotesi di restauro, intervento che permetterà di restituire l'opera alla pubblica fruizione, dopo il lungo periodo di permanenza nei depositi del museo. Le due opere rappresentanti l'una San Sebastiano, San Giovanni Battista e un devoto e l'altra la Madonna con il Bambino sono l'esempio di come il cattivo stato di conservazione di un'opera possa impedirne la corretta lettura: lo studio condotto nell'ambito della seguente tesi di laurea ha portato ad ipotizzare la provenienza dallo stesso ciclo pittorico dei due frammenti di dipinti murali strappati, considerazione che non è mai stata effettuata precedentemente, forse proprio a causa delle apparenti differenze stilistiche tra i personaggi, dovute al degrado delle opere. Le due opere provengono probabilmente dall'area del Novarese e sono state realizzate nel tardo quattrocento da artisti che condividono gli stilemi di alcune delle famiglie di pittori più note del tempo, i Cagnola e i De Bosis. Il frammento rappresentante San Giovanni Battista appartiene ad un'epoca successiva rispetto alle prime tre opere: gli stilemi che lo caratterizzano portano ad ipotizzarne la provenienza dall'ambito del Piemonte nord orientale della metà del XVI secolo. In particolare l'opera presenta somiglianze con alcune opere di Bernardino Lanino, uno dei pittori eredi dello stile di Gaudenzio Ferrari.
Inquadramento stilistico e cronologico di quattro frammenti di dipinti murali strappati, donazione dell'avvocato Andrea Falcone, conservati nei depositi del Museo Civico di Torino (Palazzo Madama). Ipotesi di restauro del frammento rappresentante San Giovanni Battista e due devoti.
ACUTO, GRETA
2010/2011
Abstract
L'obiettivo di questa tesi è quello di inquadrare, da un punto di vista stilistico e cronologico, quattro frammenti di dipinti murali strappati, attualmente conservati all'interno dei depositi del Museo Civico d'arte Antica di Torino: tale studio è preliminare al futuro intervento di restauro che verrà effettuato all'interno del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale. Le quattro opere sono accomunate dal fatto di essere appartenute all'avvocato Andrea Falcone ed essere state donate al Museo Civico nel 1898: purtroppo non si hanno informazioni sull'edificio da cui sono state strappate, né sulle modalità attraverso le quali il donatore ne sia entrato in possesso. In un caso come questo, in cui la ricerca di informazioni tra le fonti di archivio ha aiutato solo parzialmente a far luce sull'originaria collocazione dell'opera, l'ausilio della storia dell'arte è stato fondamentale per tentare di ricostruire la provenienza, la storia e l'ambito di produzione dei frammenti: di fatto, questo tipo di studio riqualifica l'opera e ne consente una corretta lettura, anche se l'oggetto non si trova più nel proprio contesto originario.In vista dell'intervento di restauro, lo studio stilistico deve essere affiancato da un'analisi della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione dell'opera, condotta anche mediante l'ausilio di indagini multispettrali e di analisi chimiche e biologiche. Il primo frammento, rappresentante San Giovanni Battista e due devoti, è stato attribuito da Giovanni Romano al pittore Bartolonus da Novaria, un artista poco conosciuto rispetto ad altre personalità del tardogotico novarese (come le famiglie di pittori Cagnola, De Bosis, De Campo), ma il cui corpus di opere attribuite si sta notevolmente ampliando, tanto da poter porre questi artisti in posizione paritaria. L'opera conservata nel Museo Civico di Torino rappresenta un'ulteriore occasione di studio della tecnica esecutiva dell'artista: pertanto, nonostante la sua frammentarietà, si tratta di un manufatto di grande importanza. Lo studio preliminare della tecnica esecutiva e dello stato di conservazione è seguito da una prima ipotesi di restauro, intervento che permetterà di restituire l'opera alla pubblica fruizione, dopo il lungo periodo di permanenza nei depositi del museo. Le due opere rappresentanti l'una San Sebastiano, San Giovanni Battista e un devoto e l'altra la Madonna con il Bambino sono l'esempio di come il cattivo stato di conservazione di un'opera possa impedirne la corretta lettura: lo studio condotto nell'ambito della seguente tesi di laurea ha portato ad ipotizzare la provenienza dallo stesso ciclo pittorico dei due frammenti di dipinti murali strappati, considerazione che non è mai stata effettuata precedentemente, forse proprio a causa delle apparenti differenze stilistiche tra i personaggi, dovute al degrado delle opere. Le due opere provengono probabilmente dall'area del Novarese e sono state realizzate nel tardo quattrocento da artisti che condividono gli stilemi di alcune delle famiglie di pittori più note del tempo, i Cagnola e i De Bosis. Il frammento rappresentante San Giovanni Battista appartiene ad un'epoca successiva rispetto alle prime tre opere: gli stilemi che lo caratterizzano portano ad ipotizzarne la provenienza dall'ambito del Piemonte nord orientale della metà del XVI secolo. In particolare l'opera presenta somiglianze con alcune opere di Bernardino Lanino, uno dei pittori eredi dello stile di Gaudenzio Ferrari.File | Dimensione | Formato | |
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