Questo lavoro è rivolto alla descrizione e all'analisi dell'accanimento terapeutico, argomento di forte attualità, ma di difficile definizione. Tramite una revisione della letteratura e la lettura di diversi libri di narrativa scritti in prima persona da pazienti, parenti e medici sull'argomento, questa tesi vuole mostrare le diverse sfaccettature di un argomento tanto odierno, quanto delicato. In questo elaborato, inoltre, si pone particolare attenzione alla responsabilità dell'infermiere rispetto alle volontà espresse dal malato, perché ancora troppo spesso l'idea dominante identifica il medico come il solo responsabile di ciò che succede al paziente, l'unico capace di prendere decisioni riguardo la vita o la morte dell'assistito. Contrariamente, l'infermiere è la figura professionale che passa più tempo a contatto con la persona assistita, e con cui il paziente tesse un rapporto di fiducia e di alleanza terapeutica; il Codice Deontologico degli infermieri (2009), identifica l'infermiere come il responsabile dell'assistenza infermieristica (art. 1), la quale è a servizio della persona, della famiglia e della collettività e si esplica, oltre che con interventi tecnico-scientifici, anche con interventi di natura relazionale (art. 2). L'art. 3 ricorda ancora che la responsabilità dell'infermiere consiste nell'assistere, curare e prendersi cura dell'assistito nel rispetto della libertà e della dignità dell'individuo. All'interno di tale scritto, tramite l'analisi di alcuni articoli del Codice Deontologico, si tratterà di tutto questo, del ruolo dell'infermiere di fronte all'espressione delle volontà del paziente, della salvaguardia della dignità dell'individuo anche e soprattutto nella fase terminale della sua esistenza, della legislazione italiana che attualmente, nonostante la proposta di legge ¿Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento¿, non offre soluzioni giuridiche al problema dell'accanimento terapeutico e del ¿testamento biologico¿. Verrà inoltre riportato uno studio prospettico, osservazionale e multicentrico svolto nel 2006 in 84 Terapie Intensive italiane al fine di valutare la presa di decisioni sul fine-vita e l'inclinazione a limitare i trattamenti intensivi. Saranno anche indicate la principali linee guida stese dalla SIAARTI (Società Italiana di Analgesia Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva) in merito all'approccio al malato morente. Al termine del lavoro saranno riportate alcune citazioni di persone affette da patologie inguaribili che esprimono la loro volontà di continuare a vivere o di voler interrompere i trattamenti intensivi, rispetto quella che secondo i loro valori e i loro canoni può essere definita una vita dignitosa.
ACCANIMENTO TERAPEUTICO: COME, QUANDO, DOVE. LE VOLONTA' DELL'ASSISTITO E LA POSIZIONE DELL'INFERMIERE
BERARDO, SARA
2010/2011
Abstract
Questo lavoro è rivolto alla descrizione e all'analisi dell'accanimento terapeutico, argomento di forte attualità, ma di difficile definizione. Tramite una revisione della letteratura e la lettura di diversi libri di narrativa scritti in prima persona da pazienti, parenti e medici sull'argomento, questa tesi vuole mostrare le diverse sfaccettature di un argomento tanto odierno, quanto delicato. In questo elaborato, inoltre, si pone particolare attenzione alla responsabilità dell'infermiere rispetto alle volontà espresse dal malato, perché ancora troppo spesso l'idea dominante identifica il medico come il solo responsabile di ciò che succede al paziente, l'unico capace di prendere decisioni riguardo la vita o la morte dell'assistito. Contrariamente, l'infermiere è la figura professionale che passa più tempo a contatto con la persona assistita, e con cui il paziente tesse un rapporto di fiducia e di alleanza terapeutica; il Codice Deontologico degli infermieri (2009), identifica l'infermiere come il responsabile dell'assistenza infermieristica (art. 1), la quale è a servizio della persona, della famiglia e della collettività e si esplica, oltre che con interventi tecnico-scientifici, anche con interventi di natura relazionale (art. 2). L'art. 3 ricorda ancora che la responsabilità dell'infermiere consiste nell'assistere, curare e prendersi cura dell'assistito nel rispetto della libertà e della dignità dell'individuo. All'interno di tale scritto, tramite l'analisi di alcuni articoli del Codice Deontologico, si tratterà di tutto questo, del ruolo dell'infermiere di fronte all'espressione delle volontà del paziente, della salvaguardia della dignità dell'individuo anche e soprattutto nella fase terminale della sua esistenza, della legislazione italiana che attualmente, nonostante la proposta di legge ¿Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento¿, non offre soluzioni giuridiche al problema dell'accanimento terapeutico e del ¿testamento biologico¿. Verrà inoltre riportato uno studio prospettico, osservazionale e multicentrico svolto nel 2006 in 84 Terapie Intensive italiane al fine di valutare la presa di decisioni sul fine-vita e l'inclinazione a limitare i trattamenti intensivi. Saranno anche indicate la principali linee guida stese dalla SIAARTI (Società Italiana di Analgesia Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva) in merito all'approccio al malato morente. Al termine del lavoro saranno riportate alcune citazioni di persone affette da patologie inguaribili che esprimono la loro volontà di continuare a vivere o di voler interrompere i trattamenti intensivi, rispetto quella che secondo i loro valori e i loro canoni può essere definita una vita dignitosa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/111545