La corporate governance negli ultimi anni è stato un tema molto dibattuto dagli studiosi. Il modello di governo delle imprese è attualmente considerato una variabile chiave per il successo e per la competitività delle aziende e più in generale dei sistemi economici. Esso è anche un tema molto delicato perché riguarda anche (e specialmente) la relazione proprietari-management, una relazione molto simile a quella principale-agente nel contratto di agenzia. La corporate governance è dunque fondamentale ed è di grande interesse anche per i piccoli investitori, che rischiano di non essere tutelati da certi sistemi di governo delle imprese. Nonostante negli ultimi decenni si sia verificato un processo di convergenza nei modelli di governance, analizzando le economie di più paesi si può facilmente notare come ogni nazione abbia un suo sistema di corporate governance. Fra i vari modelli di governance i più importanti sono senz'ombra di dubbio il modello anglosassone, che vede la prevalenza delle public companies, ed il modello nippo-tedesco, caratterizzato da imprese di tipo consociativo. Oltre a questi due modelli (che sono diffusi nel mondo anche con delle varianti) ve ne sono poi altri interessanti da analizzare, come il modello francese. Un caso particolare di modello di governance è il modello italiano, caratterizzato dalla prevalenza dell'impresa padronale-famigliare, una forma di impresa diffusa ovunque per le piccole aziende che nel nostro paese caratterizza anche le grandi imprese. Il modello di governance italiano ha sicuramente molti pregi (come la maggior flessibilità), ma anche molti difetti (come la bassa tutela degli azionisti di minoranza e le difficoltà ad espandersi), che finiscono per minare la competitività delle aziende italiane, scoraggiando gli investitori stranieri. Il più importante difetto del modello italiano di corporate governance è costituito dal controllo piramidale (il cui caso più significativo è stato il controllo esercitato da Pirelli su Telecom), una forma di controllo che sfavorisce molto i piccoli investitori e che permette di controllare più aziende, attraverso investimenti limitati e possedendo solo una piccola frazione del capitale.
Corporate Governance nel mondo: un confronto fra i principali modelli
LOMBARDI, STEFANO FELICE
2010/2011
Abstract
La corporate governance negli ultimi anni è stato un tema molto dibattuto dagli studiosi. Il modello di governo delle imprese è attualmente considerato una variabile chiave per il successo e per la competitività delle aziende e più in generale dei sistemi economici. Esso è anche un tema molto delicato perché riguarda anche (e specialmente) la relazione proprietari-management, una relazione molto simile a quella principale-agente nel contratto di agenzia. La corporate governance è dunque fondamentale ed è di grande interesse anche per i piccoli investitori, che rischiano di non essere tutelati da certi sistemi di governo delle imprese. Nonostante negli ultimi decenni si sia verificato un processo di convergenza nei modelli di governance, analizzando le economie di più paesi si può facilmente notare come ogni nazione abbia un suo sistema di corporate governance. Fra i vari modelli di governance i più importanti sono senz'ombra di dubbio il modello anglosassone, che vede la prevalenza delle public companies, ed il modello nippo-tedesco, caratterizzato da imprese di tipo consociativo. Oltre a questi due modelli (che sono diffusi nel mondo anche con delle varianti) ve ne sono poi altri interessanti da analizzare, come il modello francese. Un caso particolare di modello di governance è il modello italiano, caratterizzato dalla prevalenza dell'impresa padronale-famigliare, una forma di impresa diffusa ovunque per le piccole aziende che nel nostro paese caratterizza anche le grandi imprese. Il modello di governance italiano ha sicuramente molti pregi (come la maggior flessibilità), ma anche molti difetti (come la bassa tutela degli azionisti di minoranza e le difficoltà ad espandersi), che finiscono per minare la competitività delle aziende italiane, scoraggiando gli investitori stranieri. Il più importante difetto del modello italiano di corporate governance è costituito dal controllo piramidale (il cui caso più significativo è stato il controllo esercitato da Pirelli su Telecom), una forma di controllo che sfavorisce molto i piccoli investitori e che permette di controllare più aziende, attraverso investimenti limitati e possedendo solo una piccola frazione del capitale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/111270