Analisi della dimensione spirituale come strategia di coping in pazienti affetti da patologie tumorali

Le relazioni inconsce con i caregivers nell'infanzia influenzano la maniera in cui il soggetto percepisce il proprio corpo e affronta le diverse situazioni, compresi dolore e morte, situazioni altamente stressogene. Lo stress è una reazione dell'organismo con finalità adattativa rispetto ad eventi esterni. Esso ha una funzione fisiologica, e quindi non dannosa per l'individuo, se tale reazione si attiva e disattiva entro brevi periodi e se non raggiunge livelli eccessivi. Se ciò non si verifica, e quindi la stimolazione si protrae in maniera eccessiva nel tempo, la reazione da stress viene deviata su un piano patologico. L'impossibilità da parte del soggetto di porre in atto una risposta comportamentale adeguata che disattivi la reazione da stress, determina un aumento di vulnerabilità alla malattia. Ruolo fondamentale in tutto ciò ha l'attaccamento, in quanto sono proprio le esperienze che l'individua ha nelle prime fasi dello sviluppo ad influenzare i modi in cui l'organismo reagirà allo stressor. Un attaccamento sicuro costituisce un fattore di protezione rispetto allo sviluppo di patologie psicologiche dove l'organismo esprime una diminuzione delle difese immunitarie e quindi un aumento del rischio di suscettibilità ad una malattia come il cancro. La tesi mira ad analizzare uno tra i modi di far fronte alla neoplasia, ovvero quello della spiritualità, passando in rassegna i test maggiormente utilizzati per la misurazione della qualità di vita nei pazienti oncologici e le principali ricerche effettuate circa la relazione positiva tra spiritualità e qualità di vita in tali soggetti.