Lo scopo di questa dissertazione di laurea è quello di analizzare il concetto di devianza con particolare focus sui vari disturbi del comportamento nella fascia di età evolutiva (0-13 anni). il lavoro è stato suddiviso in III capitoli, proponendo, inoltre,una piccola appendice rivolta al tema dell'aggressività e soprattutto del risentimento, che si configura sempre più come una caratteristica stabile e talvolta anche latente della nostra personalità. Si inizia descrivendo il concetto di devianza, prendendo in considerazione i due prototipi principali di devianza descritti da Lemert (devianza primaria e secondaria)e il processo di stigmatizzazione ed etichettamento, focalizzandosi soprattutto sul contesto sociale ed intellettuale. Si prosegue con l'analisi dei tre diversi indirizzi di studio fondamentali per l'analisi e la lettura del concetto oggetto della tesi (approccio antropologico, psicologico e sociologico) Nella storia della criminologia,infatti, si possono individuare tre indirizzi predominanti, tre modelli pragmatici basilari. Il capitolo I termina, inoltre, con un approfondimento circa il ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo dei pari, fattori sociali che influenzano la criminalità minorile fungendo da catalizzatori. Nel capitolo II si procede con la descrizione dei disturbi della condotta in età evolutiva. Nella prima parte verranno presi in considerazione i disturbi legati alla condotta sociale (quali in furto e la fuga) e il consumo di sostanze psicotrope (alcol,tabacco,hashish e solventi) rifacendosi a dati Istat che attestano,appunto, il consumo precoce di sostanze in soggetti minorenni. Si continua con un'analisi approfondita sul concetto dell'aggressività (prendendo in considerazione condotte auto ed eteroaggressive) approfondendo,infine, i vari disturbi comportamentali (DOP,DDAI,DPA e disturbo della condotta) con annessi riferimenti a dati epidemiologici, clinici e terapeutici, a differenze di genere e ad influenze famigliari ed ambientali. Nel III capitolo ci si concentrerà sulla questione giovanile odierna con particolare riferimento alla formazione identitaria e al ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo dei pari. I giovani degli anni Novanta e del primo decennio del Duemila vengono definiti da Beck (2001) ¿figli della libertà¿, in quanto non sono più disposti a tollerare la monotonia dei doveri e dei formalismi. Come verrà approfondito in questo capitolo,il fatto di essere definito come individuo libero e indipendente è il primo tratto che caratterizza il soggetto postmoderno. Da ciò ne consegue spesso un soggetto con una percezione poco consapevole di sé e delle proprie azioni, che cerca di svincolarsi dal peso delle responsabilità, sviluppando spesso un desiderio narcisistico di gratificazione immediata. Prima di concludere questo capitolo mi sono soffermata sull'analisi delle metodologie di prevenzione della devianza minorile, con particolare approfondimento del progetto educativo, della comunità famigliare e dell'educazione si strada, prendendo in considerazione soprattutto la funzione tutoria dell'educatore e il rapporto con il soggetto in questione. Infine, nell'appendice, si prende in esame il concetto di risentimento e di personalità ostile.

Devianza e Disturbi della condotta in età evolutiva

APONE, MICHELA
2014/2015

Abstract

Lo scopo di questa dissertazione di laurea è quello di analizzare il concetto di devianza con particolare focus sui vari disturbi del comportamento nella fascia di età evolutiva (0-13 anni). il lavoro è stato suddiviso in III capitoli, proponendo, inoltre,una piccola appendice rivolta al tema dell'aggressività e soprattutto del risentimento, che si configura sempre più come una caratteristica stabile e talvolta anche latente della nostra personalità. Si inizia descrivendo il concetto di devianza, prendendo in considerazione i due prototipi principali di devianza descritti da Lemert (devianza primaria e secondaria)e il processo di stigmatizzazione ed etichettamento, focalizzandosi soprattutto sul contesto sociale ed intellettuale. Si prosegue con l'analisi dei tre diversi indirizzi di studio fondamentali per l'analisi e la lettura del concetto oggetto della tesi (approccio antropologico, psicologico e sociologico) Nella storia della criminologia,infatti, si possono individuare tre indirizzi predominanti, tre modelli pragmatici basilari. Il capitolo I termina, inoltre, con un approfondimento circa il ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo dei pari, fattori sociali che influenzano la criminalità minorile fungendo da catalizzatori. Nel capitolo II si procede con la descrizione dei disturbi della condotta in età evolutiva. Nella prima parte verranno presi in considerazione i disturbi legati alla condotta sociale (quali in furto e la fuga) e il consumo di sostanze psicotrope (alcol,tabacco,hashish e solventi) rifacendosi a dati Istat che attestano,appunto, il consumo precoce di sostanze in soggetti minorenni. Si continua con un'analisi approfondita sul concetto dell'aggressività (prendendo in considerazione condotte auto ed eteroaggressive) approfondendo,infine, i vari disturbi comportamentali (DOP,DDAI,DPA e disturbo della condotta) con annessi riferimenti a dati epidemiologici, clinici e terapeutici, a differenze di genere e ad influenze famigliari ed ambientali. Nel III capitolo ci si concentrerà sulla questione giovanile odierna con particolare riferimento alla formazione identitaria e al ruolo della famiglia, della scuola e del gruppo dei pari. I giovani degli anni Novanta e del primo decennio del Duemila vengono definiti da Beck (2001) ¿figli della libertà¿, in quanto non sono più disposti a tollerare la monotonia dei doveri e dei formalismi. Come verrà approfondito in questo capitolo,il fatto di essere definito come individuo libero e indipendente è il primo tratto che caratterizza il soggetto postmoderno. Da ciò ne consegue spesso un soggetto con una percezione poco consapevole di sé e delle proprie azioni, che cerca di svincolarsi dal peso delle responsabilità, sviluppando spesso un desiderio narcisistico di gratificazione immediata. Prima di concludere questo capitolo mi sono soffermata sull'analisi delle metodologie di prevenzione della devianza minorile, con particolare approfondimento del progetto educativo, della comunità famigliare e dell'educazione si strada, prendendo in considerazione soprattutto la funzione tutoria dell'educatore e il rapporto con il soggetto in questione. Infine, nell'appendice, si prende in esame il concetto di risentimento e di personalità ostile.
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