In questo lavoro vorrei analizzare il culto di Artemide a Sparta e i suoi risvolti culturali all'interno della società spartana, ponendo particolare attenzione a come il rito dedicato a questa divinità abbia avuto un grosso impatto anche sulla politica interna ed estera della polis lacedemone. Ad Artemide erano dedicati tutta una serie di culti che prevedevano riti iniziatici e di passaggio che all'interno della società spartana costituivano alcuni degli eventi formanti e caratterizzanti dello stile di vita dello spartiate. Anche le pratiche rituali ¿ essenzialmente violente ¿ legate a questa dea sono importanti per l'analisi e la comprensione del ruolo di questo culto nella formazione della mentalità spartana. L'obbiettivo a cui miravano tali pratiche rituali era quello di abituare i giovani alla sopportazione e al sacrificio, elementi fondamentali per la formazione del buon soldato e del buon cittadino. A mio parere, è in pratiche di questo tipo che bisognerebbe ricercare la genesi dell'intero ¿modus vivendi¿ dei Lacedemoni. Lo stile di vita dello spartano si basava, come ha ben dimostrato Nicolas Richer, sul concetto di pathemata che prevedeva il culto vero e proprio di astrazioni come la paura, la vergogna, la risata, la moderazione, la fame, le passioni e la violenza, in funzione di un autocontrollo e di una moderazione che contribuirono notevolmente alla fama degli spartani nell'antichità. Questo autocontrollo è, inoltre, l'elemento fondamentale del eukosmon, ¿il buon ordine¿, il buon governo a cui Sparta aspirava. Interessanti sono soprattutto i risvolti politici di questo stesso modo di pensare e vivere degli spartani. Infatti la moderazione e la prudenza tipica degli spartani erano già proverbiali nell'antichità, come possiamo constatare da svariate fonti antiche. Tra gli esempi che si potrebbero enumerare e che risultano più storicamente attendibili spiccano l'elogio che Senofonte fece del re spartano Agesilao di fronte alla richiamata in patria durante la sua spedizione di Asia, il celebre episodio dei Trecento spartani alla difesa delle Termopili e, soprattutto, la descrizione tucididea dell'intervento in assemblea del re spartano Archidamo alla vigilia della guerra del Peloponneso contro Atene. L'influenza della religione e del culto sulla politica lacedemone era dovuta al profondo rispetto per gli dei da parte dei cittadini spartani e al loro atteggiamento nei confronti della divinità che suscitò curiosità anche agli occhi degli antichi. Gli Spartani assimilavano gli dei anche a forme astratte proprie della natura umana, come ad esempio la paura o la fame, e tramite riti appositi tentavano di renderseli favorevoli sviluppando padronanza di sé e autocontrollo: entrambi elementi fondamentali del culto riservato ai pathemata e dell'agogé. Il culto dei pathemata era, dunque, un vero e proprio modello di pensiero che si basava su una serie di pratiche rituali che vanno ricercate anche e soprattutto all'interno dei riti di passaggio dei giovani spartani e, di conseguenza, in larga misura anche nel culto riservato alla dea Artemide. A questo punto è chiaro il legame tra la religione ¿ e nella mia analisi il culto di Artemide ¿ e la formazione della mentalità spartana basata sui pathemata, sull'autocontrollo e sulla moderazione; mentalità che avrà un forte impatto sul mondo antico e sul corso della storia.
Artemide e il culto dei pathemata. Religione, potere e controllo sociale nell'antica Sparta.
PRINA CERAI, SARA
2014/2015
Abstract
In questo lavoro vorrei analizzare il culto di Artemide a Sparta e i suoi risvolti culturali all'interno della società spartana, ponendo particolare attenzione a come il rito dedicato a questa divinità abbia avuto un grosso impatto anche sulla politica interna ed estera della polis lacedemone. Ad Artemide erano dedicati tutta una serie di culti che prevedevano riti iniziatici e di passaggio che all'interno della società spartana costituivano alcuni degli eventi formanti e caratterizzanti dello stile di vita dello spartiate. Anche le pratiche rituali ¿ essenzialmente violente ¿ legate a questa dea sono importanti per l'analisi e la comprensione del ruolo di questo culto nella formazione della mentalità spartana. L'obbiettivo a cui miravano tali pratiche rituali era quello di abituare i giovani alla sopportazione e al sacrificio, elementi fondamentali per la formazione del buon soldato e del buon cittadino. A mio parere, è in pratiche di questo tipo che bisognerebbe ricercare la genesi dell'intero ¿modus vivendi¿ dei Lacedemoni. Lo stile di vita dello spartano si basava, come ha ben dimostrato Nicolas Richer, sul concetto di pathemata che prevedeva il culto vero e proprio di astrazioni come la paura, la vergogna, la risata, la moderazione, la fame, le passioni e la violenza, in funzione di un autocontrollo e di una moderazione che contribuirono notevolmente alla fama degli spartani nell'antichità. Questo autocontrollo è, inoltre, l'elemento fondamentale del eukosmon, ¿il buon ordine¿, il buon governo a cui Sparta aspirava. Interessanti sono soprattutto i risvolti politici di questo stesso modo di pensare e vivere degli spartani. Infatti la moderazione e la prudenza tipica degli spartani erano già proverbiali nell'antichità, come possiamo constatare da svariate fonti antiche. Tra gli esempi che si potrebbero enumerare e che risultano più storicamente attendibili spiccano l'elogio che Senofonte fece del re spartano Agesilao di fronte alla richiamata in patria durante la sua spedizione di Asia, il celebre episodio dei Trecento spartani alla difesa delle Termopili e, soprattutto, la descrizione tucididea dell'intervento in assemblea del re spartano Archidamo alla vigilia della guerra del Peloponneso contro Atene. L'influenza della religione e del culto sulla politica lacedemone era dovuta al profondo rispetto per gli dei da parte dei cittadini spartani e al loro atteggiamento nei confronti della divinità che suscitò curiosità anche agli occhi degli antichi. Gli Spartani assimilavano gli dei anche a forme astratte proprie della natura umana, come ad esempio la paura o la fame, e tramite riti appositi tentavano di renderseli favorevoli sviluppando padronanza di sé e autocontrollo: entrambi elementi fondamentali del culto riservato ai pathemata e dell'agogé. Il culto dei pathemata era, dunque, un vero e proprio modello di pensiero che si basava su una serie di pratiche rituali che vanno ricercate anche e soprattutto all'interno dei riti di passaggio dei giovani spartani e, di conseguenza, in larga misura anche nel culto riservato alla dea Artemide. A questo punto è chiaro il legame tra la religione ¿ e nella mia analisi il culto di Artemide ¿ e la formazione della mentalità spartana basata sui pathemata, sull'autocontrollo e sulla moderazione; mentalità che avrà un forte impatto sul mondo antico e sul corso della storia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/11097