Mosè Maimonide (Mosheh ben Maymon, Cordova 1135-Il Cairo 1204) scrisse la sua Guida dei perplessi per un pubblico di ebrei credenti nella rivelazione della Torah, i quali, essendo anche versati nello studio delle scienze e della filosofia, si trovavano di fronte a contraddizioni fra il sistema aristotelico e la dottrina biblica. Fra i problemi più importanti che emergevano nel confronto fra le due fonti di verità riconosciute, vi era l'incompatibilità fra il racconto biblico della creazione e l'eternità dell'universo teorizzata dalla fisica aristotelica. Maimonide affrontò il problema diffusamente nella Guida, presentando argomenti a favore della sostenibilità razionale della dottrina biblica. Molti interpreti, dall'epoca di Maimonide ai giorni nostri, hanno ipotizzato che la complessa trattazione che Maimonide riserva al problema celi una posizione esoterica, che l'autore avrebbe nascosto fra le pagine dell'opera, lasciando indizi testuali perché le élites filosofiche alle quali la Guida è rivolta potessero ricostruirla (senza che essa venisse colta dal volgo, impreparato per comprenderla). La dissertazione si concentra su alcuni aspetti del dibattito contemporaneo sull'interpretazione di questo tema nella Guida dei perplessi. Vengono poi affrontate alcune linee del dibattito storiografico sull'influenza del pensiero di Maimonide su Tommaso d'Aquino riguardo all'argomento in esame.

Alcuni aspetti del dibattito critico sul problema dell'eternità del mondo in Mosè Maimonide

LAMPRONTI, SHEMUEL
2009/2010

Abstract

Mosè Maimonide (Mosheh ben Maymon, Cordova 1135-Il Cairo 1204) scrisse la sua Guida dei perplessi per un pubblico di ebrei credenti nella rivelazione della Torah, i quali, essendo anche versati nello studio delle scienze e della filosofia, si trovavano di fronte a contraddizioni fra il sistema aristotelico e la dottrina biblica. Fra i problemi più importanti che emergevano nel confronto fra le due fonti di verità riconosciute, vi era l'incompatibilità fra il racconto biblico della creazione e l'eternità dell'universo teorizzata dalla fisica aristotelica. Maimonide affrontò il problema diffusamente nella Guida, presentando argomenti a favore della sostenibilità razionale della dottrina biblica. Molti interpreti, dall'epoca di Maimonide ai giorni nostri, hanno ipotizzato che la complessa trattazione che Maimonide riserva al problema celi una posizione esoterica, che l'autore avrebbe nascosto fra le pagine dell'opera, lasciando indizi testuali perché le élites filosofiche alle quali la Guida è rivolta potessero ricostruirla (senza che essa venisse colta dal volgo, impreparato per comprenderla). La dissertazione si concentra su alcuni aspetti del dibattito contemporaneo sull'interpretazione di questo tema nella Guida dei perplessi. Vengono poi affrontate alcune linee del dibattito storiografico sull'influenza del pensiero di Maimonide su Tommaso d'Aquino riguardo all'argomento in esame.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/110931