In linea generale, la chiesa Parrocchiale di Santa Maria, per quanto possieda altari rimaneggiati a livello decorativo e architettonico tra la fine dell¿ottocento e i primi del no-vecento, custodisce soprattutto nella navata laterale destra dall¿ingresso, ancone della fine del seicento a cui rispondono, nella navata di sinistra delle altre, di fine ottocento. I piccoli quadri che si trovano a decoro di alcuni altari laterali sono anch¿essi di quel secolo. In questa prospettiva, le ricerche condotte, oltre ad aver inquadrato nella produzione artistica di pittori ottocenteschi come: Giuseppe Rollini, Rodolfo Morgari, Domenico Car-dellino e Lorenzo Delleani, opere firmate o di cui si sono trovate testimonianze certe di pa-ternità; hanno confermato per altre i nomi, già conosciuti, senza purtroppo potervi aggiun-gere molto: è il caso delle decorazioni monocrome della volta di Giacomo Rastelli o della pala d¿altare di Alfonso Barbavara. Tra le scoperte, è stato possibile inserire nella scuola di Pietro Della Vedova, il con-traltare marmoreo dell¿altare Maggiore mentre, per la pala d¿altare laterale di Sant¿Anna, sono state riscontrate delle vicinanze allo stile del pittore Ottaviano Trombetta di Carma-gnola. Nelle influenze della produzione scultorea dei fratelli Zabreri di Cuneo, è stato pos-sibile inserire l¿odierna acquasantiera dei primi del cinquecento, in realtà creata per ricopri-re la funzione di fonte battesimale; mentre nei variegati intagli della macchina dell¿altare Maggiore, si sono viste delle similitudini con la produzione scultorea barocca dei maestri biellesi. Tra le tele seicentesche, quella dei Santi Francesco d¿Assisi e Antonio, ha rivelato l¿utilizzo di una famosa incisione del pittore urbinate Federico Barocchi, per la figura del frate francescano; mentre le due grandi pale del presbiterio dei primi del settecento sono una, la riproposizione di un¿incisione dell¿Ultima Cena di Maarten de Vos e l¿altra, ripren-de come modello un¿incisione del Sacrificio di Melchisedek, del lionese Bernad Salomon, rispettivamente della metà e della fine del cinquecento. Più omogenea è risultata la produzione artistica della Confraternita di San Bernardi-no, in risposta anche ad un altro utilizzo liturgico e ad una diversa genesi. In generale, le decorazioni in essa presente ricoprono un periodo che va dalla fine del seicento alla metà del settecento, con qualche eccezione ottocentesca. Non è sempre stato possibile, a fronte di una quantità di testimonianze minori rispet-to alla Parroccchiale, ricostruire in modo esatto le originali destinazioni delle tele, soprattut-to delle due poste a fianco di quella dell¿altare maggiore. I tre altari, della prima metà del settecento, accolgono delle tele databili tra il 1660, data riscontrabile sull¿ancona principale e la metà del settecento. L¿osservazione della tela dell¿Angelo Gabriele della fine del seicento, ci ha riportato ad una famosa incisione del francese Vouet: la Natività, e lo stesso percorso tra i suoi colla-boratori è stato anche riscontrato per quella più grande della Pietà, databile verso la metà del settecento e custodita nell¿altare latarale destro. Un¿opera questa che potrebbe affondare anche le radici in suolo italiano, attraverso l¿opera omonima del genovese Baciccio, presa in esame. Piccole scoperte che rendono queste chiese e le loro decorazioni meno ¿provinciali¿ ma, inaspettatamente inserite all¿interno di un circolo d¿importanti influenze stilistiche o addirittura opere di grandi personalità.

BRICHERASIO: LA CHIESA PARROCCHIALE DI S. MARIA ASSUNTA E LA CHIESA CONFRATERNITA DI S. BERNARDINO

BERTEA, VALENTINA
2009/2010

Abstract

In linea generale, la chiesa Parrocchiale di Santa Maria, per quanto possieda altari rimaneggiati a livello decorativo e architettonico tra la fine dell¿ottocento e i primi del no-vecento, custodisce soprattutto nella navata laterale destra dall¿ingresso, ancone della fine del seicento a cui rispondono, nella navata di sinistra delle altre, di fine ottocento. I piccoli quadri che si trovano a decoro di alcuni altari laterali sono anch¿essi di quel secolo. In questa prospettiva, le ricerche condotte, oltre ad aver inquadrato nella produzione artistica di pittori ottocenteschi come: Giuseppe Rollini, Rodolfo Morgari, Domenico Car-dellino e Lorenzo Delleani, opere firmate o di cui si sono trovate testimonianze certe di pa-ternità; hanno confermato per altre i nomi, già conosciuti, senza purtroppo potervi aggiun-gere molto: è il caso delle decorazioni monocrome della volta di Giacomo Rastelli o della pala d¿altare di Alfonso Barbavara. Tra le scoperte, è stato possibile inserire nella scuola di Pietro Della Vedova, il con-traltare marmoreo dell¿altare Maggiore mentre, per la pala d¿altare laterale di Sant¿Anna, sono state riscontrate delle vicinanze allo stile del pittore Ottaviano Trombetta di Carma-gnola. Nelle influenze della produzione scultorea dei fratelli Zabreri di Cuneo, è stato pos-sibile inserire l¿odierna acquasantiera dei primi del cinquecento, in realtà creata per ricopri-re la funzione di fonte battesimale; mentre nei variegati intagli della macchina dell¿altare Maggiore, si sono viste delle similitudini con la produzione scultorea barocca dei maestri biellesi. Tra le tele seicentesche, quella dei Santi Francesco d¿Assisi e Antonio, ha rivelato l¿utilizzo di una famosa incisione del pittore urbinate Federico Barocchi, per la figura del frate francescano; mentre le due grandi pale del presbiterio dei primi del settecento sono una, la riproposizione di un¿incisione dell¿Ultima Cena di Maarten de Vos e l¿altra, ripren-de come modello un¿incisione del Sacrificio di Melchisedek, del lionese Bernad Salomon, rispettivamente della metà e della fine del cinquecento. Più omogenea è risultata la produzione artistica della Confraternita di San Bernardi-no, in risposta anche ad un altro utilizzo liturgico e ad una diversa genesi. In generale, le decorazioni in essa presente ricoprono un periodo che va dalla fine del seicento alla metà del settecento, con qualche eccezione ottocentesca. Non è sempre stato possibile, a fronte di una quantità di testimonianze minori rispet-to alla Parroccchiale, ricostruire in modo esatto le originali destinazioni delle tele, soprattut-to delle due poste a fianco di quella dell¿altare maggiore. I tre altari, della prima metà del settecento, accolgono delle tele databili tra il 1660, data riscontrabile sull¿ancona principale e la metà del settecento. L¿osservazione della tela dell¿Angelo Gabriele della fine del seicento, ci ha riportato ad una famosa incisione del francese Vouet: la Natività, e lo stesso percorso tra i suoi colla-boratori è stato anche riscontrato per quella più grande della Pietà, databile verso la metà del settecento e custodita nell¿altare latarale destro. Un¿opera questa che potrebbe affondare anche le radici in suolo italiano, attraverso l¿opera omonima del genovese Baciccio, presa in esame. Piccole scoperte che rendono queste chiese e le loro decorazioni meno ¿provinciali¿ ma, inaspettatamente inserite all¿interno di un circolo d¿importanti influenze stilistiche o addirittura opere di grandi personalità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/110916