Questa tesi ha come oggetto la canonica di Santa Maria di Vezzolano, più nello specifico, gli affreschi della quarta campata del chiostro. La maggior parte dei dipinti è giunta a noi frammentaria e in alcuni casi, con tante e tali ridipinture da rendere difficoltosa la lettura del testo originale. Il presente lavoro ha cercato, se non di colmare una lacuna, quantomeno di riordinare quanto più possibile ciò che è stato detto in merito all'affresco del Cristo Benedicente che decora la quarta campata, sulla quale in realtà non molto è stato scritto, disinteresse con ogni probabilità causato dal pessimo stato di conservazione delle pitture in questione. Per introdurre alla comparazione delle notizie storico critiche, è parso conveniente fornire un inquadramento storico, che consentisse di collocare debitamente le fasi degli interventi artistici nel chiostro. Per maggiore completezza si è voluto comunque fornire un breve excursus delle vicende di Santa Maria di Vezzolano fino ai tempi odierni. Si è affrontato quindi l'aspetto, non secondario, della committenza, individuata dagli storici nei membri delle famiglie del consortile de Radicata, nel tentativo di comprendere se esistono le basi per ritenere gli affreschi di Vezzolano la manifestazione dei vari tentativi di affermazione economica e sociale del consortile stesso. Si è in seguito cercato di rendere quanto più esaurientemente possibile nota di ciò è stato scritto dalla critica, e indagato sulle vicissitudini costruttive della campata in esame, nella quale la sconsiderata apertura, in una data imprecisata, di un vano porta che conduce al pontile interno, ha, con ogni probabilità, contribuito alla perdita di tanta parte della superficie pittorica, aspetto quest'ultimo che ha limitato e reso problematica la successiva indagine iconografica, incentrata sulla Majestas Domini e sui simboli degli evangelisti, unico tema che rimane visibile del ciclo pittorico originario. L'analisi sull'affresco si è quindi rivolta ad un corretto inquadramento all'interno del panorama dell'arte del 1200, tramite la comparazione con opere simili e coeve. Si è dedicato ampio spazio all'analisi dei dati emersi durante l'ultimo restauro ad opera della Soprintendenza L'aspetto di maggiore novità del lavoro riguarda la sezione dedicata alla descrizione degli affreschi. Con l'ausilio dei rilievi stratigrafici effettuati durante il restauro del 2002, e la comparazione con il materiale fotografico storico conservato negli archivi della Soprintendenza, si sono potute definire le zone di pittura originale, e quelle invece imputabili a successivi interventi, e segnalato possibili travisamenti del disegno originale avvenuti durante il primo restauro dell'opera.
Gli affreschi della cappella del Cristo Benedicente nel chiostro di Santa Maria di Vezzolano
PEROSINO, SILVIA
2009/2010
Abstract
Questa tesi ha come oggetto la canonica di Santa Maria di Vezzolano, più nello specifico, gli affreschi della quarta campata del chiostro. La maggior parte dei dipinti è giunta a noi frammentaria e in alcuni casi, con tante e tali ridipinture da rendere difficoltosa la lettura del testo originale. Il presente lavoro ha cercato, se non di colmare una lacuna, quantomeno di riordinare quanto più possibile ciò che è stato detto in merito all'affresco del Cristo Benedicente che decora la quarta campata, sulla quale in realtà non molto è stato scritto, disinteresse con ogni probabilità causato dal pessimo stato di conservazione delle pitture in questione. Per introdurre alla comparazione delle notizie storico critiche, è parso conveniente fornire un inquadramento storico, che consentisse di collocare debitamente le fasi degli interventi artistici nel chiostro. Per maggiore completezza si è voluto comunque fornire un breve excursus delle vicende di Santa Maria di Vezzolano fino ai tempi odierni. Si è affrontato quindi l'aspetto, non secondario, della committenza, individuata dagli storici nei membri delle famiglie del consortile de Radicata, nel tentativo di comprendere se esistono le basi per ritenere gli affreschi di Vezzolano la manifestazione dei vari tentativi di affermazione economica e sociale del consortile stesso. Si è in seguito cercato di rendere quanto più esaurientemente possibile nota di ciò è stato scritto dalla critica, e indagato sulle vicissitudini costruttive della campata in esame, nella quale la sconsiderata apertura, in una data imprecisata, di un vano porta che conduce al pontile interno, ha, con ogni probabilità, contribuito alla perdita di tanta parte della superficie pittorica, aspetto quest'ultimo che ha limitato e reso problematica la successiva indagine iconografica, incentrata sulla Majestas Domini e sui simboli degli evangelisti, unico tema che rimane visibile del ciclo pittorico originario. L'analisi sull'affresco si è quindi rivolta ad un corretto inquadramento all'interno del panorama dell'arte del 1200, tramite la comparazione con opere simili e coeve. Si è dedicato ampio spazio all'analisi dei dati emersi durante l'ultimo restauro ad opera della Soprintendenza L'aspetto di maggiore novità del lavoro riguarda la sezione dedicata alla descrizione degli affreschi. Con l'ausilio dei rilievi stratigrafici effettuati durante il restauro del 2002, e la comparazione con il materiale fotografico storico conservato negli archivi della Soprintendenza, si sono potute definire le zone di pittura originale, e quelle invece imputabili a successivi interventi, e segnalato possibili travisamenti del disegno originale avvenuti durante il primo restauro dell'opera.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/110910