Questo lavoro prende in considerazione un fenomeno ancora poco indagato in Italia ma che sempre più pare assumere i tratti di una vera e propria emergenza sociale: il gioco d¿azzardo patologico. L¿obiettivo è di offrire un contributo teorico all¿analisi di questa nuova forma di dipendenza senza sostanza, la cui reale entità resta oggi in gran parte sottostimata. È noto, infatti, che la prevalenza di questo fenomeno è andata negli anni aumentando e diffondendosi, forse anche a seguito dell¿aumento dell¿offerta di gioco. Ciò che mi propongo, in altri termini, è di analizzare caratteristiche e peculiarità di quella che l¿American Psychiatric Association già all¿inizio degli anni Ottanta definiva come una vera e propria malattia sociale, classificabile all¿interno dei disturbi del controllo degli impulsi. Farò questo prendendo in esame la bibliografia sul gioco d¿azzardo patologico perlopiù di matrice psicologica e riconducibile a studi d¿oltreoceano. Da un punto di vista analitico, il mio lavoro si compone di tre capitoli. Il primo capitolo parte da un¿analisi dell¿industria del gioco d¿azzardo in Italia. Ne emergono risultati interessanti, uno dei quali sono senz¿altro, come si accennava poc¿anzi, la crescita vertiginosa dell¿offerta di gioco nelle sue varie forme. Infatti, se Venti o addirittura Trent¿anni fa le possibilità di gioco era racchiuse in una sola giocata settimanale ai classici giochi statali, quali Lotto, Totip, Lotterie, e per i giochi da tavolo si poteva accedere ai casinò, dagli anni Novanta tale possibilità aumenta in modo esponenziale, con la nascita di nuovi giochi statali (Superenalotto), ad esempio l¿aumento dei punti di raccolta del gioco, la dilatazione dei tempi e dello spazio del gioco, oppure, la possibilità di giocare tranquilli da casa accedendo a internet con l¿utilizzo della carta di credito, la presenza di video-poker e slot-machine libere e presenti in presso i punti vendita autorizzato. I dati da me presi in esame mostrano come nel biennio 1992/1993, nello specifico nell¿estate 1992, lo Stato decise d¿incrementare legalmente il gioco: aumentando così le possibilità di gioco e dando alla luce nuovi giochi. E¿ in questi anni che, ad esempio, nasce il Superenalotto. Il motivo di tale scelta fu molto banale: in quegli anni il bilancio statale era in bilico e l¿Italia rischiava il tracollo finanziario. Si era nell¿impossibilità di poter aumentare le tasse, poiché il piano finanziario era già stato attuato, e si trovò il modo più semplice e immediato per poter avere più entrate. Se, tale manovra, aiutò a evitare il tracollo finanziario, può anche darsi che tutto ciò andò a creare un non previsto effetto collaterale: la nascita di una nuova malattia, la dipendenza da gioco d¿azzardo. Nello specifico è impossibile quantificare e soprattutto identificare tali ¿malati¿, ma il nascere delle richieste d¿aiuto di molte famiglie a psicologi e gruppi di sostegno ci pone di fronte ad una domanda: cosa è successo? Davvero tale libertà di gioco promossa dagli anni Novanta a oggi, la possibilità di accedere a internet con una qualsiasi carta di credito, abbia creato come risultato finale la nascita di una nuova malattia? Ciò che preoccupa e interroga gli studiosi di tale fenomeno è come poter intervenire per arginare questa patologia. Infatti, nel 2000 a Forte dei Marmi si tenne il primo congresso italiano sul gioco d¿azzardo compulsivo, intitolato¿Il gioco & lo azzardo¿, promosso dall¿Associazione ALEA (Associazione p
La nascita di una nuova dipendenza: il gioco d'azzardo patologico.
CAPPONCELLI, SARA
2009/2010
Abstract
Questo lavoro prende in considerazione un fenomeno ancora poco indagato in Italia ma che sempre più pare assumere i tratti di una vera e propria emergenza sociale: il gioco d¿azzardo patologico. L¿obiettivo è di offrire un contributo teorico all¿analisi di questa nuova forma di dipendenza senza sostanza, la cui reale entità resta oggi in gran parte sottostimata. È noto, infatti, che la prevalenza di questo fenomeno è andata negli anni aumentando e diffondendosi, forse anche a seguito dell¿aumento dell¿offerta di gioco. Ciò che mi propongo, in altri termini, è di analizzare caratteristiche e peculiarità di quella che l¿American Psychiatric Association già all¿inizio degli anni Ottanta definiva come una vera e propria malattia sociale, classificabile all¿interno dei disturbi del controllo degli impulsi. Farò questo prendendo in esame la bibliografia sul gioco d¿azzardo patologico perlopiù di matrice psicologica e riconducibile a studi d¿oltreoceano. Da un punto di vista analitico, il mio lavoro si compone di tre capitoli. Il primo capitolo parte da un¿analisi dell¿industria del gioco d¿azzardo in Italia. Ne emergono risultati interessanti, uno dei quali sono senz¿altro, come si accennava poc¿anzi, la crescita vertiginosa dell¿offerta di gioco nelle sue varie forme. Infatti, se Venti o addirittura Trent¿anni fa le possibilità di gioco era racchiuse in una sola giocata settimanale ai classici giochi statali, quali Lotto, Totip, Lotterie, e per i giochi da tavolo si poteva accedere ai casinò, dagli anni Novanta tale possibilità aumenta in modo esponenziale, con la nascita di nuovi giochi statali (Superenalotto), ad esempio l¿aumento dei punti di raccolta del gioco, la dilatazione dei tempi e dello spazio del gioco, oppure, la possibilità di giocare tranquilli da casa accedendo a internet con l¿utilizzo della carta di credito, la presenza di video-poker e slot-machine libere e presenti in presso i punti vendita autorizzato. I dati da me presi in esame mostrano come nel biennio 1992/1993, nello specifico nell¿estate 1992, lo Stato decise d¿incrementare legalmente il gioco: aumentando così le possibilità di gioco e dando alla luce nuovi giochi. E¿ in questi anni che, ad esempio, nasce il Superenalotto. Il motivo di tale scelta fu molto banale: in quegli anni il bilancio statale era in bilico e l¿Italia rischiava il tracollo finanziario. Si era nell¿impossibilità di poter aumentare le tasse, poiché il piano finanziario era già stato attuato, e si trovò il modo più semplice e immediato per poter avere più entrate. Se, tale manovra, aiutò a evitare il tracollo finanziario, può anche darsi che tutto ciò andò a creare un non previsto effetto collaterale: la nascita di una nuova malattia, la dipendenza da gioco d¿azzardo. Nello specifico è impossibile quantificare e soprattutto identificare tali ¿malati¿, ma il nascere delle richieste d¿aiuto di molte famiglie a psicologi e gruppi di sostegno ci pone di fronte ad una domanda: cosa è successo? Davvero tale libertà di gioco promossa dagli anni Novanta a oggi, la possibilità di accedere a internet con una qualsiasi carta di credito, abbia creato come risultato finale la nascita di una nuova malattia? Ciò che preoccupa e interroga gli studiosi di tale fenomeno è come poter intervenire per arginare questa patologia. Infatti, nel 2000 a Forte dei Marmi si tenne il primo congresso italiano sul gioco d¿azzardo compulsivo, intitolato¿Il gioco & lo azzardo¿, promosso dall¿Associazione ALEA (Associazione pFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/110893