Il fiume Mekong, che nasce nelle alture tibetane e attraversa la Cina, il Myanmar, la Thailandia, il Laos e la Cambogia fino a sfociare nel Delta del Vietnam, è uno dei fiumi più importanti del Sudest asiatico continentale. Attraversando diverse nazioni, nei pressi dei suoi affluenti, si sono sviluppate molte civiltà che, nel corso della storia, hanno tratto sostentamento dalle sue risorse. Le risorse fornite dal fiume hanno rappresentato un elemento imprescindibile per lo sviluppo di queste civiltà. Tuttavia, durante la Guerra Fredda, sono emerse nuove modalità di utilizzo di questo corso d’acqua. In particolare, sono state costruite numerose dighe che ne hanno modificato il corso con l'obiettivo di sfruttarne appieno il potenziale, cambiando così anche le risorse ottenibili. La crescente necessità di accaparrarsi le maggiori ricchezze del fiume è stata guidata dallo sviluppo economico e industriale dei diversi Paesi attraversati. Tra questi, la Cina rappresenta il Paese che ha sfruttato maggiormente il fiume, in particolare con la costruzione di dighe e centrali idroelettriche per sopperire alla propria mancanza di risorse naturali e per favorire lo sviluppo industriale. La presenza cinese è diventata ingombrante quando i propri interessi hanno iniziato a minacciare quelli delle altre nazioni attraversate dal fiume. Questo avviene perché, essendo la sorgente del fiume situata in Cina, le risorse naturali del Mekong vengono sfruttate ed esaurite prematuramente, lasciando ai Paesi attraversati successivamente meno risorse utilizzabili. In Vietnam, dove il fiume forma il proprio delta, è sempre meno possibile ottenere dal Mekong le risorse necessarie per lo sviluppo agricolo e industriale. La Cina, quindi, sembra esercitare un controllo indiretto sui Paesi attraversati dal fiume, sfruttando le migliori risorse disponibili e lasciandone poche agli altri, attuando quello che appare come una sorta di “colonialismo economico”. La salute del fiume è messa a dura prova non solo dal suo sfruttamento per motivi economici, ma anche a causa dei crescenti disastri naturali legati al cambiamento climatico. In tempi recenti, il fiume è sempre più inquinato e soffre costantemente di fenomeni di risalita dell'acqua del mare nel suo corso. Tutti questi cambiamenti stanno avendo ripercussioni sulle popolazioni che vivono e traggono sostentamento dal Mekong, minando la loro sopravvivenza e incrementando fenomeni come la migrazione climatica.
L’impatto dei progetti idroelettrici sul bacino del Mekong: il caso del Vietnam
CORDARO, ROBERTO
2023/2024
Abstract
Il fiume Mekong, che nasce nelle alture tibetane e attraversa la Cina, il Myanmar, la Thailandia, il Laos e la Cambogia fino a sfociare nel Delta del Vietnam, è uno dei fiumi più importanti del Sudest asiatico continentale. Attraversando diverse nazioni, nei pressi dei suoi affluenti, si sono sviluppate molte civiltà che, nel corso della storia, hanno tratto sostentamento dalle sue risorse. Le risorse fornite dal fiume hanno rappresentato un elemento imprescindibile per lo sviluppo di queste civiltà. Tuttavia, durante la Guerra Fredda, sono emerse nuove modalità di utilizzo di questo corso d’acqua. In particolare, sono state costruite numerose dighe che ne hanno modificato il corso con l'obiettivo di sfruttarne appieno il potenziale, cambiando così anche le risorse ottenibili. La crescente necessità di accaparrarsi le maggiori ricchezze del fiume è stata guidata dallo sviluppo economico e industriale dei diversi Paesi attraversati. Tra questi, la Cina rappresenta il Paese che ha sfruttato maggiormente il fiume, in particolare con la costruzione di dighe e centrali idroelettriche per sopperire alla propria mancanza di risorse naturali e per favorire lo sviluppo industriale. La presenza cinese è diventata ingombrante quando i propri interessi hanno iniziato a minacciare quelli delle altre nazioni attraversate dal fiume. Questo avviene perché, essendo la sorgente del fiume situata in Cina, le risorse naturali del Mekong vengono sfruttate ed esaurite prematuramente, lasciando ai Paesi attraversati successivamente meno risorse utilizzabili. In Vietnam, dove il fiume forma il proprio delta, è sempre meno possibile ottenere dal Mekong le risorse necessarie per lo sviluppo agricolo e industriale. La Cina, quindi, sembra esercitare un controllo indiretto sui Paesi attraversati dal fiume, sfruttando le migliori risorse disponibili e lasciandone poche agli altri, attuando quello che appare come una sorta di “colonialismo economico”. La salute del fiume è messa a dura prova non solo dal suo sfruttamento per motivi economici, ma anche a causa dei crescenti disastri naturali legati al cambiamento climatico. In tempi recenti, il fiume è sempre più inquinato e soffre costantemente di fenomeni di risalita dell'acqua del mare nel suo corso. Tutti questi cambiamenti stanno avendo ripercussioni sulle popolazioni che vivono e traggono sostentamento dal Mekong, minando la loro sopravvivenza e incrementando fenomeni come la migrazione climatica.File | Dimensione | Formato | |
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