Introduzione Questo lavoro ha come fine la riflessione sul problema dell'uso politico della Rivoluzione francese, così com'è emerso nel corso delle celebrazioni in occasione del Bicentenario 1989. Tale studio fa uso di due principali testimonianze: la prima è quella che Michel Vovelle, massimo esperto della Rivoluzione, ci consegna nel libro 1989. L'Héritage et la Mémoire . In quest'opera si dedica ampio spazio alla disamina delle caratteristiche (sociali, economiche, politiche e culturali) e dell'importanza che la Rivoluzione ha avuto, in Francia e nel mondo, ieri come oggi. Inoltre si tenta un bilancio, alla luce delle recenti testimonianze fornite dal Bicentenario, dell'eredità dell'evento e della sua trasformazione nella memoria (e nelle memorie). La seconda è il lavoro di Patrick Garcia, allievo di Vovelle, Le Bicentenaire de la Révolution Française: pratiques sociales d'une commemoration . Si tratta, come spiega il titolo, di un'analisi approfondita delle modalità, delle finalità e dello spirito con cui il Bicentenario è stato pensato, organizzato e vissuto dai francesi. Il primo dei due lavori è più improntato ad una storia dei concetti e delle idee che pervadono il dibattito odierno sulla Rivoluzione. Il dualismo evocato dal titolo non è netto, ma accompagna l'intera opera come duplice punto di riferimento del discorso. Tuttavia, eredità e memoria sono categorie che trascendono la pur sterminata semantica rivoluzionaria, e vanno ad arricchire un altro vocabolario, quello delle problematiche legate alla crisi della storia, come custode e interprete del passato, e come voce autorevole e scientifica. Tale questione è fondante giacché risulta strettamente legata al concetto stesso di ¿uso politico¿ di eventi o periodi storici: in particolare la questione della crisi di identità e dell'angoscia postmodernista della perdita di certezze, che spinge ad una riappropriazione o reinvenzione della memoria. Nella seconda opera, Garcia parte proprio da questa memoria nuova (o reinventata) per elaborare una scrupolosa ricostruzione del Bicentenario. L'autore studia gli aspetti ideologici della commemorazione e del contesto storico in cui è calata, e sulla base di essi, con particolare attenzione per la distinzione tra dimensione nazionale e dimensione locale, analizza le forme materiali con cui si celebra l'evento. In esse egli ritrova le premesse di partenza: la crisi dell'identità e il rifugio in una memoria di tipo nuovo, non più storica, ma contraddittoria, privata, appiattita su di un passato evocativo. Uno stato della memoria differente che va a condizionare lo stato storico attuale, mutandolo .
L'uso politico della Rivoluzione francese nel Bicentenario 1989
MORANDINI, TAZIO
2009/2010
Abstract
Introduzione Questo lavoro ha come fine la riflessione sul problema dell'uso politico della Rivoluzione francese, così com'è emerso nel corso delle celebrazioni in occasione del Bicentenario 1989. Tale studio fa uso di due principali testimonianze: la prima è quella che Michel Vovelle, massimo esperto della Rivoluzione, ci consegna nel libro 1989. L'Héritage et la Mémoire . In quest'opera si dedica ampio spazio alla disamina delle caratteristiche (sociali, economiche, politiche e culturali) e dell'importanza che la Rivoluzione ha avuto, in Francia e nel mondo, ieri come oggi. Inoltre si tenta un bilancio, alla luce delle recenti testimonianze fornite dal Bicentenario, dell'eredità dell'evento e della sua trasformazione nella memoria (e nelle memorie). La seconda è il lavoro di Patrick Garcia, allievo di Vovelle, Le Bicentenaire de la Révolution Française: pratiques sociales d'une commemoration . Si tratta, come spiega il titolo, di un'analisi approfondita delle modalità, delle finalità e dello spirito con cui il Bicentenario è stato pensato, organizzato e vissuto dai francesi. Il primo dei due lavori è più improntato ad una storia dei concetti e delle idee che pervadono il dibattito odierno sulla Rivoluzione. Il dualismo evocato dal titolo non è netto, ma accompagna l'intera opera come duplice punto di riferimento del discorso. Tuttavia, eredità e memoria sono categorie che trascendono la pur sterminata semantica rivoluzionaria, e vanno ad arricchire un altro vocabolario, quello delle problematiche legate alla crisi della storia, come custode e interprete del passato, e come voce autorevole e scientifica. Tale questione è fondante giacché risulta strettamente legata al concetto stesso di ¿uso politico¿ di eventi o periodi storici: in particolare la questione della crisi di identità e dell'angoscia postmodernista della perdita di certezze, che spinge ad una riappropriazione o reinvenzione della memoria. Nella seconda opera, Garcia parte proprio da questa memoria nuova (o reinventata) per elaborare una scrupolosa ricostruzione del Bicentenario. L'autore studia gli aspetti ideologici della commemorazione e del contesto storico in cui è calata, e sulla base di essi, con particolare attenzione per la distinzione tra dimensione nazionale e dimensione locale, analizza le forme materiali con cui si celebra l'evento. In esse egli ritrova le premesse di partenza: la crisi dell'identità e il rifugio in una memoria di tipo nuovo, non più storica, ma contraddittoria, privata, appiattita su di un passato evocativo. Uno stato della memoria differente che va a condizionare lo stato storico attuale, mutandolo .File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/110630