L' analisi dell'Evangelistario LXI/40 della Biblioteca Capitolare d'Ivrea ci ha permesso di giungere ad interessanti conclusioni in ambito storico, culturale ed artistico. Lo studio dell'Evangelistario ci ha consentito di evidenziare il ruolo di promozione artistica e culturale assunto, nel corso del tempo, dal Capitolo eporediese in un'ideale continuità svolta da alcuni dei suoi vescovi più importanti attraverso i secoli: da Warmondo, committente del Sacramentario LXXXVI/31 all'inizio del secolo XI, a Guido, presumibilmente, committente dell' Evangelistario LXI/40 . Solo un committente in grado di disporre di cospicue risorse economiche, ma al contempo anche politiche e diplomatiche, poteva infatti permettersi di commissionare opere prestigiose , quale appunto appare il codice romanico oggetto di questo studio. Attraverso l'analisi degli inventari della biblioteca capitolare di Ivrea, abbiamo avuto la possibilità seguire la presenza dell'Evangelistario all'interno del fondo manoscritto eporediese attraverso i secoli. L' uso liturgico del codice, evidenziato anche dalle molte note a margine, ci ha permesso di ricavare importanti informazioni, in relazione alla datazione e all'uso del codice . Il manoscritto LXI/40 ci è pervenuto in buono stato di conservazione, completamente intatto nella parte decorativa come in quella scritta. Lo studio della decorazione del codice ci ha quindi consentito di confrontare l'iconografia e lo stile dell'Evangelistario con la produzione precedente e coeva sia nel campo della miniatura sia in quello della pittura monumentale. Abbiamo potuto notare il permanere, attraverso più di un secolo, di particolari iconografici derivati direttamente dal modello warmondiano, ma reinterpretati in chiave del tutto nuova nel codice del XII secolo, il cui realismo e dinamismo lo collocano completamente nel proprio tempo e nella propria cultura . Il miniatore dell' Evangelistario si è ispirato al Sacramentario di Warmondo per tutte le proprie illustrazioni, anche se con maggiore o minore libertà, secondo i soggetti rappresentati. Il divario stilistico tra i due codici, tuttavia, è considerevole: i temi iconografici desunti dal codice più antico sono stati tradotti dal miniatore romanico con un linguaggio completamente diverso, del tutto inserito nel proprio tempo storico ed artistico . La miniatura è sicuramente legata ad altre tecniche artistiche, in primo luogo alla pittura, anche perché spesso gli artisti operavano in vari e diversi settori. Il confronto della decorazione dell' Evangelistario col prototipo warmondiano da una parte e con la pittura monumentale dall'altra, ha messo in luce omogeneità e differenze, ponendo l' Evangelistario in rapporto con lo stile bizantineggiante di altre opere della pittura monumentale immediatamente precedente o coeva dell'Italia settentrionale . Possiamo concludere che l'analisi della decorazione dell'Evangelistario LXI/40 dà un ulteriore contributo alla lettura della miniatura romanica in Piemonte e, nello stesso tempo, aggiunge nuovi elementi sull'attività dello scriptorium della Cattedrale, nonché sui metodi di lavoro nell'ambito della produzione libraria.
L'EVANGELISTARIO MS LXI/40 DELLA BIBLIOTECA CAPITOLARE DI IVREA
MAZZA, GIOVANNA
2009/2010
Abstract
L' analisi dell'Evangelistario LXI/40 della Biblioteca Capitolare d'Ivrea ci ha permesso di giungere ad interessanti conclusioni in ambito storico, culturale ed artistico. Lo studio dell'Evangelistario ci ha consentito di evidenziare il ruolo di promozione artistica e culturale assunto, nel corso del tempo, dal Capitolo eporediese in un'ideale continuità svolta da alcuni dei suoi vescovi più importanti attraverso i secoli: da Warmondo, committente del Sacramentario LXXXVI/31 all'inizio del secolo XI, a Guido, presumibilmente, committente dell' Evangelistario LXI/40 . Solo un committente in grado di disporre di cospicue risorse economiche, ma al contempo anche politiche e diplomatiche, poteva infatti permettersi di commissionare opere prestigiose , quale appunto appare il codice romanico oggetto di questo studio. Attraverso l'analisi degli inventari della biblioteca capitolare di Ivrea, abbiamo avuto la possibilità seguire la presenza dell'Evangelistario all'interno del fondo manoscritto eporediese attraverso i secoli. L' uso liturgico del codice, evidenziato anche dalle molte note a margine, ci ha permesso di ricavare importanti informazioni, in relazione alla datazione e all'uso del codice . Il manoscritto LXI/40 ci è pervenuto in buono stato di conservazione, completamente intatto nella parte decorativa come in quella scritta. Lo studio della decorazione del codice ci ha quindi consentito di confrontare l'iconografia e lo stile dell'Evangelistario con la produzione precedente e coeva sia nel campo della miniatura sia in quello della pittura monumentale. Abbiamo potuto notare il permanere, attraverso più di un secolo, di particolari iconografici derivati direttamente dal modello warmondiano, ma reinterpretati in chiave del tutto nuova nel codice del XII secolo, il cui realismo e dinamismo lo collocano completamente nel proprio tempo e nella propria cultura . Il miniatore dell' Evangelistario si è ispirato al Sacramentario di Warmondo per tutte le proprie illustrazioni, anche se con maggiore o minore libertà, secondo i soggetti rappresentati. Il divario stilistico tra i due codici, tuttavia, è considerevole: i temi iconografici desunti dal codice più antico sono stati tradotti dal miniatore romanico con un linguaggio completamente diverso, del tutto inserito nel proprio tempo storico ed artistico . La miniatura è sicuramente legata ad altre tecniche artistiche, in primo luogo alla pittura, anche perché spesso gli artisti operavano in vari e diversi settori. Il confronto della decorazione dell' Evangelistario col prototipo warmondiano da una parte e con la pittura monumentale dall'altra, ha messo in luce omogeneità e differenze, ponendo l' Evangelistario in rapporto con lo stile bizantineggiante di altre opere della pittura monumentale immediatamente precedente o coeva dell'Italia settentrionale . Possiamo concludere che l'analisi della decorazione dell'Evangelistario LXI/40 dà un ulteriore contributo alla lettura della miniatura romanica in Piemonte e, nello stesso tempo, aggiunge nuovi elementi sull'attività dello scriptorium della Cattedrale, nonché sui metodi di lavoro nell'ambito della produzione libraria.File | Dimensione | Formato | |
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