Con questo lavoro si intende mettere a disposizione dei lettori italiani la traduzione dell'Or. 5 sul Mito libico, composta da Dione di Prusa in età imperiale. Si tratta di un discorso che proprio per la piacevolezza e il fascino esercitato dai suoi contenuti propriamente esotici - il racconto narra di una razza di donne-serpente che dominavano il deserto libico ostacolando la presenza umana - è stato considerato a lungo una semplice esercitazione retorica fine a sé stessa. In realtà un'attenta lettura del testo dioneo rivela la complessità dei significati in esso celati e la profondità dei messaggi etico-politici che l'autore intendeva comunicare. A partire, dunque, da un'analisi linguistico-retorica del discorso si è potuto constatare come l'uso sapiente di figure di ripetizione crei concatenazioni indissolubili tra i vari passi del testo e rimandi ad altri discorsi, per lo più politici, del corpus dioneo. Vi si può riconoscere pertanto la notevole abilità dell'oratore nello sfruttare le potenzialità che un racconto mitico sul deserto libico poteva offrirgli, a tal punto che l'argomento si può prestare a letture sempre differenti, indirizzate a un pubblico tanto più ristretto quanto più ci si addentra nella profondità di significati racchiusi nell'orazione: dalla gente comune, agli uomini colti, alle classi dirigenti dell'impero.
L'OR. 5 DI DIONE DI PRUSA: UN MITO LIBICO
BAFFA, LAURA
2010/2011
Abstract
Con questo lavoro si intende mettere a disposizione dei lettori italiani la traduzione dell'Or. 5 sul Mito libico, composta da Dione di Prusa in età imperiale. Si tratta di un discorso che proprio per la piacevolezza e il fascino esercitato dai suoi contenuti propriamente esotici - il racconto narra di una razza di donne-serpente che dominavano il deserto libico ostacolando la presenza umana - è stato considerato a lungo una semplice esercitazione retorica fine a sé stessa. In realtà un'attenta lettura del testo dioneo rivela la complessità dei significati in esso celati e la profondità dei messaggi etico-politici che l'autore intendeva comunicare. A partire, dunque, da un'analisi linguistico-retorica del discorso si è potuto constatare come l'uso sapiente di figure di ripetizione crei concatenazioni indissolubili tra i vari passi del testo e rimandi ad altri discorsi, per lo più politici, del corpus dioneo. Vi si può riconoscere pertanto la notevole abilità dell'oratore nello sfruttare le potenzialità che un racconto mitico sul deserto libico poteva offrirgli, a tal punto che l'argomento si può prestare a letture sempre differenti, indirizzate a un pubblico tanto più ristretto quanto più ci si addentra nella profondità di significati racchiusi nell'orazione: dalla gente comune, agli uomini colti, alle classi dirigenti dell'impero.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/110414