Il mio lavoro ha come fine il rilevare, nel pensiero aristotelico, le circostanze e le modalità in cui e per cui ci sia la possibilità del sorgere di un rapporto di amicizia tra gli uomini. Prendendo in considerazione e analizzando soprattutto Etica Nicomachea, VIII-IX ed Etica Eudemia, VII, ho cercato di esaminare il tema dell' amicizia in rapporto alla politica, alla giustizia e alla felicità, non mancando di evidenziare le varie tipologie di amicizie che si possono riscontrare a seconda dell' ambiente sociale o dei diversi tipi di caratteri degli uomini che portano a unirsi ad altri individui per scopi più o meno simili tra loro. La lettura delle opere del filosofo greco deve però essere contestualizzata, per aver chiare le differenze tra la contemporaneità e il contesto antico. Per questo motivo è stato necessario chiarire fin dall'inizio cosa significhi il termine philia per Aristotele. Un altro problema che viene discusso, e che d' altra parte Aristotele affronta subito, è quello di stabilire se l' amicizia sia connessa alla virtù o se sia essa stessa una virtù. Dal titolo si può cogliere la mia posizione al riguardo: è evidente che si tratta di una virtù, se essa è coltivata per il bene in sé come scopo ultimo. Inoltre, l' utilità dell' amicizia viene sottolineata nel momento in cui la si pone come imprescindibile collante della comunità politica: la necessità del legame amichevole è infatti ritenuta fondamentale per il fatto che non si può sopravvivere, né essere per davvero esseri umani al di fuori di una sia pur minima rete di reciproco riconoscimento quale si costituisce appunto sostanzialmente tra amici (rete che per Aristotele è la polis greca nella sua specificità storica, per cui la ripresa di concetti di amicizia politica vanno sempre adeguatamente ritradotti). Ma, nonostante sia chiara l'importanza della philia per tutti gli uomini, lo stesso Aristotele sottolinea più volte la difficoltà di instaurare un rapporto virtuoso, analizzando le differenze che intercorrono, ad esempio, come già rilevato, tra i caratteri di ogni individuo e i fini diversi con cui ognuno cerca di legarsi ad altri. Se quindi non ci sarà una comunità di intenti e una somiglianza dal punto di vista caratteriale tra i membri, nei quali la relazione amichevole si è stabilita, si arriverà a un rapporto che finirà e si scioglierà quasi subito. In questo lavoro ho cercato di evidenziare il forte valore dell'amicizia per Aristotele, cercando di rilevare tutte le modalità di rapporti più o meno virtuosi che si possono creare tra gli uomini. Non mancano quindi anche paragoni con tipologie di rapporti simili all' amicizia, quali la benevolenza, la concordia e l'amore, che Aristotele stesso esamina per meglio evidenziare i tratti propri della philia sulla base delle rispettive differenze e precisarne quindi la definizione.

L' amicizia in Aristotele come virtù sociale e politica

ENRIETTI, ENRICO
2009/2010

Abstract

Il mio lavoro ha come fine il rilevare, nel pensiero aristotelico, le circostanze e le modalità in cui e per cui ci sia la possibilità del sorgere di un rapporto di amicizia tra gli uomini. Prendendo in considerazione e analizzando soprattutto Etica Nicomachea, VIII-IX ed Etica Eudemia, VII, ho cercato di esaminare il tema dell' amicizia in rapporto alla politica, alla giustizia e alla felicità, non mancando di evidenziare le varie tipologie di amicizie che si possono riscontrare a seconda dell' ambiente sociale o dei diversi tipi di caratteri degli uomini che portano a unirsi ad altri individui per scopi più o meno simili tra loro. La lettura delle opere del filosofo greco deve però essere contestualizzata, per aver chiare le differenze tra la contemporaneità e il contesto antico. Per questo motivo è stato necessario chiarire fin dall'inizio cosa significhi il termine philia per Aristotele. Un altro problema che viene discusso, e che d' altra parte Aristotele affronta subito, è quello di stabilire se l' amicizia sia connessa alla virtù o se sia essa stessa una virtù. Dal titolo si può cogliere la mia posizione al riguardo: è evidente che si tratta di una virtù, se essa è coltivata per il bene in sé come scopo ultimo. Inoltre, l' utilità dell' amicizia viene sottolineata nel momento in cui la si pone come imprescindibile collante della comunità politica: la necessità del legame amichevole è infatti ritenuta fondamentale per il fatto che non si può sopravvivere, né essere per davvero esseri umani al di fuori di una sia pur minima rete di reciproco riconoscimento quale si costituisce appunto sostanzialmente tra amici (rete che per Aristotele è la polis greca nella sua specificità storica, per cui la ripresa di concetti di amicizia politica vanno sempre adeguatamente ritradotti). Ma, nonostante sia chiara l'importanza della philia per tutti gli uomini, lo stesso Aristotele sottolinea più volte la difficoltà di instaurare un rapporto virtuoso, analizzando le differenze che intercorrono, ad esempio, come già rilevato, tra i caratteri di ogni individuo e i fini diversi con cui ognuno cerca di legarsi ad altri. Se quindi non ci sarà una comunità di intenti e una somiglianza dal punto di vista caratteriale tra i membri, nei quali la relazione amichevole si è stabilita, si arriverà a un rapporto che finirà e si scioglierà quasi subito. In questo lavoro ho cercato di evidenziare il forte valore dell'amicizia per Aristotele, cercando di rilevare tutte le modalità di rapporti più o meno virtuosi che si possono creare tra gli uomini. Non mancano quindi anche paragoni con tipologie di rapporti simili all' amicizia, quali la benevolenza, la concordia e l'amore, che Aristotele stesso esamina per meglio evidenziare i tratti propri della philia sulla base delle rispettive differenze e precisarne quindi la definizione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/110380