Il presente lavoro sorge nell'ambito della letteratura italiana e, considerato il Corso di Laurea in Letterature comparate, non di secondo rilievo è stata la scelta di improntare a tutta questa tesi di Laurea triennale un taglio più comparatistico. Si è scelto di dedicarsi innanzitutto ad un aspetto che a lungo è stato messo in secondo piano dai ¿leopardisti¿, ovvero la produzione giovanile e le cosiddette ¿opere minori¿ di Leopardi: Storia della Astronomia, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Dissertazioni metafisiche e morali, senza comunque tralasciare i dovuti rimandi allo Zibaldone di pensieri, alle Operette morali e ai Canti. L'autore francese dal quale si è scelto di osservare queste opere - o a cui, viceversa, esse guardano - è Bernard le Bovier de Fontenelle, erudito, moralista, «primo dei philosophes». A partire dalle pagine del filosofo francese, è stato tracciato una sorta di percorso tematico alla ricerca di come, con quali tempistiche, su quali temi, si sia giocato il passaggio dal Sei-Settecento francese al Sette-Ottocento italiano: passaggio incarnato nella figura di Leopardi. Si è andata quindi delineando l'idea che lo stesso poeta recanatese possa forse essere definito a sua volta philosophe, ma ora ¿ultimo dei philosophes¿. Gli apporti provenienti da Fontenelle sono stati dunque sfruttati anche per evidenziare proprio questi legami sotterranei con tutta una cultura francese; un capitolo in particolare è stato dedicato alla tematica ¿astronomica¿ e, rispettando un ordine cronologico di fonte-derivato, il primo testo presentato è stato quello del filosofo francese, seguito poi da quello di Leopardi. L'analisi si è andata sviluppando inizialmente dal contesto in cui collocare i fontenelliani Entretiens sur la pluralité des mondes; proseguendo poi con la descrizione della struttura del testo francese e una breve analisi dei contenuti. Procedimento simile è stato adottato per l'omologo leopardiano, ovvero la Storia della Astronomia. A questo punto si è scelto di iniziare il lavoro di raffronto innanzitutto testuale, alla ricerca di citazioni e rimandi più o meno espliciti, anche in altre opere leopardiane, ma sempre di tema strettamente astronomico. Si è così andata definendo una chiave di lettura che può essere utilizzata per reinterpretare l'intera produzione, e non solo quella giovanile, di Leopardi. Si è scelto nell'ultimo capitolo di presentare una carrellata più rapida di punti di contatto fra i due autori, ricavata tramite un lavoro più diretto e personale sulle fonti testuali: ¿rileggere¿ in un certo senso la produzione leopardiana alla luce dell'indagine critico-razionale, ha permesso di evidenziare come sia Fontenelle che Leopardi abbiano dato risposte in parte simili, e per altri aspetti differenti ai vari quesiti su cui essi si sono di volta in volta interrogati, ovvero eudemonismo, edonismo, esistenza di Dio, eredità dell'antico, gnoseologia, etica e morale. Entrambi, però, hanno preponderatamente scelto la via dell'interrogazione e della riflessione, evitando di arrestarsi ai primi ostacoli di pregiudizi, errori, impossibilità conoscitive.
Fontenelle e Leopardi: il primo e l'ultimo dei philosophes
ZALTRON, NOEMI
2010/2011
Abstract
Il presente lavoro sorge nell'ambito della letteratura italiana e, considerato il Corso di Laurea in Letterature comparate, non di secondo rilievo è stata la scelta di improntare a tutta questa tesi di Laurea triennale un taglio più comparatistico. Si è scelto di dedicarsi innanzitutto ad un aspetto che a lungo è stato messo in secondo piano dai ¿leopardisti¿, ovvero la produzione giovanile e le cosiddette ¿opere minori¿ di Leopardi: Storia della Astronomia, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, Dissertazioni metafisiche e morali, senza comunque tralasciare i dovuti rimandi allo Zibaldone di pensieri, alle Operette morali e ai Canti. L'autore francese dal quale si è scelto di osservare queste opere - o a cui, viceversa, esse guardano - è Bernard le Bovier de Fontenelle, erudito, moralista, «primo dei philosophes». A partire dalle pagine del filosofo francese, è stato tracciato una sorta di percorso tematico alla ricerca di come, con quali tempistiche, su quali temi, si sia giocato il passaggio dal Sei-Settecento francese al Sette-Ottocento italiano: passaggio incarnato nella figura di Leopardi. Si è andata quindi delineando l'idea che lo stesso poeta recanatese possa forse essere definito a sua volta philosophe, ma ora ¿ultimo dei philosophes¿. Gli apporti provenienti da Fontenelle sono stati dunque sfruttati anche per evidenziare proprio questi legami sotterranei con tutta una cultura francese; un capitolo in particolare è stato dedicato alla tematica ¿astronomica¿ e, rispettando un ordine cronologico di fonte-derivato, il primo testo presentato è stato quello del filosofo francese, seguito poi da quello di Leopardi. L'analisi si è andata sviluppando inizialmente dal contesto in cui collocare i fontenelliani Entretiens sur la pluralité des mondes; proseguendo poi con la descrizione della struttura del testo francese e una breve analisi dei contenuti. Procedimento simile è stato adottato per l'omologo leopardiano, ovvero la Storia della Astronomia. A questo punto si è scelto di iniziare il lavoro di raffronto innanzitutto testuale, alla ricerca di citazioni e rimandi più o meno espliciti, anche in altre opere leopardiane, ma sempre di tema strettamente astronomico. Si è così andata definendo una chiave di lettura che può essere utilizzata per reinterpretare l'intera produzione, e non solo quella giovanile, di Leopardi. Si è scelto nell'ultimo capitolo di presentare una carrellata più rapida di punti di contatto fra i due autori, ricavata tramite un lavoro più diretto e personale sulle fonti testuali: ¿rileggere¿ in un certo senso la produzione leopardiana alla luce dell'indagine critico-razionale, ha permesso di evidenziare come sia Fontenelle che Leopardi abbiano dato risposte in parte simili, e per altri aspetti differenti ai vari quesiti su cui essi si sono di volta in volta interrogati, ovvero eudemonismo, edonismo, esistenza di Dio, eredità dell'antico, gnoseologia, etica e morale. Entrambi, però, hanno preponderatamente scelto la via dell'interrogazione e della riflessione, evitando di arrestarsi ai primi ostacoli di pregiudizi, errori, impossibilità conoscitive.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/110161