L'opinione pubblica mostra una fiducia incondizionata nell'azione general-preventiva della sanzione capitale e nella idoneità di inasprimenti di pena a ridurre i tassi di criminalità. È da evidenziare tuttavia che tale convincimento circa l'idoneità della pena a ridurre i tassi di criminalità è completamente privo di fondamenti razionali e sconfessato dai risultati della ricerca empirica. La assenza di informazioni, tuttavia, dà luogo al perpetuarsi di questi convincimenti irrazionali. Tanto dalle indagini empiriche sulla pena, che dalla riflessione sui diversi meccanismi dissuasivi attraverso i quali la legge penale esplica un effetto general-preventivo, emerge un quadro significativamente omogeneo. Alla stregua delle conoscenze attuali e dei dati disponibili, si deve infatti negare che la pena capitale presenti, in generale, una maggiore efficacia dissuasiva rispetto alla detenzione a vita, ed anzi si può fondatamente ritenere che, talora, essa abbia addirittura un effetto criminogeno. Proprio quest'ultima osservazione è, a ben vedere, particolarmente importante in una considerazione complessiva del problema in esame: poiché, pur rimanendo assodato che in linea generale la pena di morte non possiede un'efficacia-general preventiva superiore a quella dell'ergastolo, anche ipotizzando che essa dissuada qualche potenziale delinquente in più della minaccia della carcerazione a vita, tale supposto effetto positivo risulta, in ogni caso, ampiamente neutralizzato da effetti controproducenti innescati dalla stessa sanzione in altri casi.
L'effetto deterrente della pena capitale
CASTELLAZZO, LAURA
2010/2011
Abstract
L'opinione pubblica mostra una fiducia incondizionata nell'azione general-preventiva della sanzione capitale e nella idoneità di inasprimenti di pena a ridurre i tassi di criminalità. È da evidenziare tuttavia che tale convincimento circa l'idoneità della pena a ridurre i tassi di criminalità è completamente privo di fondamenti razionali e sconfessato dai risultati della ricerca empirica. La assenza di informazioni, tuttavia, dà luogo al perpetuarsi di questi convincimenti irrazionali. Tanto dalle indagini empiriche sulla pena, che dalla riflessione sui diversi meccanismi dissuasivi attraverso i quali la legge penale esplica un effetto general-preventivo, emerge un quadro significativamente omogeneo. Alla stregua delle conoscenze attuali e dei dati disponibili, si deve infatti negare che la pena capitale presenti, in generale, una maggiore efficacia dissuasiva rispetto alla detenzione a vita, ed anzi si può fondatamente ritenere che, talora, essa abbia addirittura un effetto criminogeno. Proprio quest'ultima osservazione è, a ben vedere, particolarmente importante in una considerazione complessiva del problema in esame: poiché, pur rimanendo assodato che in linea generale la pena di morte non possiede un'efficacia-general preventiva superiore a quella dell'ergastolo, anche ipotizzando che essa dissuada qualche potenziale delinquente in più della minaccia della carcerazione a vita, tale supposto effetto positivo risulta, in ogni caso, ampiamente neutralizzato da effetti controproducenti innescati dalla stessa sanzione in altri casi.File | Dimensione | Formato | |
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