Durante la visita di un palazzo reale o nobiliare europeo talvolta ci si imbatte in una stanza denominata, a seconda del paese in cui ci si trova, Etruskisches Kabinett, Etruscan Room, Galeria Etrusca, Cabinet Etrusque o Gabinetto Etrusco, testimonianza del fatto che a partire dalla fine del Settecento nacque in Europa il desiderio di impreziosire le residenze con ambienti definiti appunto "etruschi". Ma quali sono le particolarità di queste sale? Cos'hanno in comune tra loro? E soprattutto cosa c'entrano gli Etruschi? Nonostante la designazione, spesso ad una analisi dettagliata delle decorazioni non si riconosce, però, alcun elemento riconducibile alla civiltà etrusca. Ciò è dovuto da un lato alla difficoltà di definire le caratteristiche dell'arte etrusca ¿ Piranesi ad esempio considerava l'arte romana derivazione di quella etrusca e non si curava della distinzione archeologica tra le due ¿ , dall'altro è dovuto alle false convinzioni che i numerosi vasi ritrovati nelle tombe etrusche, da cui ricordo vennero tratte numerose incisioni, fossero etruschi e non greci. Tale convinzione, anche se riconosciuta incorretta già dall'inizio dell'Ottocento, non cambiò le sorti della falsa nomenclatura, che continuò ad essere usata in modo inesatto ancora per tutto il secolo XIX. È opportuno pertanto a partire dagli innumerevoli esempi presenti in tutta Europa, analizzare alcuni ambienti decorati "all'etrusca" in Piemonte, delinearne le caratteristiche e cercare informazioni originali nei documenti d'archivio. Uno degli ambienti "etruschi" più significativi in Italia è costituito dal Gabinetto Etrusco allestito da Pelagio Palagi nel Castello di Racconigi, residenza estiva del re di Sardegna Carlo Alberto, tra il 1833 e il 1838, in un momento di grande fervore archeologico nello Stato Pontificio. Il suo artefice, collezionista e archeologo, conscio della falsa attribuzione dei vasi figurati agli Etruschi ed aggiornato sulle ultime novità degli scavi, decise di inserire nella generale decorazione ispirata all'antico un vero motivo etrusco, ovvero un fregio tratto dalla Tomba del Barone, all'epoca di recente scoperta. La scelta del riferimento agli Etruschi, inoltre, sembrerebbe legarsi ad una motivazione politica: richiamo, voluto da Carlo Alberto in pieno clima risorgimentale, alla civiltà che secondo alcune fonti antiche unificò la penisola dalle Alpi alla Sicilia prima dei Romani. Già dalla fine del Settecento l'interesse per la decorazione "etrusca" in Piemonte è testimoniato dal Gabinetto Etrusco nel Castello di Masino e dalla Sala Etrusca a Palazzo Grosso di Riva presso Chieri. In entrambi gli esempi la scelta dello stile è dovuta alla volontà dei committenti, rispettivamente il conte Carlo Francesco II e la contessa Faustina Mazzetti, che intesero ridecorare all'epoca la propria dimora secondo un aggiornato gusto decorativo. Lo stile "etrusco" non si rifletteva solamente nell'ornamento delle pareti, ma anche nel mobilio, come dimostrano i documenti di archivio riguardanti alcune forniture di mobili per l'appartamento dei Duchi d'Aosta al Castello di Rivoli. L'ingresso "etrusco" del Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo a Torino, decorato alla fine dell'Ottocento con motivi iconografici all'antica, è invece testimone della persistenza nell'uso dell'equivoca denominazione per tali decorazioni e della forte fascinazione che esse esercitavano ancora alla fine del secolo XIX.
Il gusto all'etrusca nel Piemonte sabaudo
AMBROSIO, MARIA CHIARA
2010/2011
Abstract
Durante la visita di un palazzo reale o nobiliare europeo talvolta ci si imbatte in una stanza denominata, a seconda del paese in cui ci si trova, Etruskisches Kabinett, Etruscan Room, Galeria Etrusca, Cabinet Etrusque o Gabinetto Etrusco, testimonianza del fatto che a partire dalla fine del Settecento nacque in Europa il desiderio di impreziosire le residenze con ambienti definiti appunto "etruschi". Ma quali sono le particolarità di queste sale? Cos'hanno in comune tra loro? E soprattutto cosa c'entrano gli Etruschi? Nonostante la designazione, spesso ad una analisi dettagliata delle decorazioni non si riconosce, però, alcun elemento riconducibile alla civiltà etrusca. Ciò è dovuto da un lato alla difficoltà di definire le caratteristiche dell'arte etrusca ¿ Piranesi ad esempio considerava l'arte romana derivazione di quella etrusca e non si curava della distinzione archeologica tra le due ¿ , dall'altro è dovuto alle false convinzioni che i numerosi vasi ritrovati nelle tombe etrusche, da cui ricordo vennero tratte numerose incisioni, fossero etruschi e non greci. Tale convinzione, anche se riconosciuta incorretta già dall'inizio dell'Ottocento, non cambiò le sorti della falsa nomenclatura, che continuò ad essere usata in modo inesatto ancora per tutto il secolo XIX. È opportuno pertanto a partire dagli innumerevoli esempi presenti in tutta Europa, analizzare alcuni ambienti decorati "all'etrusca" in Piemonte, delinearne le caratteristiche e cercare informazioni originali nei documenti d'archivio. Uno degli ambienti "etruschi" più significativi in Italia è costituito dal Gabinetto Etrusco allestito da Pelagio Palagi nel Castello di Racconigi, residenza estiva del re di Sardegna Carlo Alberto, tra il 1833 e il 1838, in un momento di grande fervore archeologico nello Stato Pontificio. Il suo artefice, collezionista e archeologo, conscio della falsa attribuzione dei vasi figurati agli Etruschi ed aggiornato sulle ultime novità degli scavi, decise di inserire nella generale decorazione ispirata all'antico un vero motivo etrusco, ovvero un fregio tratto dalla Tomba del Barone, all'epoca di recente scoperta. La scelta del riferimento agli Etruschi, inoltre, sembrerebbe legarsi ad una motivazione politica: richiamo, voluto da Carlo Alberto in pieno clima risorgimentale, alla civiltà che secondo alcune fonti antiche unificò la penisola dalle Alpi alla Sicilia prima dei Romani. Già dalla fine del Settecento l'interesse per la decorazione "etrusca" in Piemonte è testimoniato dal Gabinetto Etrusco nel Castello di Masino e dalla Sala Etrusca a Palazzo Grosso di Riva presso Chieri. In entrambi gli esempi la scelta dello stile è dovuta alla volontà dei committenti, rispettivamente il conte Carlo Francesco II e la contessa Faustina Mazzetti, che intesero ridecorare all'epoca la propria dimora secondo un aggiornato gusto decorativo. Lo stile "etrusco" non si rifletteva solamente nell'ornamento delle pareti, ma anche nel mobilio, come dimostrano i documenti di archivio riguardanti alcune forniture di mobili per l'appartamento dei Duchi d'Aosta al Castello di Rivoli. L'ingresso "etrusco" del Palazzo Corbetta Bellini di Lessolo a Torino, decorato alla fine dell'Ottocento con motivi iconografici all'antica, è invece testimone della persistenza nell'uso dell'equivoca denominazione per tali decorazioni e della forte fascinazione che esse esercitavano ancora alla fine del secolo XIX.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/109892