The paper focuses on analyzing the role of toys in the construction of childhood identity, particularly emphasizing gender as a key component. From the earliest months of life, children interact with toys, using them as interpretive lenses to explore the world with a sense of discovery. This interaction leads children to internalize representations of social, cultural, and historical realities inherent in the toys, synthesizing external stimuli with personal interpretations and experiences. Gender, in particular, plays a crucial role among the various dimensions of identity influenced by toy use. Through interaction with toys often selected by adults, children internalize patterns reflecting specific socially and culturally situated gender norms. This study aims to examine the genderization process of toys, wherein toys are endowed with characteristics that align with stereotypical views of masculinity and femininity. The study seeks to highlight the potential negative implications of this process on child development, as it imposes limitations and constraints on children's exploration and self-definition beyond traditional gender norms. Initially, a diachronic perspective will be presented, tracing historical developments in gender differentiation in toys by identifying emblematic typologies for each gender: dolls for girls and toy soldiers for boys. Subsequently, a semiotic approach will be employed to analyze the psychological processes through which toys convey specific meanings to children, drawing on insights from prominent figures in developmental psychology. The paper will also explore the primary strategies through which toy marketing and television advertising contribute to reinforcing crystallized and stereotyped gender patterns in children's minds. In conclusion, an argument will be made for a more diverse range of play options aimed at childhood, offering children greater freedom to explore various biological trajectories without rigid gender categorizations that limit their potential.

L’elaborato si concentra sull'analisi del ruolo del giocattolo nella costruzione dell’identità infantile, focalizzandosi in particolare su una sua componente fondamentale, ovvero il genere. Fin dai primi mesi di vita, i bambini interagiscono con i giocattoli, che svolgono il ruolo di lente interpretativa mediante la quale esplorare il mondo circostante con un atteggiamento di progressiva scoperta. Tale interazione porta i bambini ad assorbire rappresentazioni della realtà sociale, culturale e storica insite nel balocco, integrando in un processo dialettico di negoziazione di significati gli stimoli ricevuti dall’esterno con le proprie interpretazioni e vissuti personali. Il genere, in particolare, gioca un ruolo chiave tra le molteplici dimensioni identitarie influenzate dall'uso del giocattolo: i bambini, attraverso l'interazione con prodotti ludici che spesso sono selezionati dagli adulti, interiorizzano modelli che riflettono specifiche visioni, socialmente e culturalmente collocate, di modelli di genere. Questo studio si propone, dunque, di esaminare il processo di genderizzazione del giocattolo, mediante il quale al balocco vengono fornite caratteristiche specifiche che si ricollegano a visioni stereotipate di “uomo” e “donna”. Si tenterà dunque di evidenziare le potenziali implicazioni negative che tale processo comporta per lo sviluppo infantile, in quanto rappresenta una forma di restrizione e appiattimento di prospettive di vita nei confronti dei bambini, limitando la loro libertà di esplorare e definire sé stessi al di là dei confini imposti dalle norme di genere tradizionali. Verrà presentata una prospettiva dapprima diacronica, che seguirà gli sviluppi storici della differenziazione per genere nel giocattolo individuandone una tipologia emblematica per ogni genere: la bambola per la bambina e il soldatino per il bambino. In seguito, si utilizzerà un approccio semiotico per analizzare i processi psicologici mediante i quali il giocattolo è in grado di veicolare specifici significati al bambino, facendo riferimento alle considerazioni avanzate da importanti esponenti nell’ambito della psicologia dello sviluppo. Successivamente, si approfondiranno le principali strategie mediante le quali il marketing e la pubblicità televisiva del giocattolo possono contribuire a consolidare, nella mente dei bambini, una visione cristallizzata e stereotipata dei modelli di genere. Si tenterà dunque, in conclusione, di prospettare una proposta ludica più variegata rivolta all’infanzia, al fine di offrire al bambino un ventaglio di scelte il più ampio possibile e dunque di esplorare, in maniera più libera, diverse traiettorie biologiche senza rigide e castranti categorizzazioni di genere.

Blu e rosa. Il giocattolo come strumento di costruzione del genere: una prospettiva diacronica e semiotica.

GARINO, ALICE
2023/2024

Abstract

L’elaborato si concentra sull'analisi del ruolo del giocattolo nella costruzione dell’identità infantile, focalizzandosi in particolare su una sua componente fondamentale, ovvero il genere. Fin dai primi mesi di vita, i bambini interagiscono con i giocattoli, che svolgono il ruolo di lente interpretativa mediante la quale esplorare il mondo circostante con un atteggiamento di progressiva scoperta. Tale interazione porta i bambini ad assorbire rappresentazioni della realtà sociale, culturale e storica insite nel balocco, integrando in un processo dialettico di negoziazione di significati gli stimoli ricevuti dall’esterno con le proprie interpretazioni e vissuti personali. Il genere, in particolare, gioca un ruolo chiave tra le molteplici dimensioni identitarie influenzate dall'uso del giocattolo: i bambini, attraverso l'interazione con prodotti ludici che spesso sono selezionati dagli adulti, interiorizzano modelli che riflettono specifiche visioni, socialmente e culturalmente collocate, di modelli di genere. Questo studio si propone, dunque, di esaminare il processo di genderizzazione del giocattolo, mediante il quale al balocco vengono fornite caratteristiche specifiche che si ricollegano a visioni stereotipate di “uomo” e “donna”. Si tenterà dunque di evidenziare le potenziali implicazioni negative che tale processo comporta per lo sviluppo infantile, in quanto rappresenta una forma di restrizione e appiattimento di prospettive di vita nei confronti dei bambini, limitando la loro libertà di esplorare e definire sé stessi al di là dei confini imposti dalle norme di genere tradizionali. Verrà presentata una prospettiva dapprima diacronica, che seguirà gli sviluppi storici della differenziazione per genere nel giocattolo individuandone una tipologia emblematica per ogni genere: la bambola per la bambina e il soldatino per il bambino. In seguito, si utilizzerà un approccio semiotico per analizzare i processi psicologici mediante i quali il giocattolo è in grado di veicolare specifici significati al bambino, facendo riferimento alle considerazioni avanzate da importanti esponenti nell’ambito della psicologia dello sviluppo. Successivamente, si approfondiranno le principali strategie mediante le quali il marketing e la pubblicità televisiva del giocattolo possono contribuire a consolidare, nella mente dei bambini, una visione cristallizzata e stereotipata dei modelli di genere. Si tenterà dunque, in conclusione, di prospettare una proposta ludica più variegata rivolta all’infanzia, al fine di offrire al bambino un ventaglio di scelte il più ampio possibile e dunque di esplorare, in maniera più libera, diverse traiettorie biologiche senza rigide e castranti categorizzazioni di genere.
ITA
The paper focuses on analyzing the role of toys in the construction of childhood identity, particularly emphasizing gender as a key component. From the earliest months of life, children interact with toys, using them as interpretive lenses to explore the world with a sense of discovery. This interaction leads children to internalize representations of social, cultural, and historical realities inherent in the toys, synthesizing external stimuli with personal interpretations and experiences. Gender, in particular, plays a crucial role among the various dimensions of identity influenced by toy use. Through interaction with toys often selected by adults, children internalize patterns reflecting specific socially and culturally situated gender norms. This study aims to examine the genderization process of toys, wherein toys are endowed with characteristics that align with stereotypical views of masculinity and femininity. The study seeks to highlight the potential negative implications of this process on child development, as it imposes limitations and constraints on children's exploration and self-definition beyond traditional gender norms. Initially, a diachronic perspective will be presented, tracing historical developments in gender differentiation in toys by identifying emblematic typologies for each gender: dolls for girls and toy soldiers for boys. Subsequently, a semiotic approach will be employed to analyze the psychological processes through which toys convey specific meanings to children, drawing on insights from prominent figures in developmental psychology. The paper will also explore the primary strategies through which toy marketing and television advertising contribute to reinforcing crystallized and stereotyped gender patterns in children's minds. In conclusion, an argument will be made for a more diverse range of play options aimed at childhood, offering children greater freedom to explore various biological trajectories without rigid gender categorizations that limit their potential.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/109658