Verso la fine dell’Ottocento, in Europa, nacque, figlia dell’arte, la comunicazione pubblicitaria, sviluppatosi in seguito a grandi cambiamenti sociali, tecnologici e distributivi che hanno portato ad un’inevitabile metamorfosi dei caratteri e dei principi dell’arte stessa. Partendo dalla questione dell’aura dibattuta tra Benjamin e Adorno, in cui il primo sostiene che l’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica perda la sua aura, ovvero quell’essenza che rende un’opera unica; e il secondo che per poter rivolgersi al mondo un’opera debba parlare del mondo stesso e che di conseguenza la sua aura sia ricollegata al gusto della massa. L’elaborato si pone come obiettivo quello di proiettare tale questione al contemporaneo rapporto tra arte e comunicazione cercando di comprendere se l’una possa in qualche modo influenzare l’altra. Per trovare risposta a tale quesito ci si è basati sull’analisi dell’attività di due grandi artisti molto affermati in materia: Depero, che per primo si seppe distinguere per il suo impegno in ambito pubblicitario; e Warhol, il padre della Pop Art, successivamente ci si è, invece, concentrati su artisti più contemporanei, come Ugo Nespolo con il quale si è anche intrattenuta un’intervista. Grazie a tali analisi e il confronto con Nespolo, si è giunti alla conclusione che oggigiorno l’aura di un’opera d’arte non sta tanto nell’unicità di un’opera, ma piuttosto nella sua riproducibilità seriale, come se si trattasse di una moda.
Arte e pubblicità: mercificazione o valore aggiunto? Evoluzione, utilizzo e sfruttamento dell’arte nella comunicazione pubblicitaria
ALLOA CASALE, VALERIA
2022/2023
Abstract
Verso la fine dell’Ottocento, in Europa, nacque, figlia dell’arte, la comunicazione pubblicitaria, sviluppatosi in seguito a grandi cambiamenti sociali, tecnologici e distributivi che hanno portato ad un’inevitabile metamorfosi dei caratteri e dei principi dell’arte stessa. Partendo dalla questione dell’aura dibattuta tra Benjamin e Adorno, in cui il primo sostiene che l’opera d’arte nell’epoca della riproducibilità tecnica perda la sua aura, ovvero quell’essenza che rende un’opera unica; e il secondo che per poter rivolgersi al mondo un’opera debba parlare del mondo stesso e che di conseguenza la sua aura sia ricollegata al gusto della massa. L’elaborato si pone come obiettivo quello di proiettare tale questione al contemporaneo rapporto tra arte e comunicazione cercando di comprendere se l’una possa in qualche modo influenzare l’altra. Per trovare risposta a tale quesito ci si è basati sull’analisi dell’attività di due grandi artisti molto affermati in materia: Depero, che per primo si seppe distinguere per il suo impegno in ambito pubblicitario; e Warhol, il padre della Pop Art, successivamente ci si è, invece, concentrati su artisti più contemporanei, come Ugo Nespolo con il quale si è anche intrattenuta un’intervista. Grazie a tali analisi e il confronto con Nespolo, si è giunti alla conclusione che oggigiorno l’aura di un’opera d’arte non sta tanto nell’unicità di un’opera, ma piuttosto nella sua riproducibilità seriale, come se si trattasse di una moda.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/109605