Partendo dall’assunto latino per cui ubi societas ibi ius, la dissertazione propone una osservazione circa la reciproca dipendenza tra diritto e società, mostrando come, sin dagli arbori della civiltà, l’uomo abbia promosso il vivere tra consociati in modo pacifico per mezzo di regole orali e scritte. L’elaborato suddivide l’analisi in tre capitoli che affrontano il tema della necessaria presenza di un diritto nella coscienza sociale partendo da alcune considerazioni generali di carattere storico-sociale e arrivando a un approfondimento in tema di educazione civica, passando per talune riflessioni costituzionali impostate sul tema della socialità del diritto. Iniziando la trattazione da una indagine di carattere fortemente storico sul diritto e sulla interdipendenza tra questo e la società che regola, l’esposizione si sviluppa in chiave sociologica circa l’intendere il diritto nel XXI secolo anche, e soprattutto, alla luce della presenza sia di una Unione Europea influente sia di una globalizzazione della collettività che mutano profondamente i connotati dell’ordinamento giuridico. Si prosegue, poi, con il tema della cittadinanza, intesa da una parte quale appartenenza a uno specifico Stato e, d’altra parte, come un bisogno a cui si trova a rispondere, fra gli altri, l’istituzione scolastica che, attraverso la propria attività, fa divenire l’educazione alla cittadinanza la prospettiva di una buona scuola quale condizione di una buona società. Lo scritto affronta, poi, la socialità del diritto come disciplinata all’interno Costituzione, riconoscendo a quest’ultima d’essere norma fondamentale in quanto culla dei diritti dei cittadini. La Costituzione, cioè, in quanto fonte autenticamente democratica, socialmente e giuridicamente pluralista viene esposta ammettendo una sua duplice funzione: d’un lato specchio dei bisogni e d’altro lato tutrice degli interessi di quella società che si accinge a regolare. La trattazione si sposta, in ultimo, sul tema dell’educazione civica, disciplina reintrodotta dalla Legge 92/2019, quale insegnamento avente lo scopo di formare giovani cittadini attraverso tre punti cardine: Costituzione, sviluppo sostenibile, cittadinanza digitale. La scuola, chiamata ad essere strumento sociale aperto e parlante a tutti, rappresenta, infatti, l’istituzione che è, per antonomasia, la più specificamente deputata alla creazione di una coscienza sociale del diritto, attraverso l’insegnamento di un sistema valoriale basato sui bisogni del mondo. La disciplina, prevista da una riforma auspicata da più correnti politiche anche differenti, è trattata in modo da evidenziarne la presenza nel curricolo scolastico già a partire dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare alle scuole secondarie di secondo grado. L’elaborato, nel riconoscere e apprezzare l’intento dell’insegnamento, oltre ad evidenziare i lati prettamente positivi della disciplina, rinvenuti specificamente nella trasversalità esterna, ove l’educazione non risulta più una materia delegata unicamente a una sola istituzione, quella scolastica, ma delegata, ora, all’intera società che con l’alunno entra in contatto, assume una posizione più critica sulla trasversalità interna della educazione civica stessa, specificamente laddove la legge si trova a promuovere una interdisciplinarità della materia anche nelle scuole secondarie.

Ubi societas ibi ius:il valore del diritto nella coscienza sociale

DAL MARTELLO, ANDREA
2022/2023

Abstract

Partendo dall’assunto latino per cui ubi societas ibi ius, la dissertazione propone una osservazione circa la reciproca dipendenza tra diritto e società, mostrando come, sin dagli arbori della civiltà, l’uomo abbia promosso il vivere tra consociati in modo pacifico per mezzo di regole orali e scritte. L’elaborato suddivide l’analisi in tre capitoli che affrontano il tema della necessaria presenza di un diritto nella coscienza sociale partendo da alcune considerazioni generali di carattere storico-sociale e arrivando a un approfondimento in tema di educazione civica, passando per talune riflessioni costituzionali impostate sul tema della socialità del diritto. Iniziando la trattazione da una indagine di carattere fortemente storico sul diritto e sulla interdipendenza tra questo e la società che regola, l’esposizione si sviluppa in chiave sociologica circa l’intendere il diritto nel XXI secolo anche, e soprattutto, alla luce della presenza sia di una Unione Europea influente sia di una globalizzazione della collettività che mutano profondamente i connotati dell’ordinamento giuridico. Si prosegue, poi, con il tema della cittadinanza, intesa da una parte quale appartenenza a uno specifico Stato e, d’altra parte, come un bisogno a cui si trova a rispondere, fra gli altri, l’istituzione scolastica che, attraverso la propria attività, fa divenire l’educazione alla cittadinanza la prospettiva di una buona scuola quale condizione di una buona società. Lo scritto affronta, poi, la socialità del diritto come disciplinata all’interno Costituzione, riconoscendo a quest’ultima d’essere norma fondamentale in quanto culla dei diritti dei cittadini. La Costituzione, cioè, in quanto fonte autenticamente democratica, socialmente e giuridicamente pluralista viene esposta ammettendo una sua duplice funzione: d’un lato specchio dei bisogni e d’altro lato tutrice degli interessi di quella società che si accinge a regolare. La trattazione si sposta, in ultimo, sul tema dell’educazione civica, disciplina reintrodotta dalla Legge 92/2019, quale insegnamento avente lo scopo di formare giovani cittadini attraverso tre punti cardine: Costituzione, sviluppo sostenibile, cittadinanza digitale. La scuola, chiamata ad essere strumento sociale aperto e parlante a tutti, rappresenta, infatti, l’istituzione che è, per antonomasia, la più specificamente deputata alla creazione di una coscienza sociale del diritto, attraverso l’insegnamento di un sistema valoriale basato sui bisogni del mondo. La disciplina, prevista da una riforma auspicata da più correnti politiche anche differenti, è trattata in modo da evidenziarne la presenza nel curricolo scolastico già a partire dalla scuola dell’infanzia fino ad arrivare alle scuole secondarie di secondo grado. L’elaborato, nel riconoscere e apprezzare l’intento dell’insegnamento, oltre ad evidenziare i lati prettamente positivi della disciplina, rinvenuti specificamente nella trasversalità esterna, ove l’educazione non risulta più una materia delegata unicamente a una sola istituzione, quella scolastica, ma delegata, ora, all’intera società che con l’alunno entra in contatto, assume una posizione più critica sulla trasversalità interna della educazione civica stessa, specificamente laddove la legge si trova a promuovere una interdisciplinarità della materia anche nelle scuole secondarie.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/109398