L'obiettivo di questa tesi è individuare, capire e spiegare le trasformazioni avvenute nell'assetto delle diocesi piemontesi ed in special modo nell'assetto dell'arcidiocesi di Torino, durante la Restaurazione. Questo periodo della storia europea, insieme a quello immediatamente precedente, cominciato con la rivoluzione francese, ha lasciato un segno profondo nella storia successiva del nostro paese e dell'intero continente. Nel primo capitolo si fa un breve excursus sulla situazione dello stato sabaudo negli anni precedenti la Restaurazione, in particolare a partire dal 9 dicembre 1798, giorno in cui, dopo la conquista del Piemonte da parte dei francesi, fu instaurato a Torino il primo governo provvisorio repubblicano. Si accenna poi alla breve reazione austro-russa (26 maggio 1799), alla riconquista del Piemonte da parte dell'esercito francese comandato da Napoleone (14 giugno 1800)e all'annessione del Piemonte alla Francia (19 aprile 1801). Infine si fa riferimento alle riforme religiose del periodo napoleonico, con particolare riferimento al concordato francese del 17 luglio 1801 e alla bolla di riordino delle diocesi francesi dell'1 giugno 1803 e alle reazioni del clero subalpino. Nel secondo capitolo si comincia a parlare della Restaurazione ed in particolare dei suoi presupposti ideologici e filosofici, prendendo in considerazione i più illustri teorici della reazione. Si parla poi delle trasformazioni che subì lo stato sabaudo in questo periodo con il ritorno del re il 9 maggio 1814, il ripristino di quasi tutta la normativa dell'ancien régime(21 maggio 1814) e gli accordi tra le grandi potenze europee firmati a Parigi e Vienna il 30 maggio e l'1 novembre 1814. Nel terzo capitolo si affronta il tema centrale di questo lavoro, ovvero la nuova circoscrizione delle diocesi piemontesi. In questo capitolo, analizzando principalmente materiale preso dall'Archivio di Stato di Torino, si prendono in considerazione le relazioni della ¿Commissione per gli Affari Ecclesiastici¿ creata dal governo sabaudo il 23 luglio 1814 e le lettere inviate dal conte Giuseppe Barbaroux alla corte sabauda durante la sua missione diplomatica presso la Santa Sede, avviata tra la fine del 1815 e l'inizio del 1816. Infine si analizza il risultato principale di queste trattative che è costituito dalla bolla Beati Petri apostolorom principis (17 luglio 1817). Infine nel capitolo conclusivo si accenna brevemente ai provvedimenti adottati dal governo sabaudo dopo l'anzidetta bolla (in particolare la nomina di Colombano Chiaveroti ad arcivescovo di Torino il 21 dicembre 1818)e si fa riferimento alle tendenze successive di questo stesso governo attraverso l'analisi del pensiero e delle correnti filosofiche che si svilupparono tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo in Italia

Ricerche storico giuridiche sulla diocesi di Torino nella Restaurazione

ARAGONA, SIMONE
2013/2014

Abstract

L'obiettivo di questa tesi è individuare, capire e spiegare le trasformazioni avvenute nell'assetto delle diocesi piemontesi ed in special modo nell'assetto dell'arcidiocesi di Torino, durante la Restaurazione. Questo periodo della storia europea, insieme a quello immediatamente precedente, cominciato con la rivoluzione francese, ha lasciato un segno profondo nella storia successiva del nostro paese e dell'intero continente. Nel primo capitolo si fa un breve excursus sulla situazione dello stato sabaudo negli anni precedenti la Restaurazione, in particolare a partire dal 9 dicembre 1798, giorno in cui, dopo la conquista del Piemonte da parte dei francesi, fu instaurato a Torino il primo governo provvisorio repubblicano. Si accenna poi alla breve reazione austro-russa (26 maggio 1799), alla riconquista del Piemonte da parte dell'esercito francese comandato da Napoleone (14 giugno 1800)e all'annessione del Piemonte alla Francia (19 aprile 1801). Infine si fa riferimento alle riforme religiose del periodo napoleonico, con particolare riferimento al concordato francese del 17 luglio 1801 e alla bolla di riordino delle diocesi francesi dell'1 giugno 1803 e alle reazioni del clero subalpino. Nel secondo capitolo si comincia a parlare della Restaurazione ed in particolare dei suoi presupposti ideologici e filosofici, prendendo in considerazione i più illustri teorici della reazione. Si parla poi delle trasformazioni che subì lo stato sabaudo in questo periodo con il ritorno del re il 9 maggio 1814, il ripristino di quasi tutta la normativa dell'ancien régime(21 maggio 1814) e gli accordi tra le grandi potenze europee firmati a Parigi e Vienna il 30 maggio e l'1 novembre 1814. Nel terzo capitolo si affronta il tema centrale di questo lavoro, ovvero la nuova circoscrizione delle diocesi piemontesi. In questo capitolo, analizzando principalmente materiale preso dall'Archivio di Stato di Torino, si prendono in considerazione le relazioni della ¿Commissione per gli Affari Ecclesiastici¿ creata dal governo sabaudo il 23 luglio 1814 e le lettere inviate dal conte Giuseppe Barbaroux alla corte sabauda durante la sua missione diplomatica presso la Santa Sede, avviata tra la fine del 1815 e l'inizio del 1816. Infine si analizza il risultato principale di queste trattative che è costituito dalla bolla Beati Petri apostolorom principis (17 luglio 1817). Infine nel capitolo conclusivo si accenna brevemente ai provvedimenti adottati dal governo sabaudo dopo l'anzidetta bolla (in particolare la nomina di Colombano Chiaveroti ad arcivescovo di Torino il 21 dicembre 1818)e si fa riferimento alle tendenze successive di questo stesso governo attraverso l'analisi del pensiero e delle correnti filosofiche che si svilupparono tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo in Italia
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