Ormai da qualche anno si presta sempre maggiore attenzione ai vari tipi di cure possibili per trattare disturbi psicologici come depressione maggiore, ansia e sindrome da stress post-traumatico. In questo panorama, ha iniziato a farsi sentire l’esigenza di una rivalutazione di alcuni metodi di cura per questi disturbi, fra cui l’utilizzo di sostanze psichedeliche. Non senza difficoltà, sono ripresi quindi gli studi riguardanti l’utilizzo di sostanze come LSD per curare alcuni disturbi psicologici. L’obiettivo di questa tesi è mostrare la legittimità etica dell’utilizzo delle sostanze psichedeliche nella cura dei disturbi mentali. Nel primo capitolo si parlerà della scoperta dell’LSD avvenuta in laboratorio da parte di Alber Hoffmann, del primo utilizzo di questa sostanza in campo medico-scientifico, del suo uso ricreativo che si diffuse nella società americana e della conseguente penalizzazione di questa sostanza. In particolare, l’attenzione sarà posta al testo di Albert Hoffman, LSD Il mio bambino difficile (1979 prima edizione). Successivamente verranno trattati gli argomenti che, ancora oggi, sostengono una posizione in favore di un regime di criminalizzazione per l’uso di queste sostanze, in particolare anche in campo medico. Per ogni argomentazione si analizzeranno obiezioni che mettono in discussione le posizioni a sostegno della penalizzazione per le sostanze psichedeliche. Nello specifico, si farà riferimento al paper di P. G. Johnstad, The drug criminalisation per vedere nel dettaglio come non sia oggigiorno possibile sostenere dal punto di vista etico un regime di criminalizzazione per l’utilizzo delle sostanze. Il secondo capitolo tratterà delle motivazioni etiche che hanno portato alla ripresa degli studi riguardo le sostanze psichedeliche nel trattamento dei disturbi mentali, in particolar modo a partire dal 2006, dopo la pubblicazione dell’articolo Psilocybin can occasion mystical-type experiences having substantial and sustained personal meaning and spiritual significance da parte di Griffiths. Per analizzare come queste sostanze agiscano sia a livello spirituale sia a livello mentale si farà riferimento al testo di Pollan, Come cambiare la tua mente. Successivamente si esaminerà come le sostanze psichedeliche agiscano sul cervello, in modo specifico sul network default mode, e di come questo giochi un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi mentali. In questa parte si farà infine riferimento ad alcuni saggi della raccolta intitolata La scommessa psichedelica a cura di Federico di Vita, in particolare l’accento verrà posto sul lavoro di Ilaria Giannini riguardo l’utilizzo delle sostane psichedeliche come trattamento per la depressione. Nel terzo capitolo si parlerà degli argomenti che sono oggi usati per sostenere una politica di legalizzazione delle sostanze, mostrando come esse, soprattutto impiegate a scopo medico, non rappresentino un danno né per sé e per la propria autonomia, né per gli altri. Si vedrà come l’utilizzo delle sostanze, in particolar modo quelle psichedeliche, possa rappresentare l’unico trattamento efficace per quegli individui che soffrono di depressione maggiore, casi di ansia grave e sindrome da stress post-traumatico. In questa sezione si farà nuovamente riferimento al paper di P. G. Johnstad, The drug criminalisation per l’analisi delle tesi oggi usate a sostegno di una politica di depenalizzazione delle sostanze.

L’eticità degli psichedelici come nuovi metodi di cura di alcuni disturbi mentali

ALESSO, LUCIA
2022/2023

Abstract

Ormai da qualche anno si presta sempre maggiore attenzione ai vari tipi di cure possibili per trattare disturbi psicologici come depressione maggiore, ansia e sindrome da stress post-traumatico. In questo panorama, ha iniziato a farsi sentire l’esigenza di una rivalutazione di alcuni metodi di cura per questi disturbi, fra cui l’utilizzo di sostanze psichedeliche. Non senza difficoltà, sono ripresi quindi gli studi riguardanti l’utilizzo di sostanze come LSD per curare alcuni disturbi psicologici. L’obiettivo di questa tesi è mostrare la legittimità etica dell’utilizzo delle sostanze psichedeliche nella cura dei disturbi mentali. Nel primo capitolo si parlerà della scoperta dell’LSD avvenuta in laboratorio da parte di Alber Hoffmann, del primo utilizzo di questa sostanza in campo medico-scientifico, del suo uso ricreativo che si diffuse nella società americana e della conseguente penalizzazione di questa sostanza. In particolare, l’attenzione sarà posta al testo di Albert Hoffman, LSD Il mio bambino difficile (1979 prima edizione). Successivamente verranno trattati gli argomenti che, ancora oggi, sostengono una posizione in favore di un regime di criminalizzazione per l’uso di queste sostanze, in particolare anche in campo medico. Per ogni argomentazione si analizzeranno obiezioni che mettono in discussione le posizioni a sostegno della penalizzazione per le sostanze psichedeliche. Nello specifico, si farà riferimento al paper di P. G. Johnstad, The drug criminalisation per vedere nel dettaglio come non sia oggigiorno possibile sostenere dal punto di vista etico un regime di criminalizzazione per l’utilizzo delle sostanze. Il secondo capitolo tratterà delle motivazioni etiche che hanno portato alla ripresa degli studi riguardo le sostanze psichedeliche nel trattamento dei disturbi mentali, in particolar modo a partire dal 2006, dopo la pubblicazione dell’articolo Psilocybin can occasion mystical-type experiences having substantial and sustained personal meaning and spiritual significance da parte di Griffiths. Per analizzare come queste sostanze agiscano sia a livello spirituale sia a livello mentale si farà riferimento al testo di Pollan, Come cambiare la tua mente. Successivamente si esaminerà come le sostanze psichedeliche agiscano sul cervello, in modo specifico sul network default mode, e di come questo giochi un ruolo fondamentale nel trattamento dei disturbi mentali. In questa parte si farà infine riferimento ad alcuni saggi della raccolta intitolata La scommessa psichedelica a cura di Federico di Vita, in particolare l’accento verrà posto sul lavoro di Ilaria Giannini riguardo l’utilizzo delle sostane psichedeliche come trattamento per la depressione. Nel terzo capitolo si parlerà degli argomenti che sono oggi usati per sostenere una politica di legalizzazione delle sostanze, mostrando come esse, soprattutto impiegate a scopo medico, non rappresentino un danno né per sé e per la propria autonomia, né per gli altri. Si vedrà come l’utilizzo delle sostanze, in particolar modo quelle psichedeliche, possa rappresentare l’unico trattamento efficace per quegli individui che soffrono di depressione maggiore, casi di ansia grave e sindrome da stress post-traumatico. In questa sezione si farà nuovamente riferimento al paper di P. G. Johnstad, The drug criminalisation per l’analisi delle tesi oggi usate a sostegno di una politica di depenalizzazione delle sostanze.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/109335