LE PAROLE DELLA CURA, LA CURA DELLE PAROLE

Care is a phenomenon of primary importance as it is ontologically located in human beings, who are at the mercy of a continuous becoming from birth and for the entire duration of their lives, and the forms they gradually take depend on the relationships and things they care about. This lack of form makes us profoundly fragile, vulnerable and in need of others. We are deeply relational beings and therefore our living is linked to the dimension of co-living. It follows that our well-being cannot be pursued in an individualistic way but depends on the well-being of the community and the environment around us. Despite these premises, in our socio-cultural system care is not taken into due consideration, it is debased, commodified, fragmented. This work of analysis, after having demonstrated the agentive power of words and language, proposes using the reflection on the words of care as a tool to generate awareness about the critical issues that our way of living and coexistence presents and thus promote an instance of transformation that enhances care and places it as a central element of our way of life. For this purpose, a research work is reported on a project that operates in this sense, namely “The words of care”, inherent in a larger project called “The culture that cares” which has as its purpose the valorisation and relaunch of the “Distretto Sociale Barolo” of Turin as a cultural hub. The initiative concerned the creation of a dictionary of words that indicate care in its various nuances using canvases that represent a metaphor with respect to lives that are not given value, but which are instead precious. The process of creating the work turned out to be a care path for the participants as it gave the opportunity to reflect on a deep-seated topic, to dedicate time to the superfluous and creativity and it was a collective space of exchange and sharing. The canvases were exhibited at different times and spaces through a traveling exhibition which in turn encouraged visitors to debate on the value of care. From the analysis carried out, it is therefore appropriate to create spaces that stimulate questioning on the essential matters of living and co-living and on the words related to these questions. The design of such spaces can be a useful and effective tool in the hands of the social worker to promote the understanding of the complexity of the world in which we live and of human relationships and to pursue in this way his task of care inherent in the flourishing of people and communities.

La cura è un fenomeno di primaria importanza in quanto ontologicamente situato negli esseri umani, i quali si trovano sin dalla nascita e per tutta la durata della loro vita in balia di un continuo divenire, e le forme che via via vanno ad assumere dipendono proprio dalle relazioni e dalle cose di cui hanno cura. Questa mancanza di forma ci rende profondamente fragili, vulnerabili e bisognosi dell’altro. Siamo esseri profondamente relazionali e dunque il nostro vivere è legato alla dimensione del con-vivere. Ne consegue che il nostro benessere non è perseguibile in modo individualistico, ma dipende dal benessere della collettività e dell’ambiente che ci circonda. Nonostante queste premesse nel nostro sistema socioculturale la cura non è tenuta in debita considerazione, è svilita, mercificata, parcellizzata. Suddetto lavoro di analisi, dopo aver dimostrato il potere agentivante delle parole e del linguaggio, propone di utilizzare la riflessione sulle parole della cura come strumento per generare consapevolezza circa le criticità che il nostro modo di vivere e convivere presenta e promuovere così un’istanza di trasformazione che valorizzi la cura e la ponga come elemento centrale del nostro sistema di vita. A tale scopo viene riportato un lavoro di ricerca su un progetto che opera in tal senso, ovvero “Le parole della cura”, insito in un progetto più vasto denominato “La cultura che cura” che ha come finalità la valorizzazione e il rilancio come polo culturale del Distretto Sociale Barolo di Torino. L’iniziativa ha riguardato la realizzazione di un dizionario delle parole che indicano la cura nelle sue varie sfumature attraverso l’utilizzo di canovacci, i quali rappresentano una metafora rispetto alle vite a cui non viene dato valore, ma che sono invece preziose. Il percorso di realizzazione dell’opera si è rivelato un percorso curativo per i partecipanti in quanto ha dato la possibilità di riflettere su di un argomento situato nel profondo, di dedicare del tempo al superfluo e alla creatività ed è stato uno spazio collettivo di scambio e condivisione. I canovacci sono stati esposti in diversi momenti e spazi tramite una mostra itinerante che ha sollecitato a sua volta i visitatori riguardo al dibattito sul valore della cura. Dall’analisi svolta risulta dunque opportuno creare spazi che stimolino l’interrogarsi sulle questioni essenziali del vivere e del con-vivere e sulle parole connesse a tali questioni. La progettazione di tali spazi può essere un utile ed efficace strumento nelle mani dell’educatore per promuovere la comprensione della complessità del mondo in cui viviamo e delle relazioni umane e per perseguire in questo modo il suo compito di cura inerente al far fiorire persone e comunità.