All’alba dello scorso 24 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin ha dato inizio ad un’imponente offensiva su larga scala condotta nei confronti della vicina Ucraina, schierando oltre 150.000 unità e dando inizio al più grande conflitto mai visto scoppiare nel cuore dell’Europa dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale. Chiamata in codice «Operazione speciale militare», ha gettato il mondo in antiche paure che si credeva fossero ormai un ricordo lontano e ha riportato in pochi giorni le lancette dell’orologio della storia indietro di 70 anni. Concepita per essere portata a termine nel giro di alcune settimane, ben presto si è trasformata in una lunga guerra di assedio e di logoramento sul modello che l’Europa ha già tristemente conosciuto nel secolo scorso e la cui conclusione appare ancora del tutto incerta e molto lontana. Le cause di tale crisi non possono essere ricondotte solamente al sostegno di Mosca nei confronti delle Repubbliche separatiste del Donbass e il successivo ingresso russo nel territorio ucraino. Sono, infatti, ben più complesse e affondano le loro radici nella storia passata e recente dei due Paesi. A ciò vanno ad aggiungersi l’allargamento dell’Alleanza atlantica verso Est mediante il supporto militare concesso negli ultimi anni all’Ucraina e la recente adesione della Finlandia; questo non fece altro che acuire le tensioni già esistenti tra la NATO e la Federazione Russa, portando alla definitiva rottura del dialogo e delle relazioni diplomatiche tra le due parti, senza alcuna possibilità di scendere a patti o compromessi. Questo vile atto di aggressione costituisce una pura violazione delle norme del diritto internazionale e umanitario, che regolano i rapporti tra Stati sovrani e indipendenti. Per queste ragioni, l’UE e l’ONU hanno assunto immediatamente e inequivocabilmente una dura posizione di condanna contro la Federazione Russa, approvando pacchetti di sanzioni ed emanando risoluzioni al fine di far cessare questa brutale aggressione perpetrata nei confronti del popolo ucraino. Oltre a ciò, l’UE ha messo in atto tutte le misure e gli strumenti necessari al fine di sostenere l’Ucraina e a difendere i valori liberaldemocratici minacciati dall’espansionismo russo. L’impatto di tale conflitto è stato devastante. Si è scatenata una crisi economica, energetica, alimentare e umanitaria senza precedenti, che nel giro poche settimane ha annullato tutti i progressi ottenuti dalle politiche macroeconomiche approvati dai singoli governi per far fronte alle conseguenze derivanti dalla crisi pandemica da Covid-19. Per tale motivo, l’UE ha varato misure straordinarie e stanziato diversi fondi sotto forma di finanziamenti, sovvenzioni e sussidi al fine di contenere gli effetti della guerra sui mercati e sostenere, soprattutto, famiglie e imprese maggiormente colpiti. Si è resa necessaria una rivalutazione del piano energetico europeo mediante la diversificazione dell’approvvigionamento. A tale scopo sono state instaurate forme di cooperazione con altri partner internazionali e incentivati gli investimenti nelle energie rinnovabili e alternative, nel tentativo di affrancarsi totalmente dai combustibili russi ed evitare le fluttuazioni dei prezzi del gas, utilizzati dal Cremlino come potente arma di ricatto. Per scongiurare la crisi alimentare è stato essenziale ripristinare le capacità di esportazione dell’Ucraina per quanto concerne il settore agroalimentare, gravemente compromesso dall'invasione russa. Attrave
L’IMPATTO DELLA GUERRA IN UCRAINA SULL’UNIONE EUROPEA
SERRATORE, EUGENIO
2022/2023
Abstract
All’alba dello scorso 24 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin ha dato inizio ad un’imponente offensiva su larga scala condotta nei confronti della vicina Ucraina, schierando oltre 150.000 unità e dando inizio al più grande conflitto mai visto scoppiare nel cuore dell’Europa dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale. Chiamata in codice «Operazione speciale militare», ha gettato il mondo in antiche paure che si credeva fossero ormai un ricordo lontano e ha riportato in pochi giorni le lancette dell’orologio della storia indietro di 70 anni. Concepita per essere portata a termine nel giro di alcune settimane, ben presto si è trasformata in una lunga guerra di assedio e di logoramento sul modello che l’Europa ha già tristemente conosciuto nel secolo scorso e la cui conclusione appare ancora del tutto incerta e molto lontana. Le cause di tale crisi non possono essere ricondotte solamente al sostegno di Mosca nei confronti delle Repubbliche separatiste del Donbass e il successivo ingresso russo nel territorio ucraino. Sono, infatti, ben più complesse e affondano le loro radici nella storia passata e recente dei due Paesi. A ciò vanno ad aggiungersi l’allargamento dell’Alleanza atlantica verso Est mediante il supporto militare concesso negli ultimi anni all’Ucraina e la recente adesione della Finlandia; questo non fece altro che acuire le tensioni già esistenti tra la NATO e la Federazione Russa, portando alla definitiva rottura del dialogo e delle relazioni diplomatiche tra le due parti, senza alcuna possibilità di scendere a patti o compromessi. Questo vile atto di aggressione costituisce una pura violazione delle norme del diritto internazionale e umanitario, che regolano i rapporti tra Stati sovrani e indipendenti. Per queste ragioni, l’UE e l’ONU hanno assunto immediatamente e inequivocabilmente una dura posizione di condanna contro la Federazione Russa, approvando pacchetti di sanzioni ed emanando risoluzioni al fine di far cessare questa brutale aggressione perpetrata nei confronti del popolo ucraino. Oltre a ciò, l’UE ha messo in atto tutte le misure e gli strumenti necessari al fine di sostenere l’Ucraina e a difendere i valori liberaldemocratici minacciati dall’espansionismo russo. L’impatto di tale conflitto è stato devastante. Si è scatenata una crisi economica, energetica, alimentare e umanitaria senza precedenti, che nel giro poche settimane ha annullato tutti i progressi ottenuti dalle politiche macroeconomiche approvati dai singoli governi per far fronte alle conseguenze derivanti dalla crisi pandemica da Covid-19. Per tale motivo, l’UE ha varato misure straordinarie e stanziato diversi fondi sotto forma di finanziamenti, sovvenzioni e sussidi al fine di contenere gli effetti della guerra sui mercati e sostenere, soprattutto, famiglie e imprese maggiormente colpiti. Si è resa necessaria una rivalutazione del piano energetico europeo mediante la diversificazione dell’approvvigionamento. A tale scopo sono state instaurate forme di cooperazione con altri partner internazionali e incentivati gli investimenti nelle energie rinnovabili e alternative, nel tentativo di affrancarsi totalmente dai combustibili russi ed evitare le fluttuazioni dei prezzi del gas, utilizzati dal Cremlino come potente arma di ricatto. Per scongiurare la crisi alimentare è stato essenziale ripristinare le capacità di esportazione dell’Ucraina per quanto concerne il settore agroalimentare, gravemente compromesso dall'invasione russa. AttraveFile | Dimensione | Formato | |
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