Il presente lavoro mira, pertanto, a mettere in luce le principali problematiche di carattere legislativo in ordine al fenomeno della partecipazione delle Forze Armate italiane alle missioni internazionali che riveste, ormai, un ruolo fondamentale nella politica estera e di difesa. Prendendo le mosse da un’analisi dell’evoluzione del diritto militare, si è approfondito nel primo capitolo il quadro normativo di riferimento delle partecipazioni del nostro Paese alle missioni all’estero, dall’inquadramento costituzionale alla sua evoluzione, provando a evidenziare i principali aspetti problematici, la valenza delle riforme attuate e la rilevazione di una evidente necessità di emanazione di una legge organica per le missioni italiane all’estero. Nel secondo capitolo si è preso in esame il reato militare distinguendo tra reati “esclusivamente militari” e reati “obiettivamente militari”. Si è analizzato il concetto di reato militare con le sue distinzioni e le circostanze aggravanti e attenuanti, nonché la individuazione dei reati militarizzati alla luce dei cambiamenti normativi. E poi le norme che definiscono la continuazione del reato e gli interventi giurisprudenziali in merito, per chiudere con l’analisi della fattispecie del concorso nel reato militare, quei casi cioè in cui estranei concorrono con i militari a commettere reati. E infine nel terzo capitolo si è proceduto affrontando il tema delle cause di giustificazione nell’ambito del diritto penale militare, le cosiddette scriminanti, ossia quelle circostanze in cui, pur verificandosi un fatto corrispondente ad una fattispecie incriminatrice, il reato non si configura; in particolare ci si è soffermati sull’adempimento del dovere da parte del militare. In questo capitolo, particolare attenzione è stata anche posta alle regole di ingaggio, ai profili problematici in ordine all'applicabilità delle cause di non punibilità del Codice penale comune e militare, e all’applicabilità della causa esimente dello stato di necessità. Interessante è stato focalizzarsi sulla trattazione delle R. O.E., sulla loro natura di istruzioni predefinite, dettagliate e non interpretabili, che stabiliscono il comportamento tattico di una unità per l’assolvimento della missione assegnata, consentendo, limitando o negando, a seconda delle situazioni, determinate azioni in modo da permettere il pieno raggiungimento degli obiettivi militari necessari per il conseguimento degli obiettivi politici. Regole che rappresentano un imprescindibile punto di necessaria convergenza tra vari elementi, spesso tra loro in contraddizione, quali la volontà politica, il Diritto internazionale dei conflitti armati, la necessità militare dell’autodifesa e le necessità militari operative per l’assolvimento della missione.

LA NORMATIVA APPLICABILE ALLE MISSIONI INTERNAZIONALI ALL’ESTERO

BIAGI, FRANCESCO MATTEO EDOARDO
2022/2023

Abstract

Il presente lavoro mira, pertanto, a mettere in luce le principali problematiche di carattere legislativo in ordine al fenomeno della partecipazione delle Forze Armate italiane alle missioni internazionali che riveste, ormai, un ruolo fondamentale nella politica estera e di difesa. Prendendo le mosse da un’analisi dell’evoluzione del diritto militare, si è approfondito nel primo capitolo il quadro normativo di riferimento delle partecipazioni del nostro Paese alle missioni all’estero, dall’inquadramento costituzionale alla sua evoluzione, provando a evidenziare i principali aspetti problematici, la valenza delle riforme attuate e la rilevazione di una evidente necessità di emanazione di una legge organica per le missioni italiane all’estero. Nel secondo capitolo si è preso in esame il reato militare distinguendo tra reati “esclusivamente militari” e reati “obiettivamente militari”. Si è analizzato il concetto di reato militare con le sue distinzioni e le circostanze aggravanti e attenuanti, nonché la individuazione dei reati militarizzati alla luce dei cambiamenti normativi. E poi le norme che definiscono la continuazione del reato e gli interventi giurisprudenziali in merito, per chiudere con l’analisi della fattispecie del concorso nel reato militare, quei casi cioè in cui estranei concorrono con i militari a commettere reati. E infine nel terzo capitolo si è proceduto affrontando il tema delle cause di giustificazione nell’ambito del diritto penale militare, le cosiddette scriminanti, ossia quelle circostanze in cui, pur verificandosi un fatto corrispondente ad una fattispecie incriminatrice, il reato non si configura; in particolare ci si è soffermati sull’adempimento del dovere da parte del militare. In questo capitolo, particolare attenzione è stata anche posta alle regole di ingaggio, ai profili problematici in ordine all'applicabilità delle cause di non punibilità del Codice penale comune e militare, e all’applicabilità della causa esimente dello stato di necessità. Interessante è stato focalizzarsi sulla trattazione delle R. O.E., sulla loro natura di istruzioni predefinite, dettagliate e non interpretabili, che stabiliscono il comportamento tattico di una unità per l’assolvimento della missione assegnata, consentendo, limitando o negando, a seconda delle situazioni, determinate azioni in modo da permettere il pieno raggiungimento degli obiettivi militari necessari per il conseguimento degli obiettivi politici. Regole che rappresentano un imprescindibile punto di necessaria convergenza tra vari elementi, spesso tra loro in contraddizione, quali la volontà politica, il Diritto internazionale dei conflitti armati, la necessità militare dell’autodifesa e le necessità militari operative per l’assolvimento della missione.
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