HPV (Human Papilloma Virus) comprises a family of viruses consisting of more than two hundred viral genotypes. Most HPV causes benign lesions, such as warts affecting the skin and condyloma or papillomas affecting the genital and oral mucous membranes. The HPVs responsible for infection of the genital organs are divided into two groups: low oncogenic risk and high oncogenic risk; the latter are responsible for the progression of lesions into tumours. HPV infection is particularly common in young women and in about 80% of sexually active persons; in fact, the main route of transmission is through sexual intercourse. The main repercussions in the body following Papillomavirus infection may affect different anatomical sites, such as the cervico-vaginal, anal, vulvar, and oropharyngeal sites. Nowadays, in clinical practice, the gold standard in the detection of HPV-related lesions in the anogenital site appears to be high-resolution anoscopy (HRA) with associated biopsy. The use of brushing (or brushing) as a method of detection in the follow-up of patients with previous anal pathologies and cytological sample preparation in dedicated laboratories with Thin Prep (or liquid-based cytology) is also being instituted recently. The aim of our work was manifold: starting from assessing the suitability of cytological sampling and, therefore, its execution, we also analyzed the laboratory method of Thin Prep on anal brushes and, subsequently, assessed the sensitivity and specificity of the cytological test correlated with the associated histological examination. In a prospective case series of 34 patients with suspected anal lesions or in follow-up for previous anal pathology, biopsies of the anal canal and concomitant cytological sampling were performed in 30/34 (88%) patients (100%) using the Cytobrush and subsequent preparation with the Thin Prep method. The cytological examination was successfully performed in all patients (100%) and in 29/34 cases (85.3%) the cytological preparation was suitable according to Bethesda criteria. Specifically, 22/34 cases (64.7%) were negative and in 7/34 cases (20.6%) low-grade and high-grade lesions, distinguishable in L-SIL (Low-grade Squamous Intraepithelial Lesion) and H-SIL (High-grade Squamous Intraepithelial Lesion), were found. The histological examination, on the other hand, was evaluated according to LAST classification. Specifically, anal lesions were found in 16/34 patients (51.6%) who underwent biopsy with AIN (Anal Intraepithelial Neoplasia) ranging from AIN1 (8/34, 23.5%), AIN2 (4/34, 11.8%) to AIN3 (3/34, 8.8%) up to 1/34 cases (2.9%) found as infiltrating carcinoma. Immunohistochemistry with anti-p16 antibody was performed in 29/34 patients (85.3%). Specifically, in 9/29 cases (31%) a weak/focal positivity was found, pointing towards an L-SIL classification; whereas, in 7/29 (24.1%) an intense “block diffuse” positivity was found with a diagnosis of an H-SIL lesion. The correlation analysis performed by comparing the diagnostic results of the cytological examination with those of the histological examination showed a concordance of 69% with Cohen's “Kappa” value of 0.4, a sensitivity of 86% and a specificity of 64% (95% CI; 0.57-0.92). From the data collected and the results observed, especially about the sensitivity value obtained, it is possible to highlight the usefulness of anal cytology examination using Cytobrush in the follow-up setting in patients with a previous history of anal pathology with the advantage of being a low-cost, minimally invasive, and easily reproducible examination.
L’HPV (Human Papilloma Virus) comprende una famiglia di virus composta da oltre duecento genotipi virali. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute ed i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. Gli HPV responsabili dell’infezione agli organi genitali si dividono in due gruppi: a basso rischio oncogeno e ad alto rischio oncogeno; questi ultimi sono responsabili della progressione delle lesioni in tumori. L’infezione da HPV, inoltre, è particolarmente comune nelle donne giovani e in circa l’80% delle persone sessualmente attive; infatti, la principale via di trasmissione è attraverso i rapporti sessuali. Le principali ripercussioni nell’organismo in seguito a infezione da Papillomavirus possono riguardare diverse sedi anatomiche, come la sede cervico-vaginale, anale, vulvare e orofaringea. Al giorno d’oggi, nella pratica clinica, il gold standard nel riscontro di lesioni HPV-correlate per quanto riguarda la sede anogenitale risulta essere l’anoscopia ad alta risoluzione (HRA) con prelievo bioptico associato. Da poco tempo si sta istituendo anche l’utilizzo del brushing (o spazzolato) come metodo di rilevazione nel follow-up di pazienti con pregresse patologie anali e allestimento del campione citologico in laboratori dedicati con metodica Thin Prep (o citologia su base liquida). L’obbiettivo del nostro lavoro è stato molteplice: partendo dal valutare l’idoneità del prelievo citologico e, quindi, l’esecuzione dello stesso, si è analizzata anche la metodica laboratoristica del Thin Prep su spazzolati anali e, successivamente, si è valutata la sensibilità e specificità del test citologico messo in correlazione con l’esame istologico associato. Su una casistica prospettica di 34 pazienti con lesioni anali sospette o in follow-up per pregressa patologia anale sono state eseguite 30/34 (88%) biopsie del canale anale e contestuale prelievo citologico in 34/34 pazienti (100%) mediante l’utilizzo del Cytobrush e successivo allestimento con metodica Thin Prep. L’esame citologico è stato eseguito con successo in tutti i pazienti (100%) e in 29/34 casi (85,3%) il preparato citologico è risultato idoneo secondo i criteri Bethesda. Nello specifico, 22/34 casi (64,7%) erano negativi e in 7/34 casi (20,6%) sono state riscontrate lesioni di basso e alto grado, distinguibili in L-SIL (Low-grade Squamous Intraepithelial Lesion) e H-SIL (High-grade Squamous Intraepithelial Lesion). L’esame istologico, invece, è stato valutato secondo classificazione LAST. In particolare, sono state riscontrate lesioni anali in 16/34 pazienti (51,6%) sottoposti a biopsia con esiti di AIN (Neoplasia Intraepiteliale Anale) che variavano da AIN1 (8/34, 23,5%), AIN2 (4/34, 11,8%) ad AIN3 (3/34, 8,8%) fino ad 1/34 casi (2,9%) risultato come carcinoma infiltrante. In 29/34 pazienti (85,3%) è stata eseguita indagine immunoistochimica con anticorpo anti-p16. Nello specifico, in 9/29 casi (31%) si è riscontrata una positività debole/focale indirizzando verso una classificazione L-SIL; mentre, in 7/29 (24,1%) si è riscontrata una positività intensa “block diffuse” con diagnosi di lesione H-SIL. L’analisi di correlazione eseguita ponendo a confronto i risultati diagnostici dell’esame citologico con quelli dell’esame istologico ha mostrato una concordanza del 69% con valore di “Kappa” di Cohen pari a 0.4, una sensibilità dell’86% e una specificità del 64% (95% CI; 0.57-0.92). Dai dati raccolti e dai risultati osservati, soprattutto per quanto riguarda il valore di sensibilità ottenuto, è possibile evidenziare l’utilità dell’esame citologico anale mediante l’utilizzo del Cytobrush in ambito di follow-up nei confronti di pazienti con storia pregressa di patologia anale con il vantaggio di essere un’esame a basso costo, poco invasivo e facilmente riproducibile.
Allestimento citologico con metodica Thin-Prep in pazienti con lesioni anali HPV-correlate: correlazione cito-istologica.
BRUNO, MARTINA
2022/2023
Abstract
L’HPV (Human Papilloma Virus) comprende una famiglia di virus composta da oltre duecento genotipi virali. La maggior parte degli HPV causa lesioni benigne, come le verruche che colpiscono la cute ed i condilomi o papillomi che interessano le mucose genitali e orali. Gli HPV responsabili dell’infezione agli organi genitali si dividono in due gruppi: a basso rischio oncogeno e ad alto rischio oncogeno; questi ultimi sono responsabili della progressione delle lesioni in tumori. L’infezione da HPV, inoltre, è particolarmente comune nelle donne giovani e in circa l’80% delle persone sessualmente attive; infatti, la principale via di trasmissione è attraverso i rapporti sessuali. Le principali ripercussioni nell’organismo in seguito a infezione da Papillomavirus possono riguardare diverse sedi anatomiche, come la sede cervico-vaginale, anale, vulvare e orofaringea. Al giorno d’oggi, nella pratica clinica, il gold standard nel riscontro di lesioni HPV-correlate per quanto riguarda la sede anogenitale risulta essere l’anoscopia ad alta risoluzione (HRA) con prelievo bioptico associato. Da poco tempo si sta istituendo anche l’utilizzo del brushing (o spazzolato) come metodo di rilevazione nel follow-up di pazienti con pregresse patologie anali e allestimento del campione citologico in laboratori dedicati con metodica Thin Prep (o citologia su base liquida). L’obbiettivo del nostro lavoro è stato molteplice: partendo dal valutare l’idoneità del prelievo citologico e, quindi, l’esecuzione dello stesso, si è analizzata anche la metodica laboratoristica del Thin Prep su spazzolati anali e, successivamente, si è valutata la sensibilità e specificità del test citologico messo in correlazione con l’esame istologico associato. Su una casistica prospettica di 34 pazienti con lesioni anali sospette o in follow-up per pregressa patologia anale sono state eseguite 30/34 (88%) biopsie del canale anale e contestuale prelievo citologico in 34/34 pazienti (100%) mediante l’utilizzo del Cytobrush e successivo allestimento con metodica Thin Prep. L’esame citologico è stato eseguito con successo in tutti i pazienti (100%) e in 29/34 casi (85,3%) il preparato citologico è risultato idoneo secondo i criteri Bethesda. Nello specifico, 22/34 casi (64,7%) erano negativi e in 7/34 casi (20,6%) sono state riscontrate lesioni di basso e alto grado, distinguibili in L-SIL (Low-grade Squamous Intraepithelial Lesion) e H-SIL (High-grade Squamous Intraepithelial Lesion). L’esame istologico, invece, è stato valutato secondo classificazione LAST. In particolare, sono state riscontrate lesioni anali in 16/34 pazienti (51,6%) sottoposti a biopsia con esiti di AIN (Neoplasia Intraepiteliale Anale) che variavano da AIN1 (8/34, 23,5%), AIN2 (4/34, 11,8%) ad AIN3 (3/34, 8,8%) fino ad 1/34 casi (2,9%) risultato come carcinoma infiltrante. In 29/34 pazienti (85,3%) è stata eseguita indagine immunoistochimica con anticorpo anti-p16. Nello specifico, in 9/29 casi (31%) si è riscontrata una positività debole/focale indirizzando verso una classificazione L-SIL; mentre, in 7/29 (24,1%) si è riscontrata una positività intensa “block diffuse” con diagnosi di lesione H-SIL. L’analisi di correlazione eseguita ponendo a confronto i risultati diagnostici dell’esame citologico con quelli dell’esame istologico ha mostrato una concordanza del 69% con valore di “Kappa” di Cohen pari a 0.4, una sensibilità dell’86% e una specificità del 64% (95% CI; 0.57-0.92). Dai dati raccolti e dai risultati osservati, soprattutto per quanto riguarda il valore di sensibilità ottenuto, è possibile evidenziare l’utilità dell’esame citologico anale mediante l’utilizzo del Cytobrush in ambito di follow-up nei confronti di pazienti con storia pregressa di patologia anale con il vantaggio di essere un’esame a basso costo, poco invasivo e facilmente riproducibile.File | Dimensione | Formato | |
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