Nell’ottavo e ultimo capitolo della Fenomenologia dello Spirito, in maniera tanto breve quanto fitta, Hegel delinea il futuro, o meglio il “punto”, che si prospetta dinanzi all’Umanità: la Fine della Storia. Questa dovrebbe essere, nella visione di Hegel, il conguaglio finale, definitivo tra Soggetto e Sostanza, tra il Particolare e l’Universale, tra l’Uomo e il Mondo, quest’ultima diade regina e motrice del tempo umano. La Storia finisce, non procede più, perché non c’è più niente da emendare; il movimento rimane, ma è un aleggiare nell’etere dello Spirito; quest’ultimo si compie ed arriva alla sua forma definiva, non ha più motivo né modo di procedere. Questo concetto, che se risulta vero è il Concetto assoluto, è stato indagato e scrupolosamente sviluppato, più di quanto non abbia fatto lo stesso Hegel, da Alexandre Kojève, filosofo di origini russe stabilitosi prima in Germania e poi in Francia. Nella Parigi degli anni ’30, le sue lezioni all’École Pratique des Hautes Études sono prima celeberrime e poi leggendarie e vengono frequentate da diversi intellettuali cruciali per il Novecento francese. Raymond Queneau, raccolte le sue dispense delle lezioni, decise di pubblicarle nel 1947, sotto il titolo di: Introducion à la lecture de Hegel. Leçons sur la <<Phénomenologie de l’Esprit>> professées de 1933 à 1939 à l’École des Hautes Études réunies et publiées par Raymond Queneau. Il primo capitolo del presente scritto ha l’obiettivo di analizzare la tesi della fine della storia indagandone le implicazioni antropologiche e globali profilate da Kojève nella sua Introduzione – affiancandole talvolta a letture sullo stesso tema ma di diverso segno. In seguito, lo sguardo verrà rivolto alla contemporaneità: facendo riferimento soprattutto al corso di Foucault del 1979 al Collège de France, l’individuo e l’universale nell’epoca del neoliberalismo saranno analizzati e osservati tramite la lente della fine della storia. Lo scopo di questo elaborato non è quello di stabilire se la storia sia finita o meno, ma usare questo tema come euristica per rivolgere uno sguardo il più possibile oggettivo verso il presente, di cui si vogliono indagare gli attuali movimenti non come progressi verso nuove albe storiche, ma come lievi fluttuazioni nell’etere dello spirito.

La fine della Storia e il presente. La contemporaneità come etere dello Spirito

VITALE, MARCO
2022/2023

Abstract

Nell’ottavo e ultimo capitolo della Fenomenologia dello Spirito, in maniera tanto breve quanto fitta, Hegel delinea il futuro, o meglio il “punto”, che si prospetta dinanzi all’Umanità: la Fine della Storia. Questa dovrebbe essere, nella visione di Hegel, il conguaglio finale, definitivo tra Soggetto e Sostanza, tra il Particolare e l’Universale, tra l’Uomo e il Mondo, quest’ultima diade regina e motrice del tempo umano. La Storia finisce, non procede più, perché non c’è più niente da emendare; il movimento rimane, ma è un aleggiare nell’etere dello Spirito; quest’ultimo si compie ed arriva alla sua forma definiva, non ha più motivo né modo di procedere. Questo concetto, che se risulta vero è il Concetto assoluto, è stato indagato e scrupolosamente sviluppato, più di quanto non abbia fatto lo stesso Hegel, da Alexandre Kojève, filosofo di origini russe stabilitosi prima in Germania e poi in Francia. Nella Parigi degli anni ’30, le sue lezioni all’École Pratique des Hautes Études sono prima celeberrime e poi leggendarie e vengono frequentate da diversi intellettuali cruciali per il Novecento francese. Raymond Queneau, raccolte le sue dispense delle lezioni, decise di pubblicarle nel 1947, sotto il titolo di: Introducion à la lecture de Hegel. Leçons sur la <> professées de 1933 à 1939 à l’École des Hautes Études réunies et publiées par Raymond Queneau. Il primo capitolo del presente scritto ha l’obiettivo di analizzare la tesi della fine della storia indagandone le implicazioni antropologiche e globali profilate da Kojève nella sua Introduzione – affiancandole talvolta a letture sullo stesso tema ma di diverso segno. In seguito, lo sguardo verrà rivolto alla contemporaneità: facendo riferimento soprattutto al corso di Foucault del 1979 al Collège de France, l’individuo e l’universale nell’epoca del neoliberalismo saranno analizzati e osservati tramite la lente della fine della storia. Lo scopo di questo elaborato non è quello di stabilire se la storia sia finita o meno, ma usare questo tema come euristica per rivolgere uno sguardo il più possibile oggettivo verso il presente, di cui si vogliono indagare gli attuali movimenti non come progressi verso nuove albe storiche, ma come lievi fluttuazioni nell’etere dello spirito.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
948079_lafinedellastoriaeilpresente.lacontemporaneitcomeeteredellospirito.marcovitale.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.4 MB
Formato Adobe PDF
1.4 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/109123