Il tema scelto per la seguente dissertazione di laurea è relativo al Circo Sociale, una strategia didattica utilizzata per favorire la costruzione di un clima di classe positivo in contesti di fragilità o di svantaggio. La trattazione si articola in due macrosezioni, la prima relativa alla presentazione teorica del Circo Sociale, delle sue caratteristiche e della valenza sociale e pedagogica, mentre la seconda riguarda l’intervento didattico da me realizzato presso la scuola primaria di Sant’Ambrogio. Nel corso del primo capitolo sarà ripercorsa la storia del circo, dalla sua nascita e dai significati spesso legati al mondo religioso, fino all’importante mezzo di trasmissione culturale che è divenuto nel corso dei secoli. La nascita del Circo Sociale è strettamente legata a un contesto socio-culturale ben delimitato: il Brasile degli anni ‘90 del secolo scorso. L’analisi della storia e dell’organizzazione di tale nazione, mette in evidenza un quadro in cui ricchezza e povertà rappresentano le due facce d'una stessa medaglia, non essendo però suddivise in maniera equa tra tutta la popolazione. L’analisi continua con la descrizione di un'esperienza tutta italiana di Circo Sociale, per mezzo di un’associazione ubicata nel quartiere torinese di Barriera di Milano. Il secondo capitolo permette di approfondire il tema dell’educazione informale e nello specifico analizza la dimensione dell’arte all’interno dei processi educativi e di come l’apprendimento possa passare grazie alle esperienze corporee. Inoltre, vengono definiti i lineamenti della didattica all’interno di un laboratorio di Circo Sociale e le figure dell’operatore e dell’istruttore sociale. Il terzo capitolo ha l’obiettivo di analizzare la valenza sociale della metodologia indagata, approfondendo argomenti come il gruppo e la persona, la re-significazione del corpo, la sicurezza e le regole, il rischio e l’errore, il desiderio e la motivazione, e il gioco. Inoltre, saranno indagate le caratteristiche degli attrezzi e le destrezze tipiche dell’arte circense, con un approfondimento maggiore dedicato agli strumenti utilizzati nel corso della sperimentazione pratica. L’ultimo capitolo della prima sezione, ripercorre le teorie pedagogiche alla base di tale strategia educativa, analizzando primo fra tutti il pensiero di Paulo Freire, considerato il padre del Circo Sociale, perché con la sua “Pedagogia degli Oppressi”, si è rivolto alla fascia di popolazione che subiva il dominio della classe dominante, senza avere la coscienza e i mezzi necessari per potersi liberare da tale situazione. Il suo testo, mostra come sia possibile cambiare il metodo di insegnamento depositario con un metodo basato sullo sviluppo di un pensiero critico, fondamentale per prendere consapevolezza di ciò che si è: soggetti della storia e non oggetti. Augusto Boal e il teatro dell’oppresso, Vygotskij e Piaget, sono gli altri autori che sono stati analizzati e che hanno offerto il loro contributo in merito al tema dell’inclusione. La seconda sezione della dissertazione, analizza criticamente una proposta didattica da me ideata e condotta presso la scuola primaria di Sant’Ambrogio. Il progetto è stato condotto con due classi, la classe prima e la classe seconda. Il progetto ha avuto una durata di circa 20 incontri, da due ore, e le attività che sono state condotte con le classi sono state le medesime. I dati raccolti hanno confermato l’efficacia dell’intervento nell’incremento di un clima positivo.

CIRCO SOCIALE E INCLUSIONE: Una proposta didattica per favorire la costruzione di un clima di classe positivo in contesti di fragilità o di svantaggio

BERTOLO, GIULIA
2022/2023

Abstract

Il tema scelto per la seguente dissertazione di laurea è relativo al Circo Sociale, una strategia didattica utilizzata per favorire la costruzione di un clima di classe positivo in contesti di fragilità o di svantaggio. La trattazione si articola in due macrosezioni, la prima relativa alla presentazione teorica del Circo Sociale, delle sue caratteristiche e della valenza sociale e pedagogica, mentre la seconda riguarda l’intervento didattico da me realizzato presso la scuola primaria di Sant’Ambrogio. Nel corso del primo capitolo sarà ripercorsa la storia del circo, dalla sua nascita e dai significati spesso legati al mondo religioso, fino all’importante mezzo di trasmissione culturale che è divenuto nel corso dei secoli. La nascita del Circo Sociale è strettamente legata a un contesto socio-culturale ben delimitato: il Brasile degli anni ‘90 del secolo scorso. L’analisi della storia e dell’organizzazione di tale nazione, mette in evidenza un quadro in cui ricchezza e povertà rappresentano le due facce d'una stessa medaglia, non essendo però suddivise in maniera equa tra tutta la popolazione. L’analisi continua con la descrizione di un'esperienza tutta italiana di Circo Sociale, per mezzo di un’associazione ubicata nel quartiere torinese di Barriera di Milano. Il secondo capitolo permette di approfondire il tema dell’educazione informale e nello specifico analizza la dimensione dell’arte all’interno dei processi educativi e di come l’apprendimento possa passare grazie alle esperienze corporee. Inoltre, vengono definiti i lineamenti della didattica all’interno di un laboratorio di Circo Sociale e le figure dell’operatore e dell’istruttore sociale. Il terzo capitolo ha l’obiettivo di analizzare la valenza sociale della metodologia indagata, approfondendo argomenti come il gruppo e la persona, la re-significazione del corpo, la sicurezza e le regole, il rischio e l’errore, il desiderio e la motivazione, e il gioco. Inoltre, saranno indagate le caratteristiche degli attrezzi e le destrezze tipiche dell’arte circense, con un approfondimento maggiore dedicato agli strumenti utilizzati nel corso della sperimentazione pratica. L’ultimo capitolo della prima sezione, ripercorre le teorie pedagogiche alla base di tale strategia educativa, analizzando primo fra tutti il pensiero di Paulo Freire, considerato il padre del Circo Sociale, perché con la sua “Pedagogia degli Oppressi”, si è rivolto alla fascia di popolazione che subiva il dominio della classe dominante, senza avere la coscienza e i mezzi necessari per potersi liberare da tale situazione. Il suo testo, mostra come sia possibile cambiare il metodo di insegnamento depositario con un metodo basato sullo sviluppo di un pensiero critico, fondamentale per prendere consapevolezza di ciò che si è: soggetti della storia e non oggetti. Augusto Boal e il teatro dell’oppresso, Vygotskij e Piaget, sono gli altri autori che sono stati analizzati e che hanno offerto il loro contributo in merito al tema dell’inclusione. La seconda sezione della dissertazione, analizza criticamente una proposta didattica da me ideata e condotta presso la scuola primaria di Sant’Ambrogio. Il progetto è stato condotto con due classi, la classe prima e la classe seconda. Il progetto ha avuto una durata di circa 20 incontri, da due ore, e le attività che sono state condotte con le classi sono state le medesime. I dati raccolti hanno confermato l’efficacia dell’intervento nell’incremento di un clima positivo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/109063