If it is true that consumption has an international sociological tradition, that has its roots in the nineteenth century, in Italy has a more recent history. Certainly, consumption is one of the fundamental factors of the individual realization, both from a psychological viewpoint and in terms of social position. The study of consumption involves a multidisciplinary approach because its understanding requires the contribution of various disciplines to be understood and analyzed in all its forms. Today there isn't a theoretical model that is able to synthesize these contributions, so I think that consumption can be understood using the theoretical model of sociology. Based on this methodological approach, in the first part of the 1st chapter I analyzed the key concepts of sociology of consumption, starting from the analysis of different theories developed by sociologists to motivate the creation of a consumer culture. In the second part of the chapter I analyzed the different influences suffered by the consumer within the social context in which he lives. For the next part of my work I studied some texts which represented a fundamental reference point to understand the cooperative experiences in the food world: ¿La spesa è uguale per tutti¿ by Emanuela Scarpellini, ¿La cooperazione¿ by Stefano and Vera Zamagni, ¿Falce e Carrello¿ by Bernardo Caprotti and Geminello Alvi and the first book about the social history of Mass Retail Channel, ¿C'era una volta il supermarket. Cinquant'anni di supermercati in Italia: sociologia dei consumi che cambiano¿, Milano, Sperling & Kupfer, 2008 by Franco A. Fava. In the first part of the 2nd chapter I analyzed the birth and development of the Italian cooperative movement, which has grown along with the labor, mutual and socialist movement. In the second and third part of the chapter I analyzed the development of Italian cooperation in the food sector, with reference to the cooperation of consumers and retailers. In the last part of the chapter I instead analyzed the model of employee participation in shareholding company, as part of Scandinavian or French model of public company. In the 3rd chapter I analyzed the new forms of contemporary commerce, examining the experience of GAS (Purchasing Groups of solidarity or Purchasing Groups ) but also the birth and development of e-commerce. In the last part of the chapter I dealt with the delicate relationship between cooperation and competition: in the Mass Retail Channel these two frameworks are partly integrated, values of community and market. At the end of this work I have added some statistical data concerning the turnover of Mass Retail Channel in Italy and I formulated two hypotheses to answer the following question: ¿Why in Italy were not born Mass Retail Channel chains, similarly to what happened in countries like France and Germany¿?

Se è vero che il consumo ha una tradizione sociologica internazionale che affonda le sue radici nell'Ottocento, in Italia ha una storia ben più recente. Certamente il consumo è uno dei fattori fondamentali della realizzazione dell'individuo, sia sotto l'aspetto più intimamente psicologico sia sotto quello di una sua collocazione sociale. Lo studio del consumo comporta necessariamente un approccio multidisciplinare, in quanto la sua comprensione richiede l'apporto di varie discipline per essere compreso ed analizzato in tutte le sue forme. Non esistendo ad oggi un modello teorico in grado di sintetizzare tali apporti, ritengo che il fenomeno del consumo possa essere efficacemente compreso impiegando il modello interpretativo proprio della sociologia. Sulla base di questa traccia metodologica, nella prima parte del 1° capitolo ho analizzato i concetti chiave della sociologia del consumo, partendo dall'analisi di diverse teorie sviluppate dai sociologi per motivare la nascita di una cultura del consumo. Nella seconda parte del capitolo ho analizzato le diverse influenze che il consumatore subisce, mantenendo lo sguardo rivolto al contesto sociale in cui egli è immerso. Per la successiva parte del mio lavoro ho studiato alcuni testi che hanno rappresentato un fondamentale punto di riferimento per orientarmi nel labirinto delle esperienze cooperative del mondo alimentare. Fra di essi vanno assolutamente citati: ¿La spesa è uguale per tutti¿ di Emanuela Scarpellini, ¿La cooperazione¿ di Stefano e Vera Zamagni, ¿Falce e Carrello¿ di Bernardo Caprotti e Geminello Alvi e il primo testo di storia sociale sulla Grande Distribuzione Organizzata, ¿C'era una volta il supermarket. Cinquant'anni di supermercati in Italia: sociologia dei consumi che cambiano¿, Milano, Sperling & Kupfer, 2008 di Franco A. Fava. Nella prima parte 2° capitolo ho analizzato la nascita e lo sviluppo del movimento cooperativo italiano, sviluppatosi in stretta simbiosi con il movimento operaio, mutualistico e socialista; nella seconda e terza parte del capitolo ho analizzato lo sviluppo della cooperazione italiana nel settore alimentare, con riferimento alla cooperazione di consumatori e di esercenti. Nell'ultima parte del capitolo ho invece analizzato il modello della partecipazione dei dipendenti all'azionariato aziendale, nell'ottica del modello scandinavo o francese di public company. Nel 3° capitolo ho analizzato le nuove forme di commercio contemporaneo, prendendo in esame l'esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidale ma anche la nascita e lo sviluppo dei portali di acquisto virtuale (e-retailers). Nell'ultima parte del capitolo ho affrontato il delicato rapporto tra cooperazione e competizione: nella GDO cooperativa questi due contesti si sono in parte integrati, valori di comunità e valori di mercato. A conclusione di questo lavoro ho aggiunto alcuni dati statistici relativi al fatturato della GDO sul territorio italiano ed ho avanzato due ipotesi per rispondere alla seguente domanda: ¿Perché in Italia non sono nate catene della Grande Distribuzione Organizzata, similmente a quanto accaduto, ad esempio, in altri paesi europei quali la Francia o la Germania?¿.

L'evoluzione del commercio contemporaneo attraverso le esperienze cooperative

BORRA, GIORGIO
2013/2014

Abstract

Se è vero che il consumo ha una tradizione sociologica internazionale che affonda le sue radici nell'Ottocento, in Italia ha una storia ben più recente. Certamente il consumo è uno dei fattori fondamentali della realizzazione dell'individuo, sia sotto l'aspetto più intimamente psicologico sia sotto quello di una sua collocazione sociale. Lo studio del consumo comporta necessariamente un approccio multidisciplinare, in quanto la sua comprensione richiede l'apporto di varie discipline per essere compreso ed analizzato in tutte le sue forme. Non esistendo ad oggi un modello teorico in grado di sintetizzare tali apporti, ritengo che il fenomeno del consumo possa essere efficacemente compreso impiegando il modello interpretativo proprio della sociologia. Sulla base di questa traccia metodologica, nella prima parte del 1° capitolo ho analizzato i concetti chiave della sociologia del consumo, partendo dall'analisi di diverse teorie sviluppate dai sociologi per motivare la nascita di una cultura del consumo. Nella seconda parte del capitolo ho analizzato le diverse influenze che il consumatore subisce, mantenendo lo sguardo rivolto al contesto sociale in cui egli è immerso. Per la successiva parte del mio lavoro ho studiato alcuni testi che hanno rappresentato un fondamentale punto di riferimento per orientarmi nel labirinto delle esperienze cooperative del mondo alimentare. Fra di essi vanno assolutamente citati: ¿La spesa è uguale per tutti¿ di Emanuela Scarpellini, ¿La cooperazione¿ di Stefano e Vera Zamagni, ¿Falce e Carrello¿ di Bernardo Caprotti e Geminello Alvi e il primo testo di storia sociale sulla Grande Distribuzione Organizzata, ¿C'era una volta il supermarket. Cinquant'anni di supermercati in Italia: sociologia dei consumi che cambiano¿, Milano, Sperling & Kupfer, 2008 di Franco A. Fava. Nella prima parte 2° capitolo ho analizzato la nascita e lo sviluppo del movimento cooperativo italiano, sviluppatosi in stretta simbiosi con il movimento operaio, mutualistico e socialista; nella seconda e terza parte del capitolo ho analizzato lo sviluppo della cooperazione italiana nel settore alimentare, con riferimento alla cooperazione di consumatori e di esercenti. Nell'ultima parte del capitolo ho invece analizzato il modello della partecipazione dei dipendenti all'azionariato aziendale, nell'ottica del modello scandinavo o francese di public company. Nel 3° capitolo ho analizzato le nuove forme di commercio contemporaneo, prendendo in esame l'esperienza dei Gruppi di Acquisto Solidale ma anche la nascita e lo sviluppo dei portali di acquisto virtuale (e-retailers). Nell'ultima parte del capitolo ho affrontato il delicato rapporto tra cooperazione e competizione: nella GDO cooperativa questi due contesti si sono in parte integrati, valori di comunità e valori di mercato. A conclusione di questo lavoro ho aggiunto alcuni dati statistici relativi al fatturato della GDO sul territorio italiano ed ho avanzato due ipotesi per rispondere alla seguente domanda: ¿Perché in Italia non sono nate catene della Grande Distribuzione Organizzata, similmente a quanto accaduto, ad esempio, in altri paesi europei quali la Francia o la Germania?¿.
ITA
If it is true that consumption has an international sociological tradition, that has its roots in the nineteenth century, in Italy has a more recent history. Certainly, consumption is one of the fundamental factors of the individual realization, both from a psychological viewpoint and in terms of social position. The study of consumption involves a multidisciplinary approach because its understanding requires the contribution of various disciplines to be understood and analyzed in all its forms. Today there isn't a theoretical model that is able to synthesize these contributions, so I think that consumption can be understood using the theoretical model of sociology. Based on this methodological approach, in the first part of the 1st chapter I analyzed the key concepts of sociology of consumption, starting from the analysis of different theories developed by sociologists to motivate the creation of a consumer culture. In the second part of the chapter I analyzed the different influences suffered by the consumer within the social context in which he lives. For the next part of my work I studied some texts which represented a fundamental reference point to understand the cooperative experiences in the food world: ¿La spesa è uguale per tutti¿ by Emanuela Scarpellini, ¿La cooperazione¿ by Stefano and Vera Zamagni, ¿Falce e Carrello¿ by Bernardo Caprotti and Geminello Alvi and the first book about the social history of Mass Retail Channel, ¿C'era una volta il supermarket. Cinquant'anni di supermercati in Italia: sociologia dei consumi che cambiano¿, Milano, Sperling & Kupfer, 2008 by Franco A. Fava. In the first part of the 2nd chapter I analyzed the birth and development of the Italian cooperative movement, which has grown along with the labor, mutual and socialist movement. In the second and third part of the chapter I analyzed the development of Italian cooperation in the food sector, with reference to the cooperation of consumers and retailers. In the last part of the chapter I instead analyzed the model of employee participation in shareholding company, as part of Scandinavian or French model of public company. In the 3rd chapter I analyzed the new forms of contemporary commerce, examining the experience of GAS (Purchasing Groups of solidarity or Purchasing Groups ) but also the birth and development of e-commerce. In the last part of the chapter I dealt with the delicate relationship between cooperation and competition: in the Mass Retail Channel these two frameworks are partly integrated, values of community and market. At the end of this work I have added some statistical data concerning the turnover of Mass Retail Channel in Italy and I formulated two hypotheses to answer the following question: ¿Why in Italy were not born Mass Retail Channel chains, similarly to what happened in countries like France and Germany¿?
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/10904