Introduction: Intensive care unit-acquired weakness is a physical dysfunction resulting from forced immobility and is a common complication among individuals admitted to the intensive care unit. Prevention, early identification of the syndrome, and timely intervention are the only feasible strategies to counter this problem, with the aim of defining the effectiveness of early mobilization in mechanically ventilated individuals, its scope of application, and the role of nurses in this activity. Materials and Methods: After defining the research question, PubMed, Embase, Cochrane Library, and Google Scholar databases were consulted. The search was limited to the last ten years. Out of a total of 2,184 initial records, 28 articles were used for this work, following inclusion and exclusion criteria. Results: From the examined studies, it emerges that early mobilization reduces mechanical ventilation duration by 2.7 days and hospital length of stay by 1.08 days. Safety criteria for initiating mobilization and the low percentage of adverse events demonstrate the safety of the practice in mechanically ventilated individuals. Barriers to mobilization implementation that were identified include structural, cultural, process-related, and patient-related conditions. Staff training, multidisciplinary teamwork, and protocol development can prove beneficial. Discussion: Passive mobilization has been shown to be safe and feasible, even in mechanically ventilated individuals or those with other assistive devices in place. This practice has improved independence in activities of daily living (ADL) three months after discharge, with better results in walking distance without aids. There are no differences in 180-day mortality between those who underwent early mobilization and the control group. Conclusion: Early mobilization impacts the physical and mental health of the assisted individual. The process should be more extensively implemented in healthcare settings, with nurses gaining deeper knowledge and involvement. Keywords: Intensive care unit acquired weakness, early mobilization, nurse, nursing role, prevention.
Introduzione: La debolezza acquisita in terapia intensiva, è una disfunzione fisica causata dall’immobilità forzata ed è una complicanza comune tra le persone che sono ricoverate in terapia intensiva. La prevenzione, l’identificazione precoce della sindrome e il tempestivo intervento sono le uniche strategie attuabili per contrastare questo problema con l’obiettivo di definire l’efficacia della mobilizzazione precoce nelle persone ventilate meccanicamente, gli ambiti di applicazione, e il ruolo che l’infermiere svolge in questa attività. Materiali e metodi: Dopo la definizione del quesito di ricerca, sono state consultate le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Library e Google Scholar. La ricerca è stata limitata agli ultimi dieci anni. Da un totale di 2.184 record iniziali, applicando i criteri di inclusione ed esclusione, per questo lavoro sono stati utilizzati 28 articoli. Risultati: Dagli studi esaminati, emerge che la mobilizzazione precoce riduce i tempi di ventilazione meccanica di 2,7 giorni e di 1,08 la degenza ospedaliera. I criteri di sicurezza per l’avvio della mobilizzazione e la bassa percentuale di eventi avversi, dimostrano la sicurezza della pratica nelle persone ventilate meccanicamente. Le barriere relative all’attuazione della mobilizzazione che sono state riscontrate sono strutturali, culturali, legate al processo e alle condizioni della persona assistita. La formazione del personale, il lavoro in equipe multidisciplinare e la creazione di protocolli possono rivelarsi utili. Discussione: la mobilizzazione passiva si è dimostrata sicura e fattibile, anche nelle persone ventilate meccanicamente o con altri dispositivi in situ. Questa pratica ha migliorato l’indipendenza nelle ADL a tre mesi dalla dimissione e si sono riscontrati risultati migliori nella distanza percorsa a piedi senza ausili. Non ci sono differenze nella mortalità a 180 giorni tra chi ha avuto EM e il gruppo di controllo. Conclusione: La mobilizzazione precoce incide sulla salute fisica e mentale della persona assistita. Il processo dovrebbe essere maggiormente implementato nei contesti, approfondendo la conoscenza da parte degli infermieri. Parole chiave: Intensive care unit acquired weakness, early mobilization, nurse, nursing role, prevention.
Le ricadute assistenziali della mobilizzazione precoce nel paziente non cosciente per prevenire la debolezza acquisita in terapia intensiva: il ruolo dell’infermiere.
BARIN, VALERIA
2022/2023
Abstract
Introduzione: La debolezza acquisita in terapia intensiva, è una disfunzione fisica causata dall’immobilità forzata ed è una complicanza comune tra le persone che sono ricoverate in terapia intensiva. La prevenzione, l’identificazione precoce della sindrome e il tempestivo intervento sono le uniche strategie attuabili per contrastare questo problema con l’obiettivo di definire l’efficacia della mobilizzazione precoce nelle persone ventilate meccanicamente, gli ambiti di applicazione, e il ruolo che l’infermiere svolge in questa attività. Materiali e metodi: Dopo la definizione del quesito di ricerca, sono state consultate le banche dati PubMed, Embase, Cochrane Library e Google Scholar. La ricerca è stata limitata agli ultimi dieci anni. Da un totale di 2.184 record iniziali, applicando i criteri di inclusione ed esclusione, per questo lavoro sono stati utilizzati 28 articoli. Risultati: Dagli studi esaminati, emerge che la mobilizzazione precoce riduce i tempi di ventilazione meccanica di 2,7 giorni e di 1,08 la degenza ospedaliera. I criteri di sicurezza per l’avvio della mobilizzazione e la bassa percentuale di eventi avversi, dimostrano la sicurezza della pratica nelle persone ventilate meccanicamente. Le barriere relative all’attuazione della mobilizzazione che sono state riscontrate sono strutturali, culturali, legate al processo e alle condizioni della persona assistita. La formazione del personale, il lavoro in equipe multidisciplinare e la creazione di protocolli possono rivelarsi utili. Discussione: la mobilizzazione passiva si è dimostrata sicura e fattibile, anche nelle persone ventilate meccanicamente o con altri dispositivi in situ. Questa pratica ha migliorato l’indipendenza nelle ADL a tre mesi dalla dimissione e si sono riscontrati risultati migliori nella distanza percorsa a piedi senza ausili. Non ci sono differenze nella mortalità a 180 giorni tra chi ha avuto EM e il gruppo di controllo. Conclusione: La mobilizzazione precoce incide sulla salute fisica e mentale della persona assistita. Il processo dovrebbe essere maggiormente implementato nei contesti, approfondendo la conoscenza da parte degli infermieri. Parole chiave: Intensive care unit acquired weakness, early mobilization, nurse, nursing role, prevention.File | Dimensione | Formato | |
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