Il problema della morte nella filosofia di Wittgenstein

The work aims to investigate the problem of death in Wittgenstein's philosophy and is divided into three chapters. The first is dedicated to the so-called "early Wittgenstein" and mainly relies on manuscripts, dating back to the First World War, and on the "Tractatus Logico-Philosophicus". Due to the nature of the analyzed texts, the discussion moves beyond purely philosophical considerations. For example, what was Wittgenstein's relationship with religion and death? The reconstruction of the philosophical question of death, therefore, is accompanied by a series of biographical observations that shed light on the problem. The second chapter begins by presenting the change, that turns the "early Wittgenstein" into the "later Wittgenstein", from a meta-philosophical point of view. Examples and fragments are analyzed in which Wittgenstein employs the concept of death, noting that in those cases, what is at issue is not so much a possible thanatology, but rather the fact that, for him, using the concept of death is useful for clarifying the status of the philosophical discipline. The third chapter, finally, shifts the focus to the problem of the meaningfulness of religious expressions: how does Wittgenstein respond to the problem? To clarify the issue, particular attention has been paid to his last text, "On Certainty", also taking care to provide good reasons for looking at the problem of religion from this perspective. The result is that, upon closer examination, thanatological expressions, similarly to theological ones, form a grammar. Furthermore, the work attempts to clarify how Wittgenstein's relationship with death changed with the transition between the "early" and "later" Wittgenstein. ​

Il lavoro si propone di indagare il problema della morte nella filosofia di Wittgenstein e si divide in tre capitoli. Il primo è dedicato al cosiddetto "primo Wittgenstein" e si serve, principalmente, dei manoscritti risalenti alla Prima Guerra Mondiale e del "Tractatus Logico-Philosophicus". Per via della natura dei testi analizzati, la trattazione passa da considerazioni di ordine non solo filosofico. Ad esempio, qual era il rapporto di Wittgenstein con la religione e con la morte? La ricostruzione della questione filosofica della morte, insomma, è corredata da una serie di osservazioni di stampo biografico che possono gettare luce sul problema. Il secondo capitolo si apre esponendo il mutamento, che porta il "primo Wittgenstein" a diventare il "secondo Wittgenstein", da un punto di vista metafilosofico. Vengono analizzati esempi e frammenti in cui Wittgenstein si serve del concetto della morte, e viene fatto notare che, in quei casi, ciò che è in discussione non è tanto un'eventuale tanatologia, ma il fatto che, per lui, servirsi del concetto della morte è utile per fare chiarezza sullo statuto della disciplina filosofica. Il terzo capitolo, infine, sposta l'attenzione sul problema della sensatezza delle espressioni religiose: in che modo Wittgenstein risponde al problema? Per cercare di chiarire la questione si è prestata una particolare attenzione al suo ultimo testo, "Della Certezza", avendo anche la premura di fornire delle buone ragioni per guardare al problema della religione da questa prospettiva. Il risultato è che, a guardar bene, le espressioni tanatologiche, similmente a quelle teologiche, formano una grammatica. Inoltre, il lavoro tenta di chiarire in che modo, il rapporto di Wittgenstein con la morte, sia mutato con il passaggio tra la prima e la seconda fase del suo pensiero. ​