La disertación se ocupa de presentar las conexiones entre los elementos ornamentales del Diurnal de Fernando I de León y las obras producidas en contextos nórdicos más allá de los Pirineos, encuadrando el manuscrito en una red más amplia de intercambios culturales. El primer capítulo está dedicado a la presentación de los estudios sobre la obra en orden cronológico, desde la primera mención de su presencia en la biblioteca de la Universidad compostelana en la segunda mitad del siglo XIX, hasta las investigaciones más recientes. El segundo capítulo ofrece un análisis de la decoración del manuscrito, que presenta un rico aparato ornamental, formado por iniciales y marcos, que a veces presentan un fondo purpúreo. Es evidente la presencia de elementos que se alejan de la tradición mozárabe, pero también son perceptibles los primeros indicios románicos. También se evidencia la presencia de componentes del manuscrito que son fruto de influencias ajenas a la tradición leonesa y, más en general, ibérica. En el capítulo final, a través de comparaciones con manuscritos de arte otoniana, del suroeste de Francia y de otras regiones de España, se investigan las conexiones del Diurnal con otros contextos. El eclecticismo de los elementos presentes en el manuscrito refleja vínculos tanto con el contexto otoniano como con el borgoñón y aquitano. Estas relaciones se explican probablemente por la política adoptada por Fernando I, en particular su relación con Cluny. Un factor significativo que probablemente favoreció estos vínculos entre el manuscrito y otros contextos septentrionales fue el desarrollo de la peregrinación a Santiago de Compostela en esos mismos años. Los monasterios mencionados, situados cerca de las principales rutas de peregrinación, pueden haber influido en el arte y la producción del manuscrito, contribuyendo a la diversidad y riqueza de sus influencias culturales.
La trattazione si occupa di presentare le connessioni tra gli elementi ornamentali del Libro di Preghiere di Ferdinando I di León e le opere realizzate in contesti settentrionali al di là dei Pirenei, inserendo il manoscritto in una rete più ampia di scambi culturali. Il primo capitolo è dedicato alla presentazione degli studi relativi all’opera in ordine cronologico, dalla prima menzione sulla sua presenza nella biblioteca dell’università compostelana nella seconda metà del XIX secolo e procedendo fino alle indagini più recenti. Il secondo capitolo offre un’analisi della decorazione del manoscritto che prevede un ricco apparato ornamentale, costituito da iniziali e cornici, che talvolta racchiudono un fondo purpureo. Emerge la presenza di elementi che si discostano dalla tradizione mozarabica, ma si distinguono anche i primi cenni romanici. Risulta evidente, inoltre, la presenza di componenti del manoscritto che sono il risultato di influenze estranee alla tradizione leonese e più generalmente iberica. Nel capitolo conclusivo, attraverso i confronti con manoscritti ottoniani, della Francia sud-occidentale e di altre regioni della Spagna, si approfondiscono le connessioni del Libro di Preghiere con gli altri contesti. L’eclettismo degli elementi presenti nel manoscritto riflette i legami sia con l’ambito ottoniano che con quello della Borgogna e dell’Aquitania. Queste connessioni probabilmente derivano dalla politica adottata da Ferdinando I, in particolare dalla sua relazione con Cluny. Un fattore significativo, che probabilmente ha favorito la presenza di tali legami tra il Libro di Preghiere e gli altri contesti settentrionali, è stato lo sviluppo del pellegrinaggio a Santiago di Compostela in quegli stessi anni. I monasteri citati, situati nei pressi delle principali vie di pellegrinaggio, potrebbero aver influito sull’arte e sulla produzione del manoscritto, contribuendo alla diversità e alla ricchezza delle sue influenze culturali.
Il Libro di Preghiere di Ferdinando I di León: i rapporti con i modelli settentrionali
RAVERA, ISABELLA
2022/2023
Abstract
La trattazione si occupa di presentare le connessioni tra gli elementi ornamentali del Libro di Preghiere di Ferdinando I di León e le opere realizzate in contesti settentrionali al di là dei Pirenei, inserendo il manoscritto in una rete più ampia di scambi culturali. Il primo capitolo è dedicato alla presentazione degli studi relativi all’opera in ordine cronologico, dalla prima menzione sulla sua presenza nella biblioteca dell’università compostelana nella seconda metà del XIX secolo e procedendo fino alle indagini più recenti. Il secondo capitolo offre un’analisi della decorazione del manoscritto che prevede un ricco apparato ornamentale, costituito da iniziali e cornici, che talvolta racchiudono un fondo purpureo. Emerge la presenza di elementi che si discostano dalla tradizione mozarabica, ma si distinguono anche i primi cenni romanici. Risulta evidente, inoltre, la presenza di componenti del manoscritto che sono il risultato di influenze estranee alla tradizione leonese e più generalmente iberica. Nel capitolo conclusivo, attraverso i confronti con manoscritti ottoniani, della Francia sud-occidentale e di altre regioni della Spagna, si approfondiscono le connessioni del Libro di Preghiere con gli altri contesti. L’eclettismo degli elementi presenti nel manoscritto riflette i legami sia con l’ambito ottoniano che con quello della Borgogna e dell’Aquitania. Queste connessioni probabilmente derivano dalla politica adottata da Ferdinando I, in particolare dalla sua relazione con Cluny. Un fattore significativo, che probabilmente ha favorito la presenza di tali legami tra il Libro di Preghiere e gli altri contesti settentrionali, è stato lo sviluppo del pellegrinaggio a Santiago di Compostela in quegli stessi anni. I monasteri citati, situati nei pressi delle principali vie di pellegrinaggio, potrebbero aver influito sull’arte e sulla produzione del manoscritto, contribuendo alla diversità e alla ricchezza delle sue influenze culturali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/108777